-
» «Il Pd si ricordi degli operai» - INTERVISTA
Antonio BASSOLINO in data 10 marzo 2012
-
» «In gioco i diritti nei posti di lavoro. Giusto mantenere un filo di dialogo» - INTERVISTA
Paolo NEROZZI in data 10 marzo 2012
-
» «Mi ribello. Il Pd dimentica il lavoro»
Furio COLOMBO in data 09 marzo 2012
-
» “Stop ai suicidi di piccoli imprenditori: 50 in tre anni sono troppi”
Giuseppe BORTOLUSSI in data 09 marzo 2012
-
» L’occupazione giovanile è in crescita…chiediamoci perchè
Giocondo TALAMONTI in data 08 marzo 2012
-
» "Il popolo del Pd sta con la Fiom" - INTERVISTA
Furio COLOMBO in data 08 marzo 2012
-
» Lavoro: Riforma ammortizzatori passaggio difficile
Elsa Fornero in data 22 febbraio 2012
-
» Lavoro: Avanti anche senza partiti
Elsa Fornero in data 22 febbraio 2012
-
» Articolo 18
Giocondo TALAMONTI in data 19 febbraio 2012
-
» “Sì a Di Pietro, noi insieme contro l’inciucio” - INTERVISTA
Paolo FERRERO in data 11 febbraio 2012
-
» Terme San Carlo: Commissione faccia a faccia con i lavoratori
Marina STACCIOLI in data 08 febbraio 2012
-
» Lavoro: confronto dovuto, no forzature
Dario FRANCESCHINI in data 06 febbraio 2012
-
» "Non è una persecuzione chiedere sacrifici alle categorie"
Mario MONTI in data 06 febbraio 2012
-
» «Gli italiani vogliono stare con mamma e papà»
Annamaria Cancellieri in data 06 febbraio 2012
-
» Lavoro: Cgia Mestre, busta paga precari è di 836 euro al mese
Giuseppe BORTOLUSSI in data 06 febbraio 2012
-
» Più articolo 18, meno legge 30, più lavoro, meno Tav, più patrimoniale, più reddito sociale
Paolo FERRERO in data 04 febbraio 2012
-
» Lavoro. «Le infelici parole di Monti pesano come piombo»
Luigi de MAGISTRIS in data 04 febbraio 2012
-
» «Marchionne come la Thatcher»
Elsa Fornero in data 04 febbraio 2012
Dichiarazione di Giocondo TALAMONTI
Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Terni (TR) (Gruppo: Misto)
Articolo 18
-
(19 febbraio 2012) - fonte: il blog personale di Giocondo Talamonti - inserita il 19 febbraio 2012 da 3605
E’ difficile dire se economia e politica sia l’una causa o effetto dell’altra, tanto sono interconnesse. Eppure, a ben guardare, non esiste distanza maggiore che le separi. Non c’è mai stato un politico che sia rivelato buon economista, così come nessun economista che sia diventato bravo politico. I rari tentativi di armonizzare i due mondi sotto un’unica guida hanno finito per produrre aborti sociali, trascinando nel fallimento degli intenti anche propugnatori di buone intenzioni.
La premessa è d’obbligo per introdurre un’analisi dello sforzo inumano di Mario Monti il quale, nella confusione della sua duplice funzione, politica ed economica, naufraga come uno Schettino qualunque nel mare magnum dell’inconciliabilità.
Il riferimento è all’Art. 18, presentato dal Premier come l’ostacolo maggiore all’avvio di un progetto di crescita nazionale, come il muro che divide bund e btp, come separé invalicabile fra lavoratori e datori di lavoro. Affrontato così, il problema è destinato a creare tensioni di cui nessuno ha bisogno. Visto con un’ottica serena, il tema non reclama nessuna urgenza, semplicemente perché non esiste. L’accanimento a cancellarlo ha il sapore del contentino a vantaggio di una classe sociale che non lo digerisce a prescindere, ma che ha l’effetto si esasperarne un’altra che continua a sentirsi battere la testa come pesto in un mortaio.
Sarebbe sufficiente considerare che l’applicazione del disposto è destinata a regolare i rapporti di lavoro in realtà industriali con oltre 15 dipendenti, vale a dire una percentuale ridicola, prima che irrisoria e che in queste concentrazioni occupazionali c’è già chi, come Marchionne, che se ne frega delle norme che contiene. Il ricorso all’Art. 18 nel passato anno ha visto interessati poche migliaia di lavoratori a dispute legali risoltesi con il compenso economico a neppure 300 persone.
Dov’è, allora, il problema? Possibile che nessuno si sia chiesto quale sia il ruolo svolto dall’Art. 18 nell’ambito del contratto collettivo? Possibile che si debba rinunciare ad un’innocua bandiera che testimoni la speranza in una continuità del lavoro morta da tempo? Finché vedremo contrapposti i protagonisti dell’occupazione, lavoratori e datori di lavoro, finché si soffierà sulle fiamme a pieni polmoni, sarà difficile arrivare a conclusioni eque. E’ inconcepibile una realtà produttiva che possa fare a meno di dipendenti e dipendenti che possano fare a meno di un imprenditore. Tunc, cui prodest? Allora, a chi giova?
Giocondo Talamonti
Fonte: il blog personale di Giocondo Talamonti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi