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Dichiarazione di Leonardo RAITO

Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Rovigo (Partito: PD) 


 

Governo disatro: urge l'alternativa

  • (02 settembre 2011) - fonte: Nota stampa - inserita il 03 settembre 2011 da 812
    Stiamo assistendo attoniti alla farsesca preparazione di una delle manovre finanziarie più importanti della storia nazionale e dovremmo essere affranti dal balletto delle proposte del governo, sinonimo inequivocabile di una mancanza di chiarezza di idee spaventose, per un paese che molti danno a un passo dal baratro. Il fatto è che qui non si capisce più che maggioranza sta governando il paese. Frammentata dalle mille fratture interne, da uno spirito correntista che sta minando sia il PDL che la Lega Nord, il governo non sa più che pesci pigliare. Licenza, poco prima di ferragosto, una manovra lacrime e sangue che colpisce i più deboli e non tocca i privilegi della casta. Si rende poi conto della follia e fa retromarcia su mille questioni. Oggi si passa, giorno dopo giorno all’analisi delle smentite. Prima le pensioni, poi l’abolizione dei riscatti della laurea e della leva, poi la lotta all’evasione, la riforma costituzionale, abolizioni di qui, si alza l’iva, no non la si alza più. Questo governo paralizzato, sta rovinando il paese. Non risolve le contraddizioni strutturali italiane, non tocca i privilegi, non riduce il numero dei parlamentari ma tende a colpire i livelli più bassi di rappresentanza. Non si capisce più, davvero, dove vogliano andare a parare. Se il loro scopo è quello di preservare un premier ormai alla frutta dai propri processi, gli italiani non possono accettarlo. In mezzo, ecco anche l’ottusità degli altri gruppi parlamentari. Di Pietro cavalca l’onda di un’opinione pubblica assopita e che difficilmente tornerà agli anni di tangentopoli che conosce bene. Non può pensare di rappresentare l’alternativa credibile di governo se fa di tutto per tagliarsi i ponti con gli altri partiti di centrosinistra. Apprezzo però la battaglia sul ritorno alle preferenze. Chissà come andrà a finire. Sul mio partito, il PD, avrei tanto da dire, ma lo farò nelle sedi opportune. Non credo però che posizioni ondivaghe ci mettano al riparo dalle critiche di una linea poco chiara, quella che purtroppo nemmeno Bersani, che al governo ha fatto bene, può garantire. Questo era il momento di una chiara azione di forza per una spallata decisiva, quella che serviva per mandare a casa un governicchio disastroso. Se il centrosinistra non lo fa, è perché non si sente adeguato per governare. Basta che lo dicano, ci sono migliaia di nuove leve pronte a soppiantare una dirigenza stanca e logora.
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