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Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Manovra: il testo deve essere ampiamente modificato

  • (06 settembre 2011) - fonte: Asca - inserita il 06 settembre 2011 da 15492

    "In questa situazione drammatica abbiamo già avuto modo di verificare che la fretta fa i gattini ciechi. La manovra deve essere, come ha ricordato anche il Presidente della Repubblica, ampiamente modificata e corretta. Anche per questo, quando il decreto arriverà alla Camera, il PD lavorerà per modificarne le distorsioni e le iniquità in tempi ragionevoli. Molto meglio alcuni giorni in più di lavoro che ulteriori errori che peggiorerebbero la situazione invece di migliorarla".

    Fonte: Asca | vai alla pagina
    Argomenti: economia, governo, pd, crisi, Presidente della Repubblica, manovra | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 06 settembre 2011 da 18670
    Rimorchi, rimorchiatori, rimorchiati...a scelta!!!Ecco di seguito: Come Vendola, come Di Pietro. A poche ore dal 6 settembre, il Pd ha finalmente detto una parola definitiva sullo sciopero dela Cgil. Lo annuncia il responsabile economico del partito Stefano Fassina, che ha spiegato che i democratici parteciperanno ufficialmente alla mobilitazione romana promossa dal segretario del sindacato rosso Susanna Camusso. "Siamo - ha spiegato Fassina - ad un passaggio cruciale per l'Italia. Servirebbe un governo autorevole, serio, in grado di unire le forze del Paese, distribuire in modo equo i necessari sacrifici ed introdurre riforme per lo sviluppo. Invece, abbiamo un governo allo sbando che continua ciecamente a scaricare sui lavoratori e le famiglie più in difficoltà e sulle classi medie interventi pesantissimi sul piano sociale e di corto respiro in termini strutturali". Fassina risolve così giorni di imbarazzo con il segretario del partito Pier Luigi Bersani balbettante sulla strategia democratica (così, pochi minuti dopo le parole di Fassina, anche Pier Luigi ha confermato: "Certo che ci saremo in piazza"). "Berlusconi se ne vada" - Il segretaro intervenuto (non invitato) al Meeting di Rimini si era arrampicato sui vetri: "Saremo dovunque ci sia la protesta", senza però chiarire il dubbio sulla presenza ufficiale o meno di esponenti del partito allo sciopero. Ora però è tornata l'ora del massimalismo. La manovra è ancora da decifrare, la situazione internazionale è sempre più tesa ma al Pd non interessa e pensa solo a picconare. "Abbiamo un ministro del Lavoro irresponsabile che, invece di valorizzare l'innovazione unitaria messa in campo da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, compie atti di sabotaggio e continua a colpire le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici fino a picconare il contratto nazionale di lavoro e a favorire i licenziamenti facili". Quindi il vecchio ritornello: "Il governo Berlusconi deve andare via per il bene del paese. Le mobilitazioni dei lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani per cambiare le scelte inique e dannose del governo vanno sostenute. Per questo, domani - conclude Fassina il responsabile economico del secondo partito italiano - saremo allo sciopero generale indetto dalla Cgil". Bersani: "Certo che ci sarò" - Ma dopo i tentennamenti di Rimini, e dopo le dichiarazioni di Fassini, anche il segretario dei democratici ha smesso di balbettare e si è fatto mettere al guinzaglio dalla Camusso. Bersani ha duramente criticato la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori introdotta nella manovra economica in Senato e ha poi confermato che martedì sarà al corteo della Cgil di Roma. "Certo che ci sarò, ci saremo con tutti quelli che criticano questa manovra", ha detto il segretario del Pd arrivando alla manifestazione di protesta degli enti locali contro la manovra. "E' un governo di irresponsabili - ha aggiunto - non ho altra definizione". "Con tutti i problemi che ci sono, per un puntiglio ideologico e una micragneria politica, si vuol mettere un solco tra le forze sociali - ha insistito - è da irresponsabili". "Chiederemo alla Camera lo stralcio di questo articolo - ha preannunciato -, "come Pd siamo disponibili ad una discussione per eventuali modifiche dell’articolo della manovra che veda l'accordo di tutti. Vedremo nei prossimi giorni quali sono le condizioni per un incontro, come Pd, con le parti sociali". http://libero-news.it/news/814969/Pier-Luigi-al-guinzaglio-di-Susanna.html
  • Inserito il 06 settembre 2011 da 18670
