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Dichiarazione di Antonio MARTINO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

«Gravissimo l’acquisto dei titoli. Non dovevamo chiedere aiuto» - INTERVISTA

  • (09 agosto 2011) - fonte: Giorno/Resto/Nazione - Alessandro Farruggia - inserita il 09 agosto 2011 da 31

    «Tutti i nostri problemi nascono dalla insensata, incontrollata, ingiustificata, ingiustificabile espansione della spesa pubblica. Perchè nessun paese al mondo è mai cresciuto quando le spese del settore pubblico superavano il 40% del reddito nazionale...».

    Antonio Martino, parlamentare Pdl, economista ed ex ministro di Esteri e Difesa, è un liberista a tutto tondo. E anche in questa intervista non smentisce la sua fama.

    La soluzione alla tempesta che sta travolgendo le economie mondiali è meno Stato e più efficiente?

    «In Italia e non solo, sicuramente. Ai tempi di mio nonno, agli inizi del ’900, la spesa pubblica assorbiva il 10% del reddito nazionale. Ai tempi di mio padre, negli anni ’50, assorbiva il 30%. Oggi la spesa pubblica assorbe il 51,1% del reddito nazionale. Va drasticamente tagliata».

    È per questo che lei dice che la proposta bipartisan, accolta dal governo, di introdurre in Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio è positiva ma non risolutiva?

    «È lodevole, ma non basta. Io preferisco avere una spesa pubblica del 30% con un un disavanzo notevole a una spesa pubblica del 50% con il bilancio in pareggio».

    Per ridurre le spese di così tanto, tocca tagliare gli sprechi ma anche i servizi ai cittadini...

    «Infatti bisogna cambiare il welfare all’italiana. È diventato costosissimo e inefficiente e non ce lo possiamo più permettere».

    E lei dove taglierebbe?

    «Nella voragine spaventosa di spesa sanitaria, che tra l’altro è iniqua, perchè noi tassiamo tutti, anche i meno abbienti, per dare sanità gratis a tutti, anche ai più agiati».

    Qual è la sua alternativa?

    «Un’assicurazione sanitaria obbligatoria. Chi se la può permettere se la comprerebbe, chi non se la può permettere riceverebbe un buono che gli consentirebbe di fornirsi della copertura. E il costo sarebbe infinitamente minore di adesso. E poi bisognerebbe incidere sulle pensioni di anzianità aumentando significativamente l’età di pensionamento per gli uomini e per le donne. Servono tagli veri...».

    L’ha sorpresa che anche ieri le Borse siano crollate nonostante la Bce abbia investito in titoli pubblici italiani e spagnoli?

    «Per nulla. Più che all’azione della sola speculazione siamo di fronte a una crisi di fiducia. Ecco perchè l’acquisto dei titoli di Stato non basta. E poi, il fatto che la Bce abbia acquistato titoli di stati membri è gravissimo...».

    Gravissimo?

    «Si perchè viola il trattato di Maastricht. Se la Banca centrale europea compra titoli di Stato nazionali lo fa stampando moneta, quindi con il rischio di generare inflazione a livello continentale».

    Ma se l’abbiamo chiesto noi che ci facesse la cortesia...

    «E secondo me hanno fatto male a chiederlo. Per ridare credibilità ai nostri titoli di Stato e ridurre così lo spread servono invece riforme. E i paesi che non rispettano i vincoli vanno non multati ma semplicemente espulsi dall’area dell’euro. Sennò, come sta accadendo ora, rischia di saltare l’euro stesso».

    Fonte: Giorno/Resto/Nazione - Alessandro Farruggia | vai alla pagina

    Argomenti: welfare, pensioni, tasse, tagli, spesa pubblica, sanità pubblica, reddito, inflazione, sprechi, BCE-Banca Centrale Europea, speculazione, crisi economica, età pensionabile, bilancio dello Stato, servizi, euro, titoli di Stato, classi sociali, trattato di Maastricht | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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