-
» Il Governo Monti ruba i soldi dei nostri Comuni!
Severino DAMIOLINI in data 10 febbraio 2012
-
» "Da restituire tutti i regali oltre i 150 euro"
Mario MONTI in data 08 febbraio 2012
-
» "Non è una persecuzione chiedere sacrifici alle categorie"
Mario MONTI in data 06 febbraio 2012
-
» «Gli italiani vogliono stare con mamma e papà»
Annamaria Cancellieri in data 06 febbraio 2012
-
» «Marchionne come la Thatcher»
Elsa Fornero in data 04 febbraio 2012
-
» «Immigrati cittadini? Non solo per nascita, servono le condizioni»
Annamaria Cancellieri in data 29 gennaio 2012
-
» Il "nuovo" turismo alla prova del Carnevale
Giuseppe TASSONE in data 27 gennaio 2012
-
» Gaeta. Con il Decreto Legge del 20/01/2012 pubblicato in G.U. il 24/01/2012 le liberalizzazioni in tema di assicurazioni sono ingiuste, incoerenti ed inefficaci
Emilio Gaeta in data 26 gennaio 2012
-
» Riforma del lavoro, attenzione alle pari opportunità
Delia MURER in data 25 gennaio 2012
-
» Governo/Ritardi pagamenti: «Passi avanti importanti decisioni del governo, ma proseguo sciopero della fame»
Marco BELTRANDI in data 25 gennaio 2012
-
» Il futuro del Pd non è arancione
Franco MIRABELLI in data 25 gennaio 2012
-
» L’inadeguatezza dei partiti ad affrontare la modernizzazione del Paese
Andrea CAUSIN in data 24 gennaio 2012
-
» Dal governo Monti una manovra che non affronta i nodi critici del paese
Andrea CAUSIN in data 24 gennaio 2012
-
» "Monti dia un segnale sulle accise in Sicilia"
Benedetto Fabio GRANATA in data 23 gennaio 2012
-
» «Monti viva il suo giorno da leone. Presto un nuovo '92 porterà al voto» - INTERVISTA
Antonio DI PIETRO in data 23 gennaio 2012
-
» «Articolo 18? La priorità è il precariato. E il governo rafforzi le liberalizzazioni» - INTERVISTA
Rosy BINDI in data 23 gennaio 2012
-
» TIR. “Non tollereremo blocchi stradali”
Annamaria Cancellieri in data 23 gennaio 2012
-
» TIR. “Chi protesta pensi al futuro dei propri figli”
Corrado Clini in data 23 gennaio 2012
-
» «TIR. No a blocchi illegali, ma il governo dia risposte»
Felice BELISARIO in data 23 gennaio 2012
-
» «TIR. Il governo faccia rimuovere i blocchi»
Silvia VELO in data 23 gennaio 2012
-
» «Ora riforma mercato lavoro per i giovani. L'art. 18 non sia un tabù»
Mario MONTI in data 22 gennaio 2012
-
» «Difendere le liberalizzazioni»
Pier Luigi BERSANI in data 22 gennaio 2012
-
» «Riforme senza precedenti»
Enrico MORANDO in data 21 gennaio 2012
-
» Più che i partiti va convinto il Paese
Antonio POLITO in data 21 gennaio 2012
-
» «Può essere una svolta ma temiamo brutte sorprese sul gas» - INTERVISTA
Francesco BOCCIA in data 20 gennaio 2012
-
» «Serve la riforma dell’acqua. E Monti lo sa» - INTERVISTA
Andrea RONCHI in data 20 gennaio 2012
-
» «Altro che `quarto polo`. Non molliamo Pd e Idv» - INTERVISTA
Nichi VENDOLA in data 20 gennaio 2012
-
» «E' necessario cambiare il Porcellum altrimenti il Pd farà primarie a ogni livello» - INTERVISTA
Enrico LETTA in data 20 gennaio 2012
-
» «Legge elettorale priorità assoluta» - INTERVISTA
Rosy BINDI in data 20 gennaio 2012
-
» Un’alleanza nell’interesse del Paese
Franco MIRABELLI in data 15 gennaio 2012
-
» Benecomunismo per la rivoluzione - INTERVISTA
Luigi de MAGISTRIS in data 14 gennaio 2012
-
» Ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, per poter meglio difendere la propria immagine
Carlo Malinconico in data 10 gennaio 2012
-
» Sulle liberalizzazioni non si butti fumo negli occhi
Roberto COTA in data 09 gennaio 2012
-
» Lotta all'evasione fiscale: finalmente la svolta, solo così tutti pagheranno meno
Dario FRANCESCHINI in data 08 gennaio 2012
-
» LIBERALIZZAZIONI, “OK AL RICORSO CONTRO LO SHOPPING NO STOP”
Marina STACCIOLI in data 03 gennaio 2012
Dichiarazione di Antonio POLITO
Più che i partiti va convinto il Paese
-
(21 gennaio 2012) - fonte: Corriere della Sera - inserita il 21 gennaio 2012 da 31
