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Dichiarazione di Stefano STEFANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega)  - Pres. commissione Affari esteri Camera - Deputato (Gruppo: Lega) 


 

Risparmi e pensioni continuiamo a tutelarli noi

  • (17 novembre 2011) - fonte: Quotidiano "la Padania" - inserita il 17 novembre 2011 da 21157

    Ci siamo. Ieri è nato il governo Monti e tutti i partiti che lo sostengono hanno inneggiato al senso di responsabilità che l’inchiostro di alcuni giornali ha fatto coincidere con una “democrazia ritrovata”. Mi domando: ma che fine ha fatto la democrazia? Lo dico guardando alla situazione italiana, col Parlamento che si arrende alla Borsa e la sovranità politica che cede il passo a quella tecnico- economica, con un premier che il popolo sovrano non ha mai votato. La figura di Mario Monti, che personalmente stimo avendo avuto modo di apprezzarne abilità e competenza, si è trasformata in questi giorni nel simbolo del cambiamento tanto agognato da quella parte d’ Italia che ha gridato in piazza lo scorso 12 novembre, infierendo sulla parabola umana e politica di Berlusconi per esaltare chiunque avesse preso il suo posto nella gestione della crisi economica e nell’amministrazione del Paese. E poco importava alla gente quella sera se è storicamente risaputo che un governo di soli tecnici non è sufficiente per risolvere la crisi ma che la politica è necessaria per un piano di salvataggio dell’Italia.

    La Lega questo invece l’ha sempre saputo e se Monti da ieri ha in mano un pezzo del nostro futuro, le altre tessere del mosaico spettano ai partiti politici perché il nuovo premier nelle sue decisioni dovrà fare i conti con i numeri del Parlamento ma soprattutto con le ragioni della politica.

    È in quest’ottica che la Lega, al contrario di chi vuole vederla arroccata su posizioni pretestuose, si è posta come la sola forza politica all’opposizione ed ha restituito al Parlamento il ruolo istituzionale che è chiamato a ricoprire, e cioè quello di fare le leggi attraverso la dialettica ed il confronto. Ci siamo distaccati da questo esecutivo sostenuto, a mio avviso, da un’ammucchiata di gente e da anime politiche diverse; non si era mai visto un governo appoggiato da tutti i partiti politici neppure nei tempi più bui del terrorismo quando il quinto governo Andreotti, quello di “solidarietà nazionale”, fece coesistere DC e PCI lasciando fuori dalla coalizione missini e liberali. Non è sulla confusione che si basa quella di cui tutti ora hanno la bocca piena, e cioè la responsabilità nazionale.

    Andare all’opposizione, vuol dire dare uno strappo ai compromessi e alle costrizioni per scegliere liberamente e con senso di responsabilità le soluzioni ai problemi dell’Italia e del popolo del Nord. Insomma, come dice qualcuno, ci si può togliere la giacca e la cravatta, per rimboccarsi le maniche delle nostre camice verdi.

    La riapertura del Parlamento del Nord, che molti, i soliti, hanno visto come un attentato all’unità nazionale, altro non è che la risposta della Lega alla sua base preoccupata delle ripercussioni di questi nuovi equilibri sul territorio e sulle piccole e medie imprese. Ancora fa male lo schiaffo che questo governo ci ha dato ieri, sostituendo il ministero del Federalismo con un più ecumenico dicastero per la Coesione territoriale, vanificando il percorso intrapreso da tempo per portare a compimento il federalismo.

    Di fronte ad una situazione di forti cambiamenti e di evidente disagio, la Lega resta vigile ai bisogni del suo popolo ponendosi come l’unico baluardo alla grande finanza dei colossi franco- tedeschi, pronti a fagocitare in un solo boccone i risultati ottenuti in tutti questi anni. A chi pensa, con una certa malizia, che la nostra posizione sia stata il frutto di dietrologie elettorali ponendoci come paladini della sovranità popolare, chiedo di fare un passo indietro e leggere la storia di questi giorni con lucidità, mettendo da parte i soliti pregiudizi che ci vogliono bastian contrari sempre e comunque; noi abbiamo semplicemente risposto alla chiamata di una missione che ci vede tutti impegnati; e cioè difendere con ogni mezzo il risparmio e le pensioni degli italiani.

    Stefano Stefani
    Presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati

    Fonte: Quotidiano "la Padania" | vai alla pagina

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