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«L'attacco al lavoro non porta crescita ma scontro sociale» - INTERVISTA
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(12 agosto 2011) - fonte: il manifesto - Giorgio Salvetti - inserita il 12 agosto 2011 da 31
«Prima il governo ha preso per il naso le parti sociali, poi ha preso per il naso gli italiani trincerandosi dietro le raccomandazioni della Banca centrale europea. A questo punto tanto vale trattare direttamente con la Bce». Sergio Cofferati non è stupito dalle parole del ministro Tremonti, che ha persino parlato di una sostanziale abolizione di quell'articolo 18 che impedisce il licenziamento senza giusta causa e che fu la grande battaglia vinta dalla Cgil di Cofferati nel 2002.Tremonti, quando parla dei licenziamenti, ma anche di pensioni e addirittura di taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici, si richiama alla lettera della Bce ma non toglie la riserva su cosa farà davvero il suo governo. Si tratta di minacce o come un mercante alza il prezzo per cercare di strappare le migliori, anzi peggiori, condizioni possibili?
Questo governo ha perso ogni legittimità.
Non solo si mostra evidentemente commissariato ma non dimostra neanche quel minimo di senso di responsabilità per dire che cosa vuole fare. Non si è mai visto un esecutivo che incontra le parti sociali, non dice nulla, e il giorno dopo parla per bocca della Bce. Il punto però è che l'orientamento di fondo è fin troppo chiaro. Si punta a colpire i ceti più deboli. E' questo il profilo ideologico che tiene insieme le ipotesi, alcune delle quali veramente reazionarie, annunciate da Tremonti.Si aspettava un attacco all'articolo 18 giocato in questi termini e in questo momento?
Più o meno me lo aspettavo. Non c'è neppure un timido nesso tra l'abolizione dell'articolo 18 e eventuali misure per fare ripartire la crescita. Lo dice anche la commissione crisi del parlamento europeo. A metà luglio dopo due anni di lavoro ha ribadito che per sostenere la ripresa bisogna puntare sulla qualità del lavoro, ridurre frammentazione e precarizzazione e investire sulla formazione. Non si può in alcun modo attribuire la crisi all'impossibilità di licenziare senza giusta causa. Questa è una cosa che riguarda solo la dignità di chi lavora. Si tenta di mettere il lavoratore nella posizione di potere subire una ingiustizia. Altro che crescita. Se così non fosse dopo il 2002 l'economia italiana sarebbe dovuta andare malissimo e invece è successo il contrario. Anzi la difesa dell'articolo 18 è stata un elemento positivo della nostra economia e questo dovrebbe fare pensare e riflettere destra e anche sinistra. Abolire l'articolo 18 serve solo a scatenare lo scontro sociale.
Tremonti, però, ha citato come un fatto importante l'elenco dei punti presentato al governo dalle parti sociali firmato da Confindustria e dai sindacati, Cgil compresa. Come può la Cgil difendere ancora quella piattaforma comune?
Quel documento era ambiguo e annunciava principi astratti senza scendere nel concreto. Ma col passare del tempo si sta creando una vistosissima divergenza tra organizzazioni che rappresentano interessi opposti. Ed è normale che sia così, il contrario non è dato in natura. Ai sindacati, e in particolare alla Cgil, non resta altro da fare che prendere le distanze dalle ipotesi del governo e ricominciare a mobilitarsi.
Susanna Camusso non ha escluso l'ipotesi dello sciopero generale.
Ci sono tutte le condizioni per deciderlo.
Ma Bonanni ha già detto di no.
Per me anche la forma conta. La Cgil deve mettere sul piatto tante azioni di contrasto, compreso lo sciopero generale. In questo contesto credo che anche per la Cisl di Bonanni sarà difficile tirarsi indietro.
Insomma, non è più il caso di tentare di mantenere un fronte comune con Confindustria, neppure per nobili ragioni come quella di cacciare Berlusconi e provare a immaginare un futuro senza Cavaliere?
Quel percorso aveva come suo presupposto una forte discontinuità rispetto a questo governo. Invece da un punto di vista delle politiche economiche si rischia di andare nel senso opposto. E Berlusconi è sempre lì.
Dal 2002 sono cambiate molte cose, quale sponda politica può avere la mobilitazione dei sindacati? Che deve fare il Pd?
Credo che nessuna organizzazione progressista possa digerire le misure annunciate dal governo. Sono in gioco le condizioni di vita e di lavoro di una larga parte dei cittadini rappresentati anche dal Pd, e sono in gioco equità e giustizia sociale. Si tratta di valori costitutivi. Il ruolo di un partito di sinistra, o centro sinistra, in un momento di crisi così grande, deve essere quello di mettere in campo questi valori, non di annacquarli. Cercando di proporre soluzioni concrete, ma anche conseguenti ai propri principi.
