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Marco PANNELLA in data 06 aprile 2012
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» delusa da Marcegaglia: «E' il teatrino delle parti sociali» - INTERVISTA
Elsa Fornero in data 06 aprile 2012
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» «Caro Monti, ora basta con le tasse» - INTERVISTA
Cesare DAMIANO in data 06 aprile 2012
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» CARO MONTI, BASTA CON LE PURGHE
Franca RAME in data 04 aprile 2012
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» LA RIFORMA DEL LAVORO? DEL TUTTO INADEGUATA - INTERVISTA
Stefano Boeri in data 03 aprile 2012
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» Vergogna lo stop Imu per le Fondazioni bancarie
Elio LANNUTTI in data 03 aprile 2012
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Massimo DONADI in data 02 aprile 2012
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» Imu: più tasse per oltre 1.500 euro ad azienda
Giuseppe BORTOLUSSI in data 02 aprile 2012
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» "Intollerabili differenze tra ricchi e poveri"
Antonio BORGHESI in data 01 aprile 2012
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» Le proposte dei cittadini arrivano in Europa
Patrizia TOIA in data 30 marzo 2012
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» L'errore del Governo: Consegnare all'Europa una vittoria simbolica
Cesare DAMIANO in data 30 marzo 2012
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» Disoccupazione e sussidi. Il governo trovi la copertura nei risparmi della riforma
Cesare DAMIANO in data 30 marzo 2012
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» “E’ un falso statistico: non è vero che gli imprenditori guadagnano meno dei dipendenti”
Giuseppe BORTOLUSSI in data 30 marzo 2012
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» La sofferta e doppia identità di un partito
Antonio POLITO in data 29 marzo 2012
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» «Il problema è l'abuso dei contratti a termine» - INTERVISTA
Renato BRUNETTA in data 29 marzo 2012
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» «Lo Stato vuole il nostro sangue. Moratoria per chi è sul lastrico» - INTERVISTA
Elio LANNUTTI in data 29 marzo 2012
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» Fiducia posta dal Governo: annuncio di voto.
Maurizio SAIA in data 29 marzo 2012
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» Ripresa della discussione del disegno di legge n. 3194
Maurizio SAIA in data 29 marzo 2012
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» Disoccupati a rischio: «Per salvarli serve 1 miliardo solo per il 2013» - INTERVISTA
Cesare DAMIANO in data 28 marzo 2012
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Pier Luigi BERSANI in data 28 marzo 2012
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Franco MIRABELLI in data 28 marzo 2012
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Nichi VENDOLA in data 27 marzo 2012
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» Riforma Fornero. «Così si è scaricato sui più deboli l’onere della prova»
David-maria SASSOLI in data 26 marzo 2012
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Dario FRANCESCHINI in data 26 marzo 2012
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» "Il premier ha violato la promessa di non toccare i contratti in vigore" - INTERVISTA
Dario FRANCESCHINI in data 25 marzo 2012
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Nichi VENDOLA in data 24 marzo 2012
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Dario FRANCESCHINI in data 23 marzo 2012
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Monti come Moro. E' l’erede dei Dc
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(17 marzo 2012) - fonte: il Giornale - Paolo Guzzanti - inserita il 17 marzo 2012 da 31
Qual è il bello della democrazia, dividere o unirsi? La maggior parte degli italiani è stata indotta a rispondere unirsi. Ma è sbagliato. Il carburante della democrazia è invece proprio la divisione: programmi, stili e leader contrapposti per stimolare l'offerta di diversi modelli di governo. Se l'offerta permette delle scelte, il cittadino può esercitare la sua libertà. Ma se il mercato offre un unico prodotto, la scelta è nulla e la libertà inutile.Perché parlare dei fondamenti della democrazia? Perché se già tirava un'aria eccezionale a causa di un governo efficace ma figlio di uno stato di necessità, ora sembra di assistere all'inizio di una nuova fase in cui si gettano le basi del dopo. E quel che sembra emergere, sotto forma di atteggiamento virtuoso, è l'intenzione di arrivare a eliminare, o almeno limare, tutte le differenze fra i partiti avendo come obiettivo finale una politica non soltanto pacificata, ma omogeneizzata. Il più attivo in questa direzione ci sembra il leader dell'Udc Casini che, nell'anniversario del rapimento di Aldo Moro e del massacro della sua scorta, privilegia dell'antico leader l'invocazione per la «solidarietà nazionale» che 35 anni fa fu scelta per combattere le Brigate rosse, le stesse che poi rapirono e uccisero Aldo Moro. La «solidarietà nazionale» era infatti una creatura tipica della prima repubblica generata dalla situazione internazionale: i partiti democratici governavano lasciando fuori il Partito comunista sia perché quel partito non vinse mai le elezioni, sia perché i Paesi della Nato avevano posto il veto.
