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Dichiarazione di Stefano CALDORO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Campania (Partito: PdL)  - Consigliere Regione Campania (Lista di elezione: PdL) 


 

«De Magistris sbaglia strada. Gravi errori anche dal governo» - INTERVISTA

  • (25 giugno 2011) - fonte: Corriere della Sera - Marco Imarisio - inserita il 25 giugno 2011 da 31

    Le urla dei disoccupati organizzati si mescolano alla fanfara che festeggia la Guardia di finanza. Dalle finestre entra questa cacofonia che mischia disperazione e allegria. «Poi qualcuno dice che questa città non è lo specchio dell’Italia intera».

    Stefano Caldoro, governatore della Campania, è ormai abituato a stare tra incudine e martello. Anche ieri ci ha messo un paio d’ore per fare ritorno nel suo ufficio in Regione. Via Santa Lucia era presidiata dai lavoratori che ormai si trovano senza cassa integrazione, in caduta libera.

    «E tutto il Paese che va male. Anche le proteste contro i rifiuti stanno diventando più radicali per via della crisi. La rabbia monta». In strada stanno lanciando i sacchetti neri dell’immondizia per aria. Sospiro. «Che follia».

    Facciamo qualche nome e cognome?

    «A malincuore. La Campania è stata l’unica zona europea ad aver testato un sistema sperimentale. Ecoballe e opzione zero rifiuti. Dal primo mandato di Bassolino in poi, erano tutti d’accordo».

    Spariamo sulla Croce rossa?

    «Ma no. Dico solo che un’intera classe politica si è consegnata a una cultura ambientalista fortemente ideologica. E ha fallito. Era di centrosinistra, ma in questo momento non credo che il dettaglio sia importante».

    Come spiega il collasso di questa sistema?

    «Semplice: il rifiuto è un ciclo industriale. Lo è in tutte le regioni d’Italia, tranne una. Siamo un’anomalia».

    Sicuro che de Magistris e i suoi collaboratori siano d’accordo?

    «Chi ha sbagliato in passato è sempre in tempo a correggersi. In questa storia di errori ne abbiamo commessi tutti».

    Anche il «suo» governo nazionale?

    «Certo. Anche se a mio avviso nel 2008 era riuscito a far ripartire il ciclo, di questo va dato merito a Berlusconi».

    E dopo cosa è successo?

    «Bisognava aprire le discariche, come previsto dal piano varato a suo tempo. Rinunciare all’apertura del sito di Cava Vitiello a Terzigno è stato un grave errore».

    Dovuto a cosa?

    «Il dramma dei rifiuti viene sempre sacrificato a ragioni di forza maggiore, al mantenimento delle alleanze».

    Anche in questi giorni?

    «Il decreto che sta per varare il governo andava fatto venti giorni fa. Siamo già in ritardo. E all’interno del governo la posizione della Lega è irragionevole, come inaccettabili sono le parole di Roberto Calderoli».

    Proprio nessuna ragione?

    «Scusi il tecnicismo: quel decreto serve a neutralizzare una sentenza del Tar laziale che dà una interpretazione restrittiva del rifiuto speciale di origine urbana, bloccando così 800 tonnellate “nostre” che andavano fuori dalla Campania».

    E dunque?

    «Sappia Calderoli che proprio in virtù della legge oggetto della decisione del Tar, decine e decine di tonnellate di rifiuti industriali veri, molto più pericolosi dei nostri, continuano a viaggiare da Nord a Sud. Quindi, attenti allo strabismo».

    Come concilia la sua visione «industriale» con quella di de Magistris?

    «Dobbiamo raggiungere un’intesa istituzionale, e ci stiamo lavorando con impegno».

    Le sembra sufficiente?

    «L’unica differenza è sull’impianto finale. Discarica, impianti e termovalorizzatore. A mio avviso non c’è altra strada. Naturalmente la differenziata è un’ottima cosa nel lungo periodo. Ma nel breve si limita a ridurre i volumi. E se non hai un luogo dove portarli, si ricomincia da capo».

    Le sembrano differenze da poco?

    «Tutti possono dire no. Ma dopo devono proporre soluzioni alternative. Che a mio avviso non esistono. Purtroppo bisogna aprire le discariche, non si possono ripetere gli errori del passato. Credo che il sindaco lo abbia capito».

    Ha ragione de Magistris quando accusa gli enti locali di lentezza?

    «A partire dal Comune, che ha il 90 per cento delle competenze sul ciclo dei rifiuti, sì. La Regione è costretta a intervenire solo quando gli enti locali non sono in grado di farlo. Attenzione, i ritardi non sono certo imputabili al nuovo sindaco. Ma le discariche, che sono il nodo cruciale di questa storia, stanno nei Comuni».

    L’autosufficienza di Napoli è possibile?

    «Serve una ripartizione. Come è avvenuto a Barcellona, che a suo tempo fu una specie di Napoli. Il sindaco socialista Joan Clos, monumento della sinistra catalana, impose quello che oggi è un modello europeo riconosciuto. Voi, fuori, accogliete la nostra immondizia negli impianti intermedi. Noi facciamo l’inceneritore in città. E andata così».

    Le sembra davvero una soluzione percorribile?

    «Bisogna farlo anche da noi. Posso sbagliarmi, ma non vedo grande spazio per soluzioni alternative. Ma per farlo serve una grande intesa istituzionale. Recuperare dagli errori del passato non sarà facile, ci vorrà tempo».

    Più o meno di cinque giorni?

    «Su quella frase ci sono stati giudizi ingenerosi. Anni, ci vorranno almeno tre anni. Se tutto va bene, si intende».

    Fonte: Corriere della Sera - Marco Imarisio | vai alla pagina

    Argomenti: campania, disoccupazione, rifiuti campania, Lega Nord, lavoratori, regione Campania, rifiuti napoli, termovalorizzatore, Nord e Sud, cassa integrazione, discariche, sindaco di Napoli, leghisti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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