Fonte: il manifesto - Giorgio Salvetti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi
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Inserito il 13 agosto 2011 da 18661
SERVE ALTRO?Buona Serata. Comunale, Cofferati condannato per comportamento antisindacale Sergio Cofferati, nella sua veste di Presidente del Teatro Comunale, è colpevole di comportamento antisindacale nei confronti dei dipendenti della Fondazione. Il giudice del Lavoro Filippo Palladino ha infatti accolto il ricorso di due sigle sindacali, Fials e Cisl, contro la decisione della Fondazione di decurtare la paga non solo a coloro che aderirono agli scioperi del 22, 24, 26 e 27 marzo, ma anche ai lavoratori che quelle sere si presentarono in palcoscenico. Poiché La gazza ladrà non andò in scena, la Fondazione aveva applicato il principio della non ricevibilità della prestazione, informandone i dipendenti con un comunitato che il giudice ha ritenuto lesivo della libertà di sciopero. Secondo la sentenza depositata ieri, la Fondazione si farà carico delle spese processuali. "Si tratta di un provvedimento di urgenza - dichiara il sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna Marco Tutino - secondo il quale abbiamo avuto torto a comunicare ai dipendenti la nostra intenzione di applicare il principio di non ricevibilità della prestazione. La nostra intenzione rimane e l'applicheremo anche in futuro, con la differenza che non ne informeremo i dipendenti". Marco Tutino annuncia inoltre che la Fondazione lirica farà opposizione al provvedimento del giudice del Lavoro: "Abbiamo 15 giorni di tempo per farlo, e lo faremo. Sarà utile quindi aspettare la sentenza di primo grado. E se necessario anche quella di secondo grado. Come abbiamo già dichiarato, la Fondazione non arretrerà di un passo. Continueremo a tutelare il Teatro contro il danno arrecato dagli scioperi di solo una piccola minoranza di dipendenti, e affronteremo tutti i gradi di giudizio". Dall'art.18 dello Statuto dei lavoratori, quello difeso da Cofferati con la manifestazione di tre milioni di lavoratori al Circo Massimo, nel 2002, all'art.28, dunque, quello che regola la condotta antisindacale. Secondo l'accusa accolta dal tribunale del lavoro, Cofferati lo avrebbe violato il 22 marzo scorso, in occasione della prima delle quattro giornate di sciopero che impedirono la messa in scena della 'Gazza Ladra' al teatro Comunale. Sulla bacheca del teatro comparve un avviso che i sindacati hanno giudicato illegittimo. C'era scritto, ricordò l'avv.Renzo Cristiani, che tutela Fisal e Fistel, che nel caso di sciopero non sarebbero stati pagati nemmeno coloro che allo sciopero non aderivano. Fu giudicato un "atto intimidatorio". Cofferati aveva sostenuto che a termini di statuto il responsabile non è il presidente della Fondazione, ma il sovrintendente, Mario Tutino. E che comunque in occasione di questi scioperi veniva violato da parte degli scioperanti uno dei principi cardine di una corretta lotta sindacale: e cioè che al danno inflitto al datore di lavoro con lo stop alle attività, corrispondesse un danno dei lavoratori, con la perdita della paga nelle ore di sciopero. Secondo Cofferati, in alcuni casi, in quel teatro era sufficiente che una sola categoria di dipendenti, magari gli addetti alle luci, alcune unità, bloccasse il lavoro di tutti. Col risultato che il danno era massimo per il teatro, mentre alle altre decine di dipendenti doveva essere riconosciuto per intero lo stipendio. In questo modo, aggiunse, diventava molto facile scioperare. Secondo il difensore, Mario Jacchia, il ricorso non stava in piedi, perchè quello che fu fatto dal teatro era stato solo un esercizio di trasparenza. (27 aprile 2009)di Brunella Torresin http://bologna.repubblica.it/dettaglio/comunale-cofferati-condannato-per-comportamento-antisindacale/1624124
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Inserito il 13 agosto 2011 da 18670
Da tempo possiamo seguire anche nell'ambito lavorativo di piccoli territori come la CGIL NON sia dalla parte dei lavoratori...vogliamo chiedere ad un Suo rappresentante che concionava, pochi giorni or sono, sul pagamento/recupero dei festivi infrasettimanali lavorati dai turnisti?Egli asseriva..."ma io quei soldi ve li faccio prendere..."CHE VERGOGNA!!!Non "...VI SONO DOVUTI E FAREMO MURO PER OTTENERE QUELLO CHE LA NORMATIVA VIGENTE PREVEDE E GARANTISCE..."nooo!!!Non si va MAI CONTRO un'Amministrazione di sinistra che perpetra i più ignominiosi abusi sui lavoratori, a quale che sia la sigla cui essi appartengono (ANCHE LA STESSA CGIL)!Piuttosto la solita "melina" tanto cara all' On. Bersani, i soliti metodi "mafiosi" e "clientelari"; ora la CGIL arriva a proporre uno sciopero generale che