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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«Ormai c'è un'intesa politica tra Pdl, Pd e Udc» - INTERVISTA

  • (26 novembre 2011) - fonte: La Stampa - Francesca Schianchi - inserita il 26 novembre 2011 da 31

    «Con queste trattative cambia lo scenario»

    Glielo dico in dipietrese:"a me che ci sia stato oppure no un incontro segreto non mi fa né caldo né freddo".

    Davvero presidente Antonio Di Pietro?

    «Avendo l`Italia dei valori deciso di non partecipare a nessuna spartizione o lottizzazione e non considerando questo governo un governo politico, non facciamo parte di quella che sempre più si evidenzia come una maggioranza politica fra Pd, Pdl e Udc...».

    I diretti interessati hanno smentito un incontro: Bersani ha parlato di «contatti dei leader». E` stato contattato pure lei?

    «No, non sono stato contattato e bene ha fatto il presidente a non contattarmi. Se lo avesse fatto gli avrei risposto "Presidente, quel che ha da dirmi lo venga a dire in Aula o in Commissione parlamentare"».

    Dica la verità: non si sente escluso? Tutti convocati e lei no...

    «Non mi sento escluso da quella maggioranza! Anzi, se si sono presi un caffè insieme hanno fatto bene: io non sarei andato, perché non ha proprio senso una maggioranza politica Idv-Pdl».

    Eppure il capogruppo dell`Idv Donadi chiede chiarezza e parla di un governo che rischia di trasformarsi in «una setta carbonara».

    «Con Donadi ne abbiamo parlato ieri sera in Ufficio di presidenza: il punto che temiamo è che si voglia fare rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta».

    Cosa intende dire?

    «Questo è un governo del presidente perché non ci sono ministri politici e, per diretta ammissione dei protagonisti, non dovrebbe esserci una maggioranza politica ad appoggiarlo. E` un governo molto snello in cui la quasi totalità delle sue funzioni, che sono legate all`emergenza economica, sono nelle mani di due persone: Monti e Passera. Addirittura Passera riunisce cinque ministeri: sviluppo economico, infrastrutture, trasporti, marina e comunicazioni».

    Quindi?

    «Non avendo loro il dono dell`ubiquità, in realtà questi ministeri saranno affidati in gran parte a viceministri e sottosegretari. Se i partiti se li spartiscono, si rischia di far rientrare dalla finestra il governo politico. Pd e Pdl non vogliono far sapere all`opinione pubblica di essere in coalizione insieme, ma se creano un sottogoverno di politici trombati o comunque di persone che fanno da interfaccia tra governo e partiti, è... è inopportuno. E lancio anche un messaggio».

    Prego.

    «Sarebbe pericoloso: a questo punto non si tratterebbe più di un gesto di responsabilità ma di un ribaltone».

    Si incontrino pure, ma non discutano di sottosegretari...

    «Io voglio solo sapere se esiste una nuova coalizione politica: e questo non si vede da un caffè bevuto insieme una sera, ma dal fatto che i partiti scelgano viceministri e sottosegretari in violazione della legge elettorale, che li aveva visti in coalizioni diverse».

    E se si delineasse questa nuova coalizione, questo comprometterebbe i suoi rapporti col Pd?

    «Ma alla fine bisognerà pure andare alle elezioni: mica credo che il Pd arrivi all`autolesionismo di presentarsi in un`alleanza Pd-Pdl!».

    Quindi se i sottosegretari alla fine saranno dei politici riconducibili alle varie forze, lei cosa farà?

    «Dirò che è un errore non rispettare il modello tecnico. Poi vedrò che cosa produrranno e valuterò: ché quello interessa agli italiani, non il vociare notturno...».

    TRA NOMINE E PARTITI
    Il Messaggero.it


    Fonte: La Stampa - Francesca Schianchi | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, partito unico, coalizioni, nomine, governo tecnico, sottosegretari, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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