E a causa di quel veto il Pci invocava ogni volta che poteva lo stato di emergenza nazionale per spingere affinché si formassero governi di «solidarietà» che gli permettevano di avvicinarsi all'area di governo aggirando il veto americano e alleato. Questa situazione mise l'Italia in una posizione di frizione molto grave che spinse Aldo Moro a farsi garante davanti agli alleati occidentali del cammino che avrebbe portato il Pci verso le democrazie occidentali, dopo aver finalmente rotto con Mosca, cosa che non avvenne mai finché l'Urss non collassò da sola. La sua uccisione però mise fine all'esperimento, che morì con la morte dello statista democristiano. Fare appello oggi alla memoria di Moro per usarla come sponsor di un'operazione di trasformismo, ci sembra una forzatura un bel po' opportunistica, Eppure vediamo rifiorire lo spirito emergenziale dei vecchi tempi, stavolta per consentire non a un solo partito, ma a tutti i maggiori partiti oggi in Parlamento, di formare un blocco, come una zattera di sopravvivenza sotto forma di imbarazzante alleanza: la foto che vede insieme tutti i leader da Alfano a Casini e Bersani, sembrerebbe indicare il desiderio di una coalizione sfrondata di ogni spigolo e spina. Il messaggio che dovrebbe suggerire questa operazione sarebbe: tutti uniti per il bene del Paese. Molto generoso, ma purtroppo letale per la rianimazione della democrazia in coma chimico.Anche le celebrazioni per gli anniversari di Capaci e via D'Amelio sono diventate paramenti per la messa emergenziale benché nessuno sappia o voglia rispondere all'unica domanda che conta per quelle stragi: perché? Perché Falcone, che era ormai un dirigente ministeriale romano, fu assassinato in quel modo così spettacolare, più da corpi speciali, che da mammasantissima? E perché Borsellino morì quando disse di aver capito il motivo per cui Falcone era stato ucciso? Io so soltanto una cosa: Falcone stava dando un eccezionale aiuto - promosso da Cossiga - alla Procura di Mosca dopo che l'ambasciatore russo, Adamiscin, era andato al Quirinale a protestare perché il tesoro ex sovietico del Pcus e del Kgb era stato portato in Italia per essere riciclato. Quello fu l'ultimo lavoro pericoloso di Falcone. Ma quando morì fu subito lanciata un'assordante campagna di santificazione che sigillò ogni spazio per le inchieste meno banali, annichilendo qualsiasi ricerca del movente, che infatti ancora oggi nessuno sa indicare. Le due stragi divennero però strumenti per rilanciare l'emergenza, e oggi per suggerire l'opportunità di una politica senza politica, senza articolazioni, senza differenze. Ora comprendiamo bene perché il governo Monti sia stato e sia necessario e abbia richiesto per nascere una procedura, questa sì, eccezionale.
Ma l'autoriduzione della politica in poltiglia ci sembrerebbe a questo punto la ratifica di un suicidio. Non tanto quello dei partiti, ma della democrazia stessa.
Fonte: il Giornale - Paolo Guzzanti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi