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Dichiarazione di Filippo SALTAMARTINI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI)  - Sindaco  Comune Cingoli (MC) (Partito: Il Popolo Della Libe)  - Consigliere  Consiglio Comunale Cingoli (MC) (Lista di elezione: Il Popolo Della Libe) 


 

Emendamenti a tutela delle forze di polizia nel decreto svuota carceri

  • (24 gennaio 2012) - fonte: Resoconti Senato - inserita il 24 gennaio 2012 da 14181

    Signora Presidente,
    prendo la parola perché penso che il dibattito che si è sviluppato in Commissione giustizia ed in Aula possa consentire di apportare delle modifiche molto significative al provvedimento che il Governo ha presentato il 22 dicembre. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza, signora Ministro, dell'emendamento della Commissione 2.29, che prevede l'obbligo di celebrare il rito per direttissima tutti i giorni, compresi il sabato e la domenica, con ciò sostanzialmente applicando al nostro ordinamento il writ di habeas corpus che appunto, come noi sappiamo, nella sua evoluzione prevede il diritto della persona privata della libertà personale con una misura precautelare di essere portata immediatamente davanti ad un giudice.

    Avevo proposto, signora Ministro, questa previsione con l'emendamento 1.203, in cui si indicava anche uno spettro temporale, cioè 12 ore dall'arresto. Probabilmente, a questo punto non è opportuno indicare un limite per l'esecuzione del giudizio direttissimo, ma credo che sia questo un grande passo avanti. Tralascio quindi di parlare del mio emendamento 1.15, che a questo punto si ritiene superato.

    Mi permetto di parlare, invece, dell'emendamento 1. 206, che prevede che per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale sia obbligatoria la custodia nella casa circondariale. Dico questo perché la custodia di persone che hanno compiuto atti di violenza nei riguardi di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria potrebbe costituire anche ipotesi di inquinamento delle prove, e credo che non sia neppure opportuno per l'acquisizione genuina delle fonti di prova. Teniamo presente che questa disposizione era stata introdotta, come quella dell'emendamento successivo, dalla legge n. 152 del 1975, la cosiddetta legge Reale. Era stata validata da più sentenze della Corte costituzionale e ulteriormente validata dal referendum svoltosi nel nostro Paese nel 1987, riguardante appunto la legge Reale.

    Ritengo quindi che in questo contesto, in cui si va a modificare il sistema di custodia delle misure precautelari, possa essere accolto l'emendamento 1.206 che potrebbe e dovrebbe introdurre un nuovo articolo 558-bis nel codice processuale di rito.

    L'emendamento 1.207 propone di accelerare i procedimenti per i reati commessi in servizio dal personale delle forze di polizia, e quindi accelerare l'iter di accertamento della responsabilità o, nell'ipotesi in cui non vi sia responsabilità, per il procedimento di emissione del decreto di archiviazione. In Aula ci sono stati numerosissimi interventi, così come in Commissione giustizia, di sostegno e solidarietà agli operatori delle forze dell'ordine, nonostante alcuni interventi abbiano addirittura messo in discussione il numero degli arresti convalidati in flagranza. Mi rivolgo a chi, intervenendo in Commissione giustizia ed in Aula, ha messo in dubbio tale problema. Vorrei semplicemente ricordare che gli operatori delle forze di polizia, nel caso in cui il giudice non dovesse convalidare l'arresto in flagranza di reato, si esporrebbero a profili di responsabilità penale per arresto illegale. E, quindi, i casi in cui questi fatti statisticamente si ripetono sono un numero insignificante.

    Ebbene, ritengo che, con la configurazione attuale del procedimento per i reati o le ipotesi di reati commessi nelle attività di polizia, possa essere allargata la platea ed il procedimento per giungere al decreto di archiviazione proprio perché in questi casi gli operatori si espongono a spese ed a processi estremamente defatiganti.

    Il collega Perduca, nella scorsa seduta, si era lungamente attardato a sottolineare il numero dei suicidi negli istituti di pena. Posso assicurare che questo fenomeno è particolarmente pernicioso e andrebbe studiato perché riguarda molto spesso anche tanti giovanissimi operatori del sistema di sicurezza che, nel loro agire, si trovano coinvolti in procedimenti penali. Quindi credo sia una questione di giustizia e di parità di trattamento prevedere che, nelle ipotesi previste dal codice di rito, il decreto di archiviazione debba essere emesso in tempi che consentano a queste persone di svolgere con serenità e con le capacità professionali derivanti dal loro status, le attività in cui sono impiegati.

    Fonte: Resoconti Senato | vai alla pagina

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