Ti trovi in Home  » Politici  » Paolo FERRERO  » “Sì a Di Pietro, noi insieme contro l’inciucio” - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Paolo FERRERO


 

“Sì a Di Pietro, noi insieme contro l’inciucio” - INTERVISTA

  • (11 febbraio 2012) - fonte: controlacrisi.org - inserita il 11 febbraio 2012 da 31

    Ferrero, l’inciucio centrista avanza e agita la clava dello sbarramento elettorale contro le cosiddette “estreme”.

    Monti non è una parentesi. È un governo costituente che prepara un’uscita da destra dopo il fallimento della Seconda Repubblica.

    Un governo di destra appoggiato dal Pd.

    Incomprensibile. E peggio di un governo di destra come quello di Berlusconi c’è solo un governo di destra senza opposizione.

    Come questo.

    Appunto. Perciò dico a Di Pietro che sono d’accordo con lui. Non possiamo solo lamentarci, è l’ora di costruire un polo di sinistra come la Linke in Germania. Dalla crisi della Seconda Repubblica possiamo uscire da sinistra.

    La proposta dell’Idv però è legata a un’eventuale soglia di sbarramento alta nella riforma elettorale, se mai il Porcellum sarà archiviato. Altrimenti c’è la foto di Vasto: Pd, Sel e Idv.

    Non basta. Guardi che se si votasse oggi con il Porcellum, la foto di Vasto avrebbe bisogno dell’Udc per governare, che al Senato non ci sarebbe la maggioranza. Sarebbe un governo dal profilo moderato, sotto il ricatto di Casini. Non sarebbe una vera alternativa al liberismo.

    Ma Di Pietro vuol salvare il “soldato Bersani” dalle spinte centriste nel Pd.

    Basta inseguire il Pd, che a sua volta insegue il Terzo polo. Certo, il Pd resta la cosa più vicina a noi, ma dobbiamo prendere atto del quadro sociale e politico. Il governo Monti sta facendo politiche inique e recessive e vuole demolire i diritti dei lavoratori, con una maggioranza ben determinata.

    Cioè: Pd, Pdl e Terzo polo.

    Sia in Grecia sia Italia si sta formando un blocco centrista destinato a fare politiche convergenti. Che vinca l’una o l’altra, queste forze sono chiamate ad applicare lo stesso programma.

    Non c’è differenza.

    Per questo è necessaria l’autonomia dal Pd. Dobbiamo costruire un percorso per un governo di cambiamento radicale. Il dibattito sulla legge elettorale sta portando fuori questa necessità, ma io sono a prescindere per questo nuovo polo, che chiamerei di sinistra e dei beni comuni.

    Idv, Sel, Federazione della sinistra, nuovi sindaci.

    E comitati, associazioni, reti. Insieme su quattro punti: pace; riconversione ambientale dell’economia; allargamento dei beni comuni; difesa dei diritti dei lavoratori. In questi giorni stanno facendo passare sotto silenzio un’altra vicenda grave: la fine del contratto nazionale di lavoro nelle Ferrovie, come ha fatto Marchionne alla Fiat. Monti vuole demolire il sindacato. Non perdiamo altro tempo facciamo un’opposizione costituente.

    A prescindere dalla legge elettorale.

    Esatto. Facciamo un blocco frontale e comune in difesa dell’articolo 18, che io vorrei esteso a tutti. Se vanno avanti togliendolo e non ci facciamo sentire poi non possiamo lamentarci.

    Il leader?

    Il dibattito non mi appassiona. Io penso a una forza partecipata, dal basso. Usciamo dal bipolarismo ma anche dal plebiscitarismo. Io sono per un sistema proporzionale che sia rappresentativo in Parlamento di tutto il popolo. Questo bipolarismo basato sul tifo calcistico ha dato tutto il potere ai mercati, ai banchieri, ai poteri forti.

    Nei sondaggi la Federazione della Sinistra è intorno al 2 per cento.

    Alle elezioni però raddoppiamo sempre, ma non è questo il punto.

    Il punto è politico.

    I poteri forti adesso hanno anche un altro vantaggio: Berlusconi non c’è più e non possono essere attaccati per questo. Monti non ha opposizione e sta terremotando il quadro politico. È mai possibile che la gente quando sente parlare di riforme pensa ormai sempre al peggio?

    La gente è incazzata.

    Pensa che la politica non serva più a nulla. Non è vero. La politica non è la casta.

    Fonte: controlacrisi.org | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, lavoro, sinistra, pd, Idv, beni comuni, movimenti, Fiat, tensione sociale, articolo 18, alternativa politica, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato