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Dichiarazione di Magdi Cristiano ALLAM

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: PPE) 


 

Se il multiculturalismo genera nuovi mostri (e dirlo non è un reato)

  • (01 agosto 2011) - fonte: www.ioamolitalia.com - inserita il 02 agosto 2011 da 18670
    Sembra proprio che in Ita¬lia siamo prossimi all’in¬troduzione del reato di of¬fesa al multiculturali¬smo. Prima che qualche magistrato ideologica¬mente orientato ( purtrop¬po in Italia non mancano) arrivi a con¬dannare me o altri intellettuali per apolo¬gia di razzismo o addirittura di terrori¬smo, facendo leva su un reato che si ac¬crediterebbe per la prima volta, di offesa al multiculturalismo o all’islam, ritengo sia opportuno chiarire la differenza so¬stanziale tra la dimensione dell’ideolo¬gia o della religione da quella delle perso¬ne, nel caso specifico tra multiculturali¬smo e multiculturalità, nonché tra islam e musulmani. Dopo la pubblicazione del mio com¬mento sul Giornale dal titolo «La strage in Norvegia: il razzismo è l’altra faccia del multiculturalismo», pubblica¬to lo scorso 24 luglio, ho ricevu¬to una valanga di accese criti¬che e anche qualche violenta mi¬naccia. Data la mia condizione di sicurezza assai critica che mi costringe da oltre otto anni a vi¬vere con la scorta di primo livel¬lo eccezionale, ho dovuto de¬nunciare alle competenti autori¬tà i messaggi che incitavano apertamente ad odiarmi, a di¬sprezzarmi, a radiarmi dalla so¬cietà civile, qualificandomi co¬me talebano, razzista, fascista, nazista, sentenziando la mia condanna all’ergastolo sbatten¬domi in galera e lanciando la chiave nell’oceano, perché sa¬rei il peggior nemico dell’Italia e dell’Europa, il sommo tradito¬re di tutto, degli arabi e dei mu¬sulmani, ma anche degli italia¬ni e dei cristiani, un rinnegato che immeritatamente è riuscito a spac¬ciarsi per giornali¬sta e poi per politi¬co, ma che in re¬altà è so¬lo un ignoran¬te e un fa¬natico. Mi do¬mando se i miei critici, denigra¬tori e implacabili giustizieri si si¬ano presi la briga di leggere il mio commento prima di inflig¬germi la pena capitale senza possibilità d’appello. Come hanno potuto tralasciare la mia ferma condanna delle stragi di Oslo e di Utoya, ripetute all’ini¬zio e alla fine del commento, chiarendo che non possono es¬sere in alcun modo giustificate e che non si può accordare alcu¬na attenuante a chi attenta alla sacralità della vita di tutti, a pre¬scindere dall’etnia, dalla fede, dall’ideologia e dalla cultura? Probabilmente non sanno che proprio per la mia strenua dife¬sa della sacralità della vita di tut¬ti che è iniziato il mio calvario ol¬tre 8 anni fa, quando da musul¬mano moderato e laico sostenni pubblicamente il diritto di Israe¬l¬e a esiste¬re come Stato del popolo ebraico, condan¬n ando aperta¬ mente il terrori¬ smo isla¬mico che, do¬po aver legittimato il massacro degli israeliani e degli ebrei, si è scate¬nato contro i cristiani e infine contro tutti i musulmani che non si sottomettono al suo arbi¬trio. Quando nel 2003 fui per la pri¬ma volta condannato a morte da Hamas proprio per la mia pubblica denuncia del terrori¬smo suicida islamico che miete¬va vittime tra i civili israeliani, pagando sulla mia pelle la limi¬tazione alla mia libertà persona¬le, ho compreso la necessità di distinguere tra la dimensione della religione e la dimensione delle persone. Presi atto del fat¬to che i musulmani come perso¬ne possono essere moderati, ma che l’islam come religione non è moderato. I fatti oggi con¬fermano che sono gli stessi mu¬sulmani la gran parte delle vitti¬me del terrorismo islamico che si ispira esplicitamente ai verset¬ti coranici che istigano all’odio, alla violenza e alla morte contro gli ebrei, i cristiani, gli infedeli, gli apostati, gli atei, le adultere e gli omosessuali. Così come si fonda sul comportamento di Maometto che ha ucciso i «nemi¬ci dell’islam» fino a commettere l’orrore di partecipare di perso¬n¬a allo sgozzamento e alla deca¬pitazione di circa 800 ebrei del¬la tribù dei Banu Quraisha nel 628 alle porte di Medina. Il ragionamento simile l’ho maturato nei confronti del mul¬ticulturalismo dopo l’atroce sgozzamento di Theo Van Gogh il 2 novembre 2004 da parte di un giovane terrorista islamico olandese di origine marocchina nel centro di Amsterdam e dopo la strage perpetrata da quattro giovani terroristi suicidi britan¬nici di origine pachistana nel centro di Londra il 7 luglio 2005. Da allora hanno preso le distan¬ze o pubblicamente denunciato il multiculturalismo capi di sta¬to e di governo europei di sini¬stra e di destra, da Tony Blair a David Cameron, da Nicolas Sarkozy a Angela Merkel, da Sil¬vio Berlusconi a Anders Fogh Ra¬smussen. Ebbene se io oggi con¬danno apertamente il multicul¬turalismo e come reazione ven¬go accusato di essere razzista, fa¬scista, ecc. dovremmo estende¬re la medesima accusa a questi capi di Stato e di governo? A questo punto dobbiamo chiarire la distinzione fonda¬mentale tra il multiculturali¬smo e la multiculturalità. La multiculturalità è la fotografia della realtà inoppugnabile che ci fa toccare con mano il fatto che ormai in qualsiasi angolo della terra convivono persone provenienti da Paesi diversi, con fedi, culture e lingue diver¬se. Personalmente considero di per sé la multiculturalità come una realtà positiva, una risorsa che può tradursi in arricchimen¬to e crescita per l’insieme della società e, su scala più ampia, per l’insieme dell’umanità. La multiculturalità è l’estensione, nel nostro mondo globalizzato, della realtà dell’emigrazione che è connaturata alla vita stes¬sa, avendo da sempre l’uomo ri¬cercato altrove migliori condi¬zioni di sussistenza. http://www.ioamolitalia.com/2011/08/se-il-multiculturalismo-genera-nuovi-mostri-e-dirlo-non-e-un-reato/
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