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Dichiarazione di Luigi RAMPONI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) 


 

Mozione sullo sviluppo dell'informatica e della tecnologia elettronica

  • (02 novembre 2011) - fonte: www.senato.it - inserita il 13 dicembre 2011 da 18670
    Signora Presidente, prima di illustrare la mozione, desidero esprimere la mia personale soddisfazione perché su di essa ho trovato la convergenza della grande maggioranza dei Gruppi rappresentati in Senato. La mozione è stata anche concordata con il Governo, perché si tratta di argomento estremamente delicato. In che cosa consiste la mozione? .... La mozione è dettata da questa realtà: lo sviluppo dell'informatica e della tecnologia elettronica ha fatto sì che la società potesse dotarsi, nella gestione dell'erogazione di tutte le risorse di carattere energetico, nella regolazione dei trasporti, nell'attività bancaria e anche nella stessa attività politica, di sistemi automatici e cibernetici, che hanno facilitato di molto l'attività gestionale e la possibilità di vita della società. Questo è un grande vantaggio, naturalmente, che riguarda soprattutto gli Stati avanzati, ma che presenta delle vulnerabilità molto pericolose. I sistemi cibernetici possono essere oggetto di attacchi che possono pregiudicarne o, addirittura, bloccarne il funzionamento. Credo sia chiaro come questo fatto sia di estrema preoccupazione: preoccupazione che interessa tutti gli Stati avanzati di questo mondo. Chi può condurre questi attacchi? Questi attacchi possono essere condotti dalla criminalità organizzata, che può utilizzare il sistema per riuscire ad estorcere denaro e a conoscere situazioni riservate; oppure, ancora più pericolosamente, dal terrorismo, il quale può arrivare a bloccare dei sistemi e a mettere in crisi il funzionamento delle attività della società (immaginate cosa può accadere, per esempio, se si blocca il sistema di gestione delle ferrovie o dei trasporti); oppure anche dalla stessa intelligence di Stati canaglia, o di Stati malintenzionati, che possono carpire segreti nei confronti dell'attaccato e, soprattutto, possono dar luogo a quella che modernamente si chiama cyber war, cioè una dimensione nuova, nella quale uno Stato può paralizzare l'attività sociale, di vita, dell'altro Stato. E credo di poter fare una previsione giusta, ma comunque assai condivisa, nell'affermare che le prossime guerre, nel caso dovessero essere malauguratamente combattute, avranno non un inizio corrusco di bombardamenti o altro, ma avranno un inizio di carattere cibernetico. Gli avversari cercheranno di bloccare le capacità di difesa ma anche di vita delle società che vogliono attaccare. Questo fatto rende evidentemente delicatissimo il problema, impone come ineludibile l'approntamento di sistemi di garanzia, di difesa e di mantenimento del funzionamento dei sistemi gestionali. Qual è la situazione italiana? È paragonabile a quella di altri Stati, i quali comunque hanno deciso di realizzare un sistema di coordinamento e controllo per tutta la rete di difesa. In Italia, anche sulla base di un'indagine fatta dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e anche a seguito di quanto è stato dibattuto in un convegno che ho organizzato alcuni mesi fa, da cui discende questa mozione, è emersa la necessità dell'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri di un ente che definisca la strategia nazionale di difesa contro gli attacchi cyber e nello stesso tempo emani le direttive per l'attuazione coordinata ed anche per il controllo e il coordinamento della stessa attività. È un elemento essenziale per consentire alla Nazione italiana di allinearsi con le altre Nazioni nella predisposizione di difesa nei confronti di questa minaccia. Chi può portare questa minaccia? Chiunque. Essa può essere portata dal semplice hacker, come dicevo prima, fino ad arrivare a uno Stato che voglia arrecare danno. Contro chi può essere portata? Contro chiunque: contro il nostro conto corrente, ad esempio, oppure addirittura - ripeto - contro la gestione dello Stato. Quindi, è una minaccia che viene da chiunque contro chiunque. È una minaccia che può essere portata in maniera estremamente economica e che diventa pericolosissima nelle mani di terroristi o di altre organizzazioni malavitose, e quindi richiede la necessità da parte del Governo di assumere un'iniziativa precisa per costituire questo organo di coordinamento e di controllo. È quello che la mozione chiede ed è quello che il Senato invita il Governo ad impegnarsi a fare. (Applausi dal Gruppo PdL).
    Fonte: www.senato.it | vai alla pagina
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