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Dichiarazione di Ermete REALACCI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Per l'Italia serve architettura di qualità no condoni

  • (11 ottobre 2011) - fonte: ilcannocchiale.it - inserita il 11 ottobre 2011 da 31

    “Nei giorni in cui torna a farsi largo l’inaccettabile idea di un nuovo condono edilizio, questa proposta di legge va nella direzione esattamente opposta. Può essere vista come una sorta di antidoto contro chi pensa che il nostro territorio possa continuare ad essere violato da colate di cemento brutto e selvaggio. Per fortuna sono in molti, anche nella maggioranza, a non pensarla così.

    Non è questa la strada per il futuro del nostro paese e per affrontare la crisi:
    Questa legge vuole aiutare l’Italia a continuare a produrre bellezza e qualità, assecondando una nostra missione storica e rafforzando uno dei più importanti fattori competitivi della nostra economia”.

    Lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy oggi alla Camera dei Deputati nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di legge per l’architettura di qualità di cui è primo firmatario.

    Fonte: ilcannocchiale.it | vai alla pagina

    Argomenti: ambiente, territorio, cementificazione, condono edilizio | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 11 ottobre 2011 da 31
    Il progetto di legge sull'architettura di qualità dell'on. Realacci coglie appieno le richieste provenienti dal mondo delle fonti di energia rinnovabile, disencentivate da un governo ottuso e negativo per uno sviluppo in sintonia con l'ambiente. Un altro condono edilizio servirebbe solo ai palazzinari che sull'abusivismo edilizio hanno speculato e tratto enormi vantaggi economici, a discapito del territorio e di cittadini che non chiedevano altro se non una casa dignitosa in cui vivere. Agli speculatori del cemento quindi, diciamo no al condono e sì a sanzioni economiche da applicarsi, dove possibile, anche con modalità di legge che vaglino gli abusi pregressi. E non si tratterebbe di un ritorno al passato, ma di un passaggio indispensabile per far pagare chi si riteneva al di sopra di tutti.

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