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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Dalla Lega in Regione Veneto presentate leggi anticostituzionali e razziste

  • (21 settembre 2011) - fonte: deliamurer.it - inserita il 22 settembre 2011 da 31

    Proposte razziste e anticostituzionali. I disegni di legge presentati dalla Lega nel Consiglio regionale veneto, sul diritto di precedenza, nelle graduatorie, per i residenti da almeno quindici anni, rischiano di far fare alla nostra Regione un passo indietro di decenni sul terreno della civiltà. Si tratta, come detto, di provvedimenti anticostituzionali e razzisti.

    Anticostituzionali perché violano palesemente il diritto all’uguaglianza sancito dalla nostra Carta fondamentale. Razzisti perché contro una categoria precisa di persona, valutata nel suo insieme, senza distinzioni: i migranti.
    Chi risiede sul territorio da meno di quindici anni ha, per questo fatto, meno diritto degli altri. Per definizione, per dato preso. A prescindere dalla sua condizione di reddito, dal suo bisogno, dal suo comportamento. Il vincolo di appartenenza territoriale prima di tutto.

    A questo si aggiunge un ulteriore aspetto negativo: i provvedimenti vogliono stabilire questa sorta di diritto di precedenza non solo nelle graduatorie degli alloggi popolari, ma anche per gli asili nido e i buoni scuola. Una discriminazione che interviene addirittura nel campo educativo, del diritto all’istruzione, nell’area dei servizi all’infanzia. Un tempo si diceva “nessuno tocchi i bambini”.

    Oggi, nemmeno questo. La furia ideologica di stampo medievale alza steccati anche per i più piccoli, divide i bambini in categorie sulla base del legame col territorio, seleziona il loro diritto ai servizi educativi sull’appartenenza ai luoghi. Una discriminazione senza senso.

    Chi propone queste leggi regionali sostiene che bisogna stabilire criteri di ripartizione delle risorse privilegiando chi contribuisce di più alla crescita della comunità. Questo è un ragionamento sbagliato alla sua radice, e anche nel merito. Lo è alla radice perché i servizi sociali devono parlare all’individuo per i suoi bisogni, per la sua specificità, per la sua dignità sociale, e non per restituirgli servizi in proporzione a quello che ha dato.

    Paradossalmente, il servizio sociale è proprio il contrario. Si dà a chi ha di meno, si dà a chi ha più bisogno. Ma il criterio è sbagliato anche nel merito. Come si misura il “contributo alla crescita della comunità”? In anni di residenza?
    Non mi pare un criterio funzionale. Se vivi su un territorio da trent’anni ma sei un delinquente, evadi le tasse, calpesti le regole, violi le leggi, non dai alcun contributo alla comunità.

    Se vivi su un territorio da cinque anni ma sei un lavoratore onesto, che paga le tasse, rispetta le regole, il tuo contributo è importante. Paradossalmente, le leggi della Lega favorirebbero i primi a dispetto dei secondi. Se sei veneto e, per lavoro o per studio, sposti la tua residenza per qualche anno altrove, e poi torni, sei meno veneto degli altri? Si azzera la tua appartenenza e devi ricominciare a contare gli anni, e farne quindici, per essere più veneto?

    Si vogliono costruire corsie preferenziali, anche piuttosto stupide, che prescindono dai comportamenti, dai bisogni, dal dato individuale. Si ragiona per categorie, con una generalizzazione impensabile. Una parte dei servizi che si vogliono distribuire prima ai residenti da più di quindici anni, sono finanziati proprio da tasse e contributi dei migranti. In Italia, quelli extracomunitari, ad esempio, rappresentano il 7 per cento della forza lavoro, costituiscono l'1 per cento del gettito fiscale complessivo, e forniscono il 4 per cento dei contributi previdenziali, pagando le pensioni ai nostri anziani, senza avere la certezza di riceverla loro stessi, dal momento che se perdono il posto di lavoro, e non ne trovano un altro in sei mesi, devono lasciare il Paese, e lasciare qui tutto: le tasse che hanno pagato, i contributi che hanno versato.

    Ma per la Lega è meglio un delinquente residente da più di quindici anni che un lavoratore onesto, migrante, residente da meno di quindici anni. E’ tollerabile una visione di questo tipo? Io credo di no.

    Bene ha fatto la Chiesa a stigmatizzare con forza queste deriva. E bene sta facendo tutta l’opposizione nel Consiglio regionale ad alzare barricate. Queste leggi vanno fermate, anche a costo di arrivare alla Corte costituzionale.

    Fonte: deliamurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: migranti, bambini, regione veneto, Lega Nord, diritto allo studio, politiche sociali, servizi sociali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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