    E' dal 24 di agosto che lo si dice...leggere di seguito per credere...!!! Ecco la controfinanziaria del Pd: solo misure per punire Berlusconi Il Partito Democratico ha presentato la sua contromanovra per combattere la crisi finanziaria. Tra i dieci punti l'idea di mettere all'asta la frequenze della telvisione: un chiaro attacco al presidente del Consiglio. Poi per fare cassa di democratici propongono un'imposta una tantum del 15 per cento sui capitali fatti rientrare con lo scudo fiscale Sembra che Bersani in questi giorni di contromanovra abbia confabulato a lungo con Rosy Bindi. Non è stato un bene. La pa¬sionaria post Dc è convinta che la strada per salvare l’Italia da tutte le crisi passi da Berlusconi. Via il Cav, via il peccato origina¬le. Ergo:il mondo è salvo.Se fos¬se davvero così l’Italia non avreb¬be bisogno di tasse e tagli. Pur¬troppo la crisi non nasce con Ber¬lusconi. Questo Bersani bene o male lo immagina. Ha ascoltato i rimbrotti di Napolitano e ci sta provando a non rinsaccarsi in una politica ideologica davanti alla crisi. Il guaio è che non ci rie¬sce. Non è solo colpa sua. Sente le urla della Serracchiani che considera ogni parola scambiata con il go¬verno una forma di collabora¬zionismo. Si ritrova nella testa i consigli della Bindi: non abbas¬sare la guardia. Sente i tamburi scioperati della Cgil marciare verso le piazze calde dell’ulti¬mo agosto. È circondato insom¬ma da gente che è pronta a sacri¬ficare patria e italiani pur di ve¬dere il Cav alle corde (o alla cor¬da). È per questo che quando presenta i dieci punti di contro¬m¬anovra del Pd l’odore che si re¬spira non sa di «equo e solidale» ma di manovra punitiva. L’Ita¬lia si salva fustigando gli impu¬ri, i senza famiglia, i capri espia¬tori. Il problema non sono i dieci punti. Alcuni sono buoni, altri inutili, qualcuno irrealizzabile, altri come quello per la frequen¬za tv servono a far innervosire il Cav, quello sulla giustizia pleo¬nastico, quello sul ritassare gli scudati da Stato spergiuro, la pa¬trimoniale scontata, l’autono¬mia delle parti sociali ipocrita, le politiche industriali per il la¬voro e il Mezzogiorno da prima Repubblica, le liberalizzazioni da sposare subito. È onesto co¬munque discuterne. Magari si poteva fare prima e anche in mo¬do un po’ meno generico, ma va bene così. L’importante, come dice il capo dello Stato, è parteci¬pare. Meglio la contromanovra dell’ennesimo sciopero genera¬le. Quello che non va è la filoso¬fia che c’è dietro, questa idea che c’è sempre un’Italia danna¬ta e una da salvare, questa ricer¬ca del colpevole, della razza da estirpare o confinare, questo continuo mischiare ragioneria e morale. Alla fine della confe¬renza stampa di Bersani resta il retrogusto fastidioso di mano¬vra etica. Non siamo qui per ri¬trovare il futuro perduto o sem¬plicemente per trovare una via d’uscita alla crisi, ma per fare giustizia. Non è neppure una giustizia terrena. È giustizia me¬tafisica. Ecco. Siamo qui per giu¬dicare i vivi e i morti. È sempre lo stesso errore. Alla fine la sini¬stra abbandona la politica e rica¬de in una sorta di religione laica. È solo un’impressione?Può dar¬si. Allora forse Bersani dovreb¬be cambiare i toni e non ascolta¬re più di tanto Rosy Bindi. Di questi tempi tutti parlano di evasori. Ma l’evasore non è una (maligna) categoria dello spirito. È un furbo. È uno che non paga sperando di non esse¬re scoperto. È uno senza rimor¬si. Ma la lotta all’evasione non si fa partendo dal pregiudizio che tutti i commercianti, gli artigia¬ni, le partite Iva sono presunti colpevoli. La caccia alle streghe contro i lavoratori autonomi crea solo un clima da guerra civi¬le. Ci sono commercianti e arti¬giani che lavorano tutto il gior¬no e pagano tasse incivili. Ci so¬no anche gli evasori. Come ci so¬no gli sprechi. Come c’è chi vive di Stato e clientele. Ci sono i pro¬fessionisti dei finanziamenti pubblici, ci sono le sanguisughe amiche degli amici, c’è chi si in¬venta castelli di sabbia per farsi dare soldi da un’Europa spreco¬na. Ma la crisi non si supera con le prediche morali se siano più deplorevoli gli evasori o i falsi in¬validi. Allora quando Bersani parla di «una politica vera con¬tro l’evasione fiscale» che inten¬de? Trasformare Equitalia in una polizia segreta? Mettere una taglia sugli evasori? La ri¬sposta più forte alla manovra del governo non può essere «cac¬cia agli evasori» e «sciopero ge¬nerale ». In questo modo l’unico risultato che si ottiene è far dire a chi non vuole più questo gover¬no: non c’è alternativa.Al massi¬mo i più ottimisti sperano di fare come il Belgio. L’unica cosa cer¬ta è che con questa politica da puritani del Massachusetts stile ’700 il Pd non potrà mai governa¬re. Gli italiani già faticano a fi¬darsi dei preti, figurati se (con i loro sensi di colpa) si affidano ai cacciatori di streghe. Il dubbio è che quelli del Pd non abbiano alcuna voglia di go¬vernare. In particolare di gover¬nare in tempo di crisi. La più grande sciagura autunnale di Bersani è una rottura vera tra Bossi e Berlusconi. Si ritrovereb¬be a dover gestire una situazio¬ne difficilissima con una classe dirigente che da quasi vent’an¬ni ha rinunciato a fare politica, solo per ammalarsi di antiberlu¬sconismo. È per questo che si ag¬grappano al governo tecnico. Ma chi è quel pazzo che ha vo¬glia di governare con questi chia¬ri di luna? Neppure Montezemo¬lo. mercoledì 24 agosto 2011, 08:23 http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_controfinanziaria_pd_solo_misure_punire_berlusconi/24-08-2011/articolo-id=541686-page=0-comments=1

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