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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Riforma del lavoro, più azioni per l'inclusione delle donne

  • (13 aprile 2012) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 18 aprile 2012 da 862

    E’ cominciato in Commissione, al Senato, la discussione sulla riforma del mercato del lavoro. Si è parlato molto, giustamente, in queste settimane di articolo diciotto, di flessibilità, di ammortizzatori sociali e di precarietà. Non si è parlato quasi per nulla di misure a sostegno dell’occupazione femminile. Un tema messo ai margini della discussione, mentre dovrebbe essere un elemento cardine per il rilancio e lo sviluppo del Paese. I dati Istat sul mercato del lavoro di marzo ci dicono che mentre il tasso di occupazione maschile (67,2 per cento) è stabile rispetto a febbraio, quello femminile (46,7 per cento) è in calo del 4 per cento rispetto al mese precedente.

    Non solo: il 49,2 per cento delle giovani donne del Mezzogiorno è disoccupato. E laddove le donne trovano lavoro, prevalentemente si collocano nel segmento dei precari. Esiste, quindi, una specificità della questione femminile nella più generale vicenda del mercato del lavoro. La riforma proposta dal Governo, pur contenendo alcune proposte, non sembra tenerne conto. Il dibattito parlamentare dovrà spostare questo asse e introdurre misure più stringenti sul tema. Sia sul fronte di misure dirette sia su quello del riconoscimento del peso della donna nel ruolo familiare e nel lavoro di cura, su cui bisogna investire per dare un impulso all'occupazione femminile.

    I tagli di questi anni stanno mettendo a dura prova i servizi pubblici locali per la famiglia: asili nido, tempo prolungato nelle scuole, assistenza ad anziani e disabili. La donna, nell’ambito familiare, è in genere caricata di tutte queste incombenze, e, venendo meno il servizio pubblico, sparisce un sistema di sostegno alla figura stessa della donna, costretta a tagliare il tempo del lavoro per dedicarsi alla cura dei figli, dei genitori anziani, della famiglia. Ripristinare, e anzi rilanciare, la rete di servizi per la genitorialità, per l’istruzione, per l’assistenza, serve a restituire alla donna una funzione più attiva sul mercato del lavoro.

    Gli interventi previsti dalla riforma Fornero, in questo senso, appaiono insufficienti. Buono il congedo di paternità obbligatorio ma sono pochi i tre giorni. Siamo ben lontani dal modello occidentale. Il Parlamento europeo, infatti, non a caso chiede il congedo di paternità per almeno 15 giorni. Tutta la materia dei congedi parentali, in realtà, andrebbe riscritta, sul fronte della loro convenienza, della protezione da eventuali discriminazioni, per l’allargamento alle fasce di precariato, per il riconoscimento delle differenze e delle specificità.

    Addirittura fuorviante la misura dei voucher per le baby sitter, che fa emergere il lavoro nero ma di certo non aiuta la maternità, collegata com’è al rientro al lavoro della donna in tempi più rapidi. Una misura che sottrae spazi all’esercizio della maternità e non compensa i tagli alla spesa e ai servizi per gli asili nido. Anche la norma sulle dimissioni in bianco, che andrebbe a tutelare maggiormente le donne, soggetto tradizionalmente più esposto a questa pratica, segna, al tempo stresso, un elemento positivo per l’iniziativa in sé ma un arretramento rispetto alla Proposta di legge che sta maturando in Commissione Affari sociali. Nell’insieme, quindi, il quadro degli interventi per una maggiore inclusione delle donne nella vita economica previsti dalla riforma del lavoro è insufficiente. Ci sarà da fare un lavoro attento, a cominciare dal Senato e poi alla Camera, per introdurre correttivi, misure più efficaci e ribaltare una impostazione che sembra puntare lo sguardo più sul passato che sul futuro.

    Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, parlamento europeo, lavoro, tagli, disoccupazione, sud, lavoro femminile, fornero | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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