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Dichiarazione di Massimo Granchi

Alla data della dichiarazione: Assessore  Comune Monteroni d'Arbia (SI)


 

Commento su "vogliamo fare una maxi provincia siena-arezzo"

  • (27 settembre 2011) - fonte: Stefano Bisi - inserita il 21 ottobre 2011 da 20388
    Sono consapevole del fatto che un intervento finalizzato ad effettuare economie e a massimizzare le risorse disponibili in questo momento di crisi nazionale debba passare anche da una riflessione sugli scopi e le finalità di un organismo intermedio come la Provincia che rispetto alla capillarizzazione dei Comuni e alla sovrintendenza gestionale delle Regioni, rischia di apparire come uno strumento di governo locale inutile o quanto meno anacronistico. Senza appesantire il già articolato e multicolore dibattito sugli sprechi a livello statale, ritengo opportuno affermare che il riesame del ruolo delle amministrazioni pubbliche e delle relative funzioni interessi più livelli di governo (statale, regionale e locale), a partire dunque dagli organismi ministeriali sino ad arrivare ai piccoli comuni. Non si può procedere al taglio di un organismo di governo intermedio solo perché si ritiene che all’interno del ventaglio delle possibilità esistenti questa scelta possa essere la più indolore. Io sposterei la prospettiva di analisi da ciò che la Provincia non fa a ciò che essa fa e farà per i Comuni e per la Regione. Penso all’opera di governance che la Provincia di Siena ha svolto negli ultimi cinque anni al fine di elaborare un documento programmatico di sviluppo condiviso a sostegno delle politiche regionali che portasse ad un vero e proprio Patto per lo Sviluppo Locale in Toscana. Un documento che ha fornito negli anni – nella sua complessa fase di elaborazione – strumenti, informazioni,opportunità e sostegno a tutti i comuni senesi e toscani – ognuno nel proprio ambito di competenza – andando a sostenere tecnici e amministratori comunali che per vari motivi non potevano esprimere al meglio o orientare le proprie esigenze verso la realizzazione concreta di progetti di sviluppo efficace per la propria area. Penso alla programmazione annuale delle attività di istruzione e formazione nel rispetto del principio di sussidiarietà ed integrazione che si realizzano nelle forme di consultazione di tutti gli attori coinvolti sul territorio, ancora una volta in una logica di governance territoriale, che garantisce il diritto all’apprendimento durante tutto il corso della vita, oltre ad un’alta qualità dell’offerta sia educativa sia formativa. Penso infine alla gestione della rete stradale di competenza provinciale e in particolare al coordinamento della relativa manutenzione, della verifica dell’efficienza del modello organizzativo con il quale esercita l’attività di manutenzione medesima, della verifica e programmazione del fabbisogno finanziario per la sua realizzazione. Credo dunque che una riflessione sul ruolo della Provincia nel futuro dell’Italia non possa escludere una seria riflessione almeno di livello regionale sulle funzioni e sui ruoli che Regione, province e comuni svolgono oggi all’interno di un sistema gestionale complesso ognuno secondo competenza, al fine di formulare un intervento alternativo cosciente e coerente con le effettive esigenze di un territorio che oggi fa i conti con i tagli finanziari del governo, la mancanza di personale, il blocco del turnover, da una parte per eliminare inutili sovrapposizioni ed eccessive burocratizzazioni dei processi, dall’altra per elaborare un piano intersettoriale e multilivello il più possibile partecipato al fine di ottimizzare l’intero sistema regionale delle competenze senza dimenticare e indebolire il rapporto tra cittadini, territorio e organismi intermedi.
    Fonte: Stefano Bisi | vai alla pagina
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