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Dichiarazione di Marco Del Negro

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Basiliano (UD) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) 


 

Politica ed amministrazione

  • (05 gennaio 2012) - fonte: www.marcodelnegro.blogspot.com, Messaggero Veneto - inserita il 11 gennaio 2012 da 22231
    Da molti anni l'attività amministrativa di sindaci ed amministratori locali ha valicato i confini della politica per rifugiarsi nella convinzione che, a certi livelli, non vi siano schieramenti che tengono. L'errore contenuto in una simile considerazione è quello di ritenere la politica come mera espressione dei disvalori di parte dell'attuale classe dirigente, corrotta, dequalificata e sicuramente non all'altezza di oneri ed onori. In realtà bisognerebbe considerare la politica, e non i partiti, come fondamento del fare amministrativo. La politica come origine di ogni cosa è figlia a sua volta dell'uomo e del suo pensiero. Non vi è politica trascendente né entità sovrastante che possa condizionare certi sviluppi. La politica è fatta dagli uomini e diventa strumento degli stessi in chiave di traduzione delle sue istanze al servizio del popolo. La discriminante tra un amministratore capace ed uno meno risiede nel rapporto, manifesto o meno, che questi ha con la politica. Mentre il primo muove i suoi passi verso un'idea astratta, sicuramente irraggiungibile nei fini ultimi, ma feconda di frutti nel suo percorso, il secondo ritiene che quanto richiesto sia semplicemente conservare senza far troppi danni il fardello di cui ci si è fatti carico. Entrambe queste due figure hanno una degenerazione: nel primo caso abbiamo quei politici che ritengono disdicevole scendere a compromessi di qualunque fatta e cadono troppo spesso in uno sterile ostruzionismo, nel secondo nasce la figura del'amministratore "interessato". Questa figura, peraltro sempre esistita nella storia più o meno recente, assume nei piccoli comuni i panni di chi utilizza il proprio ruolo come prolungamento della sua attività personale. Il conflitto di interessi è purtroppo un male che colpisce la politica a tutti i suoi livelli. L'obiettivo deve essere quello di limitarne gli effetti, tenendo il lupo lontano dall'agnello, ad esempio, evitando che certi incarichi pubblici vengano ricoperti da soggetti che lavorano nel medesimo settore e che da una commistione pubblico-privato possono trarre benefici personali. Queste scelte passano solamente attraverso la volontà degli individui; non vi è la possibilità di escludere certe categorie di soggetti per non dover poi, di conseguenza, limitare la partecipazione alla vita politica ad esperti qualificati, e rinunciare così ad un arricchimento della gestione pubblica. La chiave di lettura è data dal livello e dalla qualità di cultura politica di chi è chiamato a svolgere funzioni di amministratore. L'obiettivo deve essere quello di creare una nuova classe dirigente che sappia guardare oltre il contingente ma non viva di utopie; che possa essere politica ma non sdegnarsi altezzosamente di fronte a problematiche particolari. Ed è proprio per questo che i partiti dovrebbero riscoprire una loro identità di base che permetta ai cittadini un facile riconoscimento ed ai rappresentanti da questi eletti, una miglior stabilità emotiva di fronte a decisioni rilevanti. Viviamo purtroppo una fase storica nella quale i partiti non hanno la capacità di guidare questa crescita perché articolati su logiche conservatrici che ne fanno degli strumenti per il facile controllo di una società statica. L'impegno è pertanto lasciato a singoli o gruppi di giovani che cerchino di formarsi autonomamente una propria preparazione culturale e politica. Saranno questi a candidarsi a rinnovare i modi di amministrare. Fuori e dentro ai partiti. Questo l'auspicio e questa la sfida.
    Fonte: www.marcodelnegro.blogspot.com, Messaggero Veneto | vai alla pagina
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