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Dichiarazione di Paolo FERRERO


 

Prc, il nuovo percorso dell'VIII congresso si apre con il Comitato Politico

  • (11 luglio 2011) - fonte: Liberazione - Fabio Sebastiani - inserita il 11 luglio 2011 da 31


    «Un vero cambio di fase caratterizzato dalla crisi del berlusconismo e del liberismo, e con grandi manovre in corso per evitare che se ne esca a sinistra».

    E’ con questo quadro che il segretario del Prc Paolo Ferrero ha aperto i lavori del Comitato politico nazionale, che si concluderà oggi a Roma (centro congressi Cavour). Questo Cpn, il primo dopo i referendum di giugno, darà l’avvio alla fase congressuale che si concluderà con l’appuntamento di dicembre, presumbilmente a Napoli. Da qui usciranno quindi le due commissioni per il “Regolamento” e per il “Documento politico”. A ottobre, subito dopo la definizione dei documenti, toccherà ai congressi dei circoli dare l’avvio al confronto interno, mentre a novembre sarà la volta delle assise di federazione e, a seguire, quello nazionale. Un congresso che il segretario del Prc ha auspicato unitario, nella prospettiva del superamento delle correnti.

    Ma per tornare alla parte analitica del suo intervento, il leader del Prc ha insistito molto sul fatto che i risultati positivi di Napoli e Milano, e sui “Quattro sì” al refendum non devono far abbassare la guardia. C’è sì una ripresa dell’iniziativa dal basso, un fatto sostanziale difficilmente negabile, ma, dall’altra parte, si sta cercando in tutti i modi di non trasformare questo patrimonio in un nuovo indirizzo politico. Insomma, un risultato, quello uscito dalle urne, che viene in qualche modo tenuto a distanza quasi ad evitarne il “contagio”.

    Si stanno prospettando segnali inquietanti. Innanzitutto, la proposta di legge del Pd sull’acqua che di fatto riapre alla privatizzazione, non mettendo i comuni nelle condizioni di evitarla, in quanto i loro bilancio sono continuamente oggetto dei tagli da parte del governo centrale, e imponendo al risultato politico sui beni comuni una battuta di arresto. Non solo, anche ciò che arriva dal sindacato, con l’accordo del 28 giugno, non è che possa essere valutato in modo positivo. Anche se da una parte il testo «non arriva dove dice Marchionne», sottolinea il segretario del Prc, dall’altra «apre una falla nel contratto nazionale». Falla che di fatto crea le premesse «per mettere i lavoratori in competizione tra loro». Questo per stare al merito. C’è poi il valore politico di quell’intesa, che parla della «chiusura del cerchio» verso la Fiom e della sostanziale accettazione del modello dell’accordo del 2009 e della egemonia della Cisl. Insomma, come è stato detto nel corso del dibattito, un «suicidio» da parte del sindacato, e un «omicidio» nei confronti della classe. C’è da dire che nel corso del dibattito (di cui daremo conto nei prossimi giorni) il tema dell’accordo del 28 giugno è stato molto gettonato, e l’invito prevalente è stato quello a non eccedere nei toni.

    Cosa vuol dire tutto questo per il Prc, che si appresta a celebrare il suo ottavo congresso?

    Innanzitutto, una scelta chiara rispetto all’internità ai movimenti.
    Una scelta che ha come primo impegno concreto la proposta della Costituente dei beni comuni e, come nodo politico, quello dell’unità nella prospettiva di un segno fortemente antiliberista. Parallelamente, una «accentuazione» dal basso del profilo della coalizione che porti direttamente alle ”primarie di programma”.

    Da questo punto di vista, il senso di imprimere una svolta unitaria al congresso è in relazione alla necessità di dare un segnale forte di non frammentazione. Indispensabile in un momento in cui occorre contare sulle proprie forze, anche per quanto riguarda l’adeguamento della macchina organizzativa alle risorse effettive del partito.

    I nodi che dovrà affrontare il congresso hanno al primo punto la democrazia, soprattutto in connubio con quella che Paolo Ferrero chiama «la dignità» degli individui. Ovvero, una democrazia che decida sulla questioni importanti e che non significhi solo voto ma partecipazione ai processi politici e sociali e costruzione del proprio destino.

    Il secondo punto, direttamente connesso al primo ha come riflessione i ”beni comuni”, come la prima vera occasione di declinare la critica alla forma della merce. Tema, questo, che ci introduce al terzo punto, quello della ricerca di soluzioni concrete allo strapotere dell’economia finanziaria. Strapotere che è sicuramente in capo al potere politica e alla sua opera di ”deregulation” costruita negli anni.

    «Proprio per questo è possibile introdurre, al contrario, una regolamentazione che non consenta più alla speculazione finanziaria di agire come un bombardiere imprendibile anche dal fuoco della contraerea», sottolinea Ferrero.

    E poi ci sono i nodi politici, ovvero un giudizio schietto sul percorso della Federazione della sinistra a partire dalla considerazione sulla sua natura di strumento per la costruzione di un programma di fase nella prospettiva della sinistra di alternativa e della sua presenza istituzionale. Infine, il documento del congresso dovrà contenere anche un ragionamento sull’utilità del Prc dal punto di vista della costruzione delle relazioni sociali e della proposta politica e culturale, «ovvero l’utilità di rifondazione per l’oggi e per il domani».

    In sostanza, ha detto Paolo Ferrero chiudendo il suo intervento, l’obiettivo del congresso deve essere quello di stabilire una linea chiara su quattro punti: l’uscita dal berlusconismo, l’unità delle forze a sinistra del Pd, il consolidamento antiliberista dei movimenti e l’attualità del comunismo.

    Fonte: Liberazione - Fabio Sebastiani | vai alla pagina

    Argomenti: sinistra, privatizzazioni, sindacati, partecipazione, pd, rifondazione comunista, speculazioni finanziarie, beni comuni, Congresso Prc, comunismo, acqua pubblica, movimenti, democrazia dal basso, Fiom, alternativa politica, referendum acqua, Referendum 2011 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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