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Dichiarazione di Andrea CAUSIN
La corruzione e la degenerazione nelle istituzioni non sono episodi incidentali
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(22 settembre 2011) - fonte: andreacausin.it - inserita il 12 ottobre 2011 da 31
Probabilmente una parola di verità su Silvio Berlusconi la disse l’ex moglie, che ebbe il coraggio di affermare pubblicamente “è malato.....” nel momento in cui stavano emergendo pubblicamente alcuni dettagli della vita privata del Premier. Non entro nel merito dell’opportunità della pubblicazione di intercettazioni che sembrano, per lo meno a me, non avere grande rilevanza penale. Tuttavia, anche nelle ultime vicende che lo riguardano, emerge un quadro poco consono alla responsabilità che ricopre come Presidente del Consiglio, e credo incompatibile con la gravità della fase che il nostro paese sta vivendo.Mai come in questo momento però le vicende di Berlusconi sono state lo specchio di un sistema, come si evince dalla cronaca, dove la corruzione, la raccomandazione, la prostituzione, il malaffare sono divenute pratiche diffuse e sostanzialmente accettate come normali all’interno del circuito istituzionale.
E mai come in questo momento è stata evidente la trasversalità del malaffare che permea le istituzioni italiane.Fiumi di denaro, favori, appalti truccati, e quanto altro sta emergendo giorno dopo giorno dalle inchieste di quelle procure che sfuggono alle pressioni del bavaglio di questo o di quel partito, allo scopo di difendere l’uno o l’altro leader, o le cordate economiche di riferimento.
Ne emerge un quadro inquietante dove appare abbastanza evidente che merito, professionalità, competenza, onestà, passione civile, non soltanto non contano nulla ma addirittura diventano un ostacolo.
Non si tratta di episodi incidentali, di cose piccole. Basta pensare la vicenda di Penati a Milano, dove la Provincia ha fatto a realizzare al privato 179 milioni di euro di plusvalenza, ricomprando ad un prezzo astronomico le azioni che solo poco tempo prima aveva venduto al gruppo Gavio. 179 milioni di euro non sono poca cosa.
Per non parlare dell’on. Papa, o della sfrontatezza con cui un altro parlamentare con una richiesta d’arresto in corso, ha svuotato con tutta calma le cassette di sicurezza di cui era intestatario.
Pochi lo ricordano, ma nei primi anni novanta, morirono delle persone perché si utilizzò il carcere duro soltanto per il sospetto che fosse stato commesso un reato. Penso a Moroni, Cagliari e a tanti altri. persone a cui venne forse troppo facilmente tolta la libertà e la dignità.
Se c’è una cosa di cui mi pento, nel percorso politico che ho fatto, è quella di avere tratto in quegli anni un giudizio sprezzate, approssimativo e sommario su persone che oggi sembrano dei giganti, se confrontati ai protagonisti della vita politica attuale.
E’ proprio perché riconosco un mio errore che oggi sono profondamente garantista. Tuttavia oggi, sull’altare del garantismo, si celebra l’impunità, l’indecenza, l’omertà, il silenzio di chi sfrontatamente si fa beffa della cosa pubblica e usa il denaro dei cittadini per favorire se stesso, e gli amici e anche gli amici degli amici, nel momento in cui il nostro Paese si trova in difficoltà e avrebbe bisogno di rigore, dedizione e passione civile.
E’ chiaramente tempo di avviare un percorso di ricostruzione civile che passa necessariamente per una presa di distanza da chi si è reso protagonista di quello che appare sempre più un vero e proprio sistema che rischia di appesantire e compromettere la qualità della vita democratica del Paese.
Fonte: andreacausin.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi