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Dichiarazione di Cesare DAMIANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

L'errore del Governo: Consegnare all'Europa una vittoria simbolica

  • (30 marzo 2012) - fonte: Gli Altri - inserita il 30 marzo 2012 da 31

    Abbiamo finalmente letto la bozza del ministro Fornero sulla riforma del mercato del lavoro. Il presidente del Consiglio ha dichiarato che il documento è intangibile, intendendo con questo che in dirittura di arrivo non sarebbero state tollerate incursioni da parte degli attori sociali e che la parola, a questo punto, sarebbe passata al Parlamento. Monti ha anche fatto una previsione: che le Camere avrebbero sicuramente provveduto ad apportare modifiche. Infine, da quel che risulta, l'iter legislativo dovrebbe cominciare al Senato.

    Il testo si compone di 25 pagine suddivise in dieci capitoli. Una scrittura complessa che dovrà trovare una sua coerente traduzione legislativa. Si può prevedere, data la delicatezza dell'argomento, che il dibattito parlamentare arriverà fino all'estate. Si tratta di una partita complessa che non mancherà di coinvolgere i partiti in profondità, sia nel dibattito interno che tra di loro. Il centrodestra, dopo una iniziale, frettolosa e acritica adesione al documento, si sta riposizionando perché ha compreso che la conclusione unilaterale alla quale il governo è arrivato nel confronto con le parti sociali non esaurisce i dubbi ed i problemi su alcuni contenuti non secondari. Si annuncia, perciò, una battaglia parlamentare complicata, nella quale non mancheranno i colpi di scena e nella quale saranno presentati centinaia di emendamenti, e non solo da parte di chi si oppone al governo.

    Il nostro compito sarà quello di selezionare i punti fondamentali di richiesta di cambiamento sui quali sarà necessario sviluppare la nostra battaglia e costruire le alleanze con i partiti che sostengono l`esecutivo. Innanzitutto la nostra critica si concentra sul tema dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, ma dovrà anche affrontare quello del lavoro precario e delle tutele per i giovani (lo faremo alla prossima occasione). La soluzione proposta dall`esecutivo è arrivata come una doccia fredda per due motivi: il primo è il metodo ed il secondo il merito. Sul primo si è evidenziato uno scarto improvviso nella conduzione del confronto che ha portato ad una inaspettata e non auspicabile conclusione non condivisa. Eppure l'incontro tra il presidente del Consiglio ed i leader dei partiti che sostengono il governo pareva che si fosse concluso con un forte richiamo unanime alla esigenza di puntare con decisione ad un accordo unitario. Il secondo motivo è costituito dal merito.

    Dopo aver tanto parlato anche se impropriamente di modello tedesco, la proposta del governo si discosta significativamente da esso per quanto riguarda la parte relativa al licenziamento individuale per motivi economici. Mentre non ci sono problemi per quello discriminatorio, per il quale è confermata l`automatica reintegrazione nel posto di lavoro in caso di nullità e, per quanto riguarda il licenziamento per motivi disciplinari, perché viene consentito al giudice di scegliere tra reintegrazione e risarcimento, non funziona così per le motivazioni di carattere economico. In questo caso è previsto il solo indennizzo, compreso tra 15 e 27 mensilità. Non sfugge a nessuno che si potrà creare una situazione paradossale: il giudice riconosce che il lavoratore ha ragione, non esiste nessun motivo economico, ma il lavoratore viene allontanato lo stesso dall`azienda e deve accontentarsi di un risarcimento monetario. Si tratta di una soluzione palesemente iniqua che indebolisce la posizione dei lavoratori, già riconosciuti dal diritto del lavoro la parte più fragile rispetto al potere dell`imprenditore.

    Viene poi il sospetto che alle motivazioni economiche faranno ricorso gli imprenditori meno onesti che aggireranno in questo modo le causali discriminatorie e disciplinari. Si tratta di una soluzione sbagliata che va corretta in Parlamento. Noi proponiamo che anche in questo caso sia consentito al giudice di poter scegliere tra reintegrazione ed indennizzo, andando in questo modo in direzione del cosiddetto modello tedesco. Le dichiarazioni di Monti di domenica scorsa ci hanno chiarito per lo meno un punto: che l`errore del governo consiste nel voler portare in pasto ai mercati finanziari dei risultati simbolici. Le pensioni, l`articolo 18 e anche la fine del potere di veto del sindacato. Si tratta di un errore di prospettiva, di una scelta politica che mette in secondo piano il valore della coesione sociale, l`economia reale, gli interessi delle aziende e il problema del potere d`acquisto dei ceti popolari.

    Che cosa succederà, dal punto di vista delle tensioni sociali, quando dal prossimo mese lavoratori e famiglie vedranno le decurtazioni in busta paga per l`inasprimento dell'Irpef e per l`aggravio delle tasse locali? I nostri obiettivi, in questo contesto, dovrebbero essere chiari: accanto al sostegno leale al governo, non dobbiamo rinunciare a modificare la proposta sul mercato del lavoro, correggere il sistema pensionistico come promesso dal ministro del lavoro e dare impulso alla crescita del paese.

    Fonte: Gli Altri | vai alla pagina

    Argomenti: pensioni, lavoro, irpef, lavoratori, lavoro precario, licenziamenti, tensione sociale, articolo 18, governo Monti, fornero | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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