costerà altri soldi a chi lavora, se vi parteciperà; ma a Lei, Sig. Camusso e ai Suoi, questo futuro/possibile/probabile sciopero, QUANTO COSTERA'?Alla fine non si può che concordare con quanto di seguito... Signora Camusso, si accomodi pure, sia coerente con tutta la sua vita e con la sua strepitosa carriera, è comprensibile che mentre nel resto del mondo e un po’ perfino anche qui in Italia le parti sociali collaborano col governo per concertare le misure anti crisi, soprattutto si cerca di spiegare che la crisi è mondiale e tremenda, che questo è il momento di essere uniti, altri saranno i momenti giusti per contestare il passato e litigare sul futuro, lei, la leader della Cgil, preannunci una mobilitazione generale, che giochi la parte vecchia e logora che ben conosce del sindacato “duro e puro” che minaccia di paralizzare il Paese. Sarà forse come in Grecia, quando in pieno rischio di fallimento, il Parlamento ha dovuto affrontare anche le rivolte di piazza. Lei sarà probabilmente in compagnia di Nichi Vendola e di Antonio Di Pietro, persino di Bersani, ma sappia, se per caso il principio di realtà le sfuggisse sul serio e non per retorica demagogia, che insieme alla sinistra tutta, dello stato del nostro Paese il sindacato pachiderma che lei guida è uno dei principali responsabili, e che siete anche colpevoli del malvezzo degli italiani di pretendere più di quanto non siano disposti a dare. Al governo quel che è del governo o dei molti governi, nessuno nasconde gli errori, ma certo è che in un’epoca della storia italiana nella quale tutti i poteri sono stati messi in discussione quando non abbattuti o almeno vistosamente ridimensionati, l'intoccabilità del pachiderma sindacale è intollerabile, è antistorica. Se l'Italia non cresce lo deve a voi. Se lo Stato sociale rappresenta il quadro del funzionamento di un Paese e il livello di coesione fra le varie generazioni , se prefigura le prospettive future e la capacità di pensare anche agli altri, oltre all’egoismo, la comprensione delle nuove necessità, dei mutamenti economici e politici, allora il welfare che voi avete disegnato e pervicacemente imposto dagli anni Settanta, è terribile. Sono quarant’anni di difesa di privilegi contro qualunque tentativo di riforma; voi non sapete fare un conto, avete predicato un’uguaglianza sostanziale tutta ideologica, per non toccare i garantiti avete pregiudicato le generazioni future che, si sa, non fanno la tessera del sindacato. Le indico senza timore i caposaldi della tragedia attuale da voi mantenuti intoccabili: la pensione retributiva di anzianità, lo Statuto dei lavoratori. Proseguo con il Servizio sanitario, concludo con il vero totem intorno al quale tutto ruota: il posto e la legislazione che vi si è sviliuppata intorno, il posto, anche finto, purché assistito, e alla fine pensionato. Lo Stato sociale, signora Camusso, che avete costruito usando ricatto e potere di veto, è profondamente egoista, la retorica dei diritti si è definitivamente appannata, lasciando un Paese in maggioranza, non del tutto sia chiaro, ma certo in maggioranza fiacco e imbelle, nemico del merito, dell’iniziativa personale, del’ambizione, dell’individuo e della sua ansia di vivere al meglio di sé. Com’è per voi il popolo Iva? Un fenomeno da guardare con sospetto perché l’iniziativa personale rompe il fronte collettivo delle rivendicazioni e perciò chi la assume lo faccia a suo rischio e pericolo. Per i bravi lavoratori obbedienti invece contratti collettivi, trattenuta in busta paga in barba a qualsiasi referendum sovrano, e alla fine, il premio del pensionamento più precoce e a importi più elevati. Non basta, siete una vera casta, grazie a norme di legge o contrattuali di favore, a prassi tollerate dai pubblici poteri, avete costruito un apparato sicurissimo che se ne infischia del mercato, che gioca un ruolo forte nella situazione di ingessamento politico ed istituzionale nel quale versa il nostro Paese. Penso all’antipolitica che cresce ogni giorno di più e dico che lo scandalo non sono solo prebende e privilegi dei nostri onorevoli senatori e deputati ma anche e prima i vostri patronati e i vostri enti. Signora Camusso, avete distrutto le migliori energie sociali, avete diseducato, imbrogliato, costruito la tragedia italiana di oggi con una responsabilità che nessun altro può condividere allo stesso modo. In piazza bisognerà prima o poi scendere contro di voi. in attesa di una Thatcher che anche da noi faccia come fece quella grandissima donna con i minatori in sciopero e i loro potentati. http://libero-news.it/news/802658/Impostori-La-Camusso-blocca-il-nostro-Paese-contratti-blindati-privilegi-e-super-pensioni.html
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