Ti trovi in Home  » Politici  » Dario FRANCESCHINI  » Oggi cala il sipario. Il PD è pronto ad una pagina nuova, nell'interesse del Paese

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Oggi cala il sipario. Il PD è pronto ad una pagina nuova, nell'interesse del Paese

  • (12 novembre 2011) - fonte: dariofranceschini.it - inserita il 13 novembre 2011 da 15492
    “Oggi scende il sipario su una lunga e dolorosa fase della storia politica italiana. Il Paese arriva a questa giornata frastornato, impaurito, travolto da una crisi finanziaria che ha attraversato le vite individuali e la nostra esperienza collettiva. Ma l'Italia arriva ancora carica di potenzialità, carica di energie, un Paese che ha voglia di voltare pagina ed ha voglia di ricominciare daccapo. Era sembrato, per molti anni, questi lunghi anni, che il potere si fosse trasferito altrove, che la forza dell'economia, la forza del denaro, la forza dei soldi, la forza della spregiudicatezza, fosse inesorabilmente diventata molto molto più forte di istituzioni giudicate troppo deboli e troppo antiche. Qualcuno sottolineava questo con preoccupazione, qualcun altro con soddisfazione, ma era una valutazione comune, soprattutto perché quelle istituzioni sono state maltrattate ed insultate da chi ne ha guidata una parte in questi anni”. Lo ha affermato Dario Franceschini, intervenendo alla Camera.

    “E, invece, proprio quelle istituzioni democratiche e, in particolare, il Parlamento - e di questo dovremmo essere tutti orgogliosi -, hanno dimostrato di essere più solide e più forti di qualsiasi potere personale e di qualsiasi abuso. Le istituzioni democratiche vanno rinnovate certo, ma non vanno sostituite o eliminate. E se Berlusconi, tra pochissimo, tra qualche minuto, tra qualche ora, salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni, è perché il Governo è caduto dove doveva cadere, ossia è caduto in Parlamento. Certo, come sappiamo bene, dentro la crisi finanziaria, dentro la bufera dei mercati. Vedo che voi siete incapaci di ascoltare e capaci di urlare in qualsiasi ruolo vi trovate in quest'Aula. Mi fa piacere. Certo, dentro la bufera finanziaria, dentro la crisi dei mercati, ma era già successo tante volte nell'anno che abbiamo alle spalle e, quindi, il Governo sarebbe dovuto cadere molte volte. La parola «fine», invece, è stata segnata quando su quel tabellone è comparso il numero 308 e quella è una prova di solidità delle regole democratiche. I Governi stanno in piedi solo se hanno la maggioranza in entrambe le Camere, questo dice la nostra Costituzione. E, purtroppo, oggi è possibile, credo per tutti gli italiani e per molti anche in quest'Aula, capire quanto tempo si è perduto, quanto sarebbe stato diverso il destino di ogni famiglia e di ogni impresa italiana se il 14 dicembre quel voto fosse andato diversamente e non ci fosse stato un peccato di mancanza di coraggio e di opportunismo. Non avremmo sprecato un anno! Non avremmo regalato un anno alla speculazione, alla crisi, alla perdita dei redditi con costi enormi per la nostra economia. Agli atti di questo Parlamento ci sono i nomi e i cognomi di chi ha causato quella situazione, e non li dimenticheremo” – ha proseguito Franceschini.

    “Quello che è avvenuto, è avvenuto grazie al lavoro comune delle opposizioni. Noi sappiamo di avere - tra di noi, con il Terzo Polo e con l'Italia dei Valori - anche idee diverse, ma abbiamo saputo mettere in moto, in questi mesi, un cammino comune. Qualsiasi cosa succederà, in quest'Aula e nel Paese, il Partito Democratico lavorerà per non disperdere il lavoro comune che abbiamo fatto in questi mesi e che ha portato a questo risultato. Noi abbiamo scelto la via della responsabilità: abbiamo dimostrato responsabilità quando, insieme, con lo stesso voto, una settimana fa, siamo riusciti a chiudere l'esperienza di questo Governo e contemporaneamente a garantire per il Paese l'approvazione del rendiconto, dell'assestamento e, oggi, della legge di stabilità, in presenza di una maggioranza che non c'è più, politicamente e numericamente. Il lavoro delle opposizioni ci consente oggi di avere concordemente deciso di assumere un voto differenziato: in questo voto differenziato il Partito Democratico resterà in Aula, come abbiamo già fatto al Senato, ma non parteciperà al voto. Abbiamo scelto la via della responsabilità. Tutti i sondaggi - e non ci vuole molto a capirlo - dimostrano che il Partito Democratico, nei diversi schemi di coalizione, vincerebbe le elezioni tra qualche mese. Eppure, abbiamo indicato da un anno la strada del Governo di emergenza. Un anno fa - ce lo dicevano anche editorialisti che farebbero bene a rileggere i loro articoli oggi - sembrava che noi indicassimo la strada del Governo di emergenza perché avevamo paura delle elezioni: così ci veniva detto. Oggi, noi forniamo la prova che scegliamo quella strada perché essa serve al Paese: quando, nella vita individuale e collettiva di un partito, ci si trova ad un punto in cui l'interesse del partito e quello del Paese non coincidono, si sceglie senza esitazione l'interesse del Paese! E l'interesse del Paese, oggi, è restituire fiducia agli italiani e credibilità all'Italia nel mondo!” – ha continuato Franceschini.

    “Domani, entriamo in un tempo nuovo. Berlusconi, nel bene o nel male, è stato uno spartiacque di questo Paese: ha fatto nascere il bipolarismo e poi lo ha inquinato e ammalato. Tutto è stato segnato da lui: le coalizioni e il dibattito, contro o a favore di Berlusconi. Adesso quella stagione è finita. Siamo chiamati a ricostruire sulle macerie finanziarie, sociali e di valori. Siamo chiamati ad affrontare le riforme dell'economia, della finanza e delle regole costituzionali del Paese, in una fase di transizione. Il Partito Democratico sarà dentro quella fase di transizione, con la forza, la stabilità, la solidità e l'unità che ha dimostrato in questi mesi. Ognuno, se vorrà, potrà stare dentro questa fase di transizione, sapendo che siamo, resteremo e torneremo ad essere avversari. Ma c'è un punto in cui ci si deve chiedere, singolarmente e collettivamente, se si mette l'interesse del Paese davanti ai propri interessi di parte. L'Italia aspetta. – ha concluso Franceschini - Noi forze politiche, tutti noi singoli deputati, siamo chiamati ad iniziare questo percorso di ricostruzione. Ognuno, in quest'Aula, dovrà dimostrare di esserne all'altezza”.

    Testo e video dell'intervento di Dario Franceschini alla Camera
    Fonte: dariofranceschini.it | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, governo, dimissioni, pd, opposizione, italia, crisi, mercati | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato