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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Riforma del lavoro, attenzione alle pari opportunità

  • (25 gennaio 2012) - fonte: deliamurer.it - inserita il 26 gennaio 2012 da 31

    Il Governo, insieme alle parti sociali, ha avviato il tavolo di discussione e di elaborazione per una riforma del mercato del lavoro. Si tratta di uno snodo fondamentale per modernizzare il Paese e consentire all’Italia di governare meglio questa insidiosa crisi economica internazionale. Si parla di riforma della cassa integrazione, di redditi più alti per i precari, di nuovi ammortizzatori sociali, di costo del lavoro e di produttività.

    Inutile, in questa fase, commentare le indiscrezioni sulle misure che sono in cantiere. Non c’è ancora una traccia precisa ed è bene rinviare ogni commento a quando il Governo avrà presentato, con chiarezza, una sua proposta organica. Il Partito Democratico è impegnato, però, nel suo sostegno al Governo, a segnalare con forza il grosso disagio che attraversa il mercato del lavoro e in particolare le categorie più deboli, più esposte alla crisi. Parliamo di chi perde il posto di lavoro, di chi è disoccupato da troppo tempo, di chi entra sul mercato dalla porta secondaria della precarietà e, invece di progredire, rimane sempre su quell’uscio incerto che ne condiziona la realizzazione personale e professionale. Tra i temi su cui faremo una battaglia c’è sicuramente il lavoro delle donne, questa difficile frontiera che vede le donne dover conciliare faticosamente i vari ruoli a cui sono chiamate, doverlo fare in condizioni più difficili, con meno prospettive di carriera, con meno retribuzione, pur avendo più competenze e preparazione. Dati drammatici, in questo senso, sono emersi di recente nel rapporto ombra Cedaw, uno studio sull’applicazione della Convenzione internazionale sui diritti delle donne per garantire pari opportunità in ambito sia pubblico che privato. La ricerca, condotta da associazioni e organizzazioni, è stata presentata qualche giorno fa alla Camera dei deputati con una iniziativa chiamata “Lavori in Corsa”.

    Diversi i dati che colpiscono. La pensione delle donne è mediamente più bassa del 30,5% rispetto a quella degli uomini: gli uomini rappresentano il 47% dei pensionati ma incassano il 56% del “monte pensioni”. Le studentesse rappresentano il 58% dei laureati, ma le ricercatrici universitarie sono il 40%, le professoresse associate il 32%, le ordinarie solo il 14% e sono 2 le uniche donne rettore in tutta Italia. Una donna su due non cerca lavoro, e nelle Regioni del Sud il tasso raggiunge picchi del 63%. In Italia oltre un quarto delle donne occupate abbandona il lavoro dopo la maternità: solo nel 2010 per questo motivo 800 mila donne sono uscite dal mercato del lavoro.

    Infine c’è il problema delle ‘dimissioni in bianco’, una pratica usata dai datori di lavoro per licenziare le lavoratrici che finiscono in maternità.
    Si calcola che un lavoratore su quattro abbia conosciuto questa cosa almeno una volta nella sua vita professionale.

    Il quindici per cento dei contratti a tempo indeterminato viene accompagnato dalla “richiesta” di firmare contestualmente anche le dimissioni in bianco.
    Nel 90 % dei casi queste vengono depositate quando una lavoratrice ha una gravidanza. Per porre fine a questa terribile pratica, nel 2007 il Parlamento italiano aveva approvato una legge in base a una direttiva europea. Era la legge 188. E imponeva l'obbligo di redigere le dimissioni su un apposito modello informatico, predisposto e reso disponibile da uffici autorizzati, impedendo, quindi, di poter conservare le dimissioni in bianco e poterle depositare a piacimento del datore di lavoro. Il governo Berlusconi, purtroppo, ha cancellato quella norma nel giugno del 2008. Il tema deve assolutamente tornare nell’agenda del Governo. Il Ministro Fornero ha detto che la questione è allo studio del suo Ministero ma ha escluso, in un question time al Senato, il ritorno della legge 188. Il Pd, invece, deve fare una battaglia proprio per il ripristino di quella legge, che rappresenta l’unico strumento in grado di debellare una pratica selvaggia, inumana e antidemocratica. In questo senso segnalo che è cominciata in Commissione Lavoro alla Camera l’esame di una Proposta di legge di cui sono firmataria che mira proprio a ripristinare la norma cancellata.

    Fonte: deliamurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, lavoro, pari opportunità, sud, pd, precari, lavoro femminile, crisi economica, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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