Sarà pur vero che «si poteva fare di più e meglio», come dice Bersani, o che «il governo tecnico non sta dando frutti», come dice Berlusconi; ma vien da chiedere ad entrambi perché più e meglio non sia stato fatto in questi quindici anni, e quali frutti i governi dell’uno e dell’altro abbiano dato in materia di crescita economica. Il maxi-decreto contiene certamente prudenze e rinvii. Per esempio: in materia di professioni e mestieri non si è eliminato nessun monopolio, al massimo si è allargato il numero dei monopolisti. Ma certamente appare come il primo tentativo organico di trasformare l’Italia da Paese in cui dettano legge i fornitori dei servizi, organizzati e ben collegati alla classe politica, a Paese in cui contano anche gli interessi dei fruitori dei servizi, che non hanno né sindacati né associazioni a proteggerli.Se questo tentativo riuscirà è tutto da vedere. A cominciare da ciò che accadrà in Parlamento quando queste misure, per avere il voto dei partiti, dovranno scendere a patti con i loro emendamenti. Ma a decidere davvero sarà l’atteggiamento del Paese: sosterrà il cambiamento? Si ribellerà? O starà alla finestra ad aspettare l’esito dello scontro tra il governo dei tecnici e le corporazioni? Dovunque in Europa cambiare è difficile. Il «buon professore» Monti, come lo chiama l’Economist, ha però un indubbio vantaggio. Un celebre aneddoto di Bruxelles racconta che, alla fine di un difficile vertice, il premier lussemburghese Juncker confessò ai giornalisti: «Il guaio è che tutti sappiamo quali riforme servono ai nostri Paesi, ma nessuno di noi sa come vincere le elezioni dopo averle fatte».
Monti questo problema non ce l’ha, e non solo perché alle prossime elezioni dice che non ci sarà. Ma anche perché, almeno finora, gli elettori sembrano concordare sulla necessità delle riforme che sta facendo, anche quando non le gradiscono. Le categorie protestano, praticamente tutte; l’opinione pubblica, che non è mai la somma delle categorie, approva. Pur nel pieno di decine di mini- rivolte sociali (quella dei tassisti è al limite del codice penale), i sondaggi dicono ancora sì a Monti; ma ancor più dicono sì alle liberalizzazioni. Anzi: il partito che più è apparso frenarle, il Pdl, cala nei consensi; mentre il partito che più le invoca, il Pd, cresce. Sembra essersi creata una bolla di riformismo, se così si può dire, nell’opinione pubblica. Un tedesco direbbe che questo è il bello della frusta dei mercati, perché solo sotto minaccia di fallimento un Paese come l’Italia si dà il coraggio di cambiare.
Un italiano potrebbe invece vederci la convenienza, la speranza cioè che le liberalizzazioni diano alle famiglie un risparmio se non equivalente quanto meno risarcitorio dell’aumento delle tasse e della riduzione delle pensioni. Anche perché in tempi di crisi come questi non ci sono molti altri modi di incrementare il reddito. Essendo una bolla, questo stato d’animo va però maneggiato con un’intelligenza che si dovrebbe definire «politica», se a praticarla non fosse un governo «tecnico». Innanzitutto perché l’esperimento non avviene in vitro, ma nella carne di un corpo sociale già sotto i ferri di una durissima recessione. Bisogna dunque ricordare sempre che se si mettono in crisi categorie, professioni e settori che già sono in crisi, senza produrre vantaggi economici evidenti, si commette un errore di arroganza intellettuale. Il secondo punto cruciale è l’equità.
I «grandi» e i «pubblici» non devono ricevere un trattamento di favore rispetto ai «piccoli» e ai «privati». Anche per spuntare questa critica il governo ha deciso di avviare finalmente quella separazione proprietaria tra Eni e Snam rete gas che nessun governo politico ha mai avuto il fegato di fare. Ma è anche vero che la stessa cosa non è stata fatta per le Fs e la rete ferroviaria, rinviando ogni decisione a una mega-Authority che assomiglia sempre più a un ministero. C’è poi un’altra prova di equità da dare. Comincia lunedì la trattativa per la liberalizzazione del mercato del lavoro, che vale almeno quanto l’aumento del numero delle farmacie. In quella sede il governo deve dimostrare che i poteri forti non hanno diritti di precedenza nemmeno se si chiamano sindacati e Confindustria.
Fonte: Corriere della Sera | vai alla pagina » Segnala errori / abusi