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Dichiarazione di Mariotto SEGNI


 

«La legge elettorale di Abc è un delitto contro l'Italia» - INTERVISTA

  • (18 aprile 2012) - fonte: la Repubblica - Silvio Buzzanca - inserita il 18 aprile 2012 da 31

    Professore Segni, il 19 aprile del 1993 gli italiani sancirono con un referendum il passaggio dal proporzionale al maggioritario. Oggi il Parlamento si appresta a votare il ritorno al proporzionale. Si é chiuso un ciclo?

    «Se si dovesse chiudere il ciclo, perché è ancora tutto da vedere, la tremenda responsabilità storica ricadrebbe su Pd, Pdl e sui centristi».

    Lei sembra nutrire dubbi sul varo della nuova legge elettorale...

    «Guardi, oggi (ieri, ndr) sono accadute due cose importanti: la prima è la dichiarazione contraria alla nuova legge di Romano Prodi. L'altra è un manifesto sottoscritto in modo bipartisan da 20 deputati che ha avviato una raccolta di firme in Parlamento contro la nuova legge. Dunque c'è un gruppo di parlamentari pronti a battersi».

    Nelle proposte di Alfano, Bersani e Casini quale rischio vede?

    «Possiamo paragonare l'Italia ad una grande macchina un po' vecchiotta mandata dai migliori meccanici per modernizzarla. L'aggiustano, la sistemano, ma pensano di metterci un motore di venti anni fa. È un delitto verso l'Italia. Si riporta il paese ad una situazione precedente al grande cambiamento del 1993 con un tipo di istituzioni che non esiste in alcuna parte del mondo occidentale. Il rischio serio è quello di fare precipitare il Paese nell'ingovernabilità».

    Cosa accadrebbe, secondo lei?

    «Avremmo un governo debole, dipendente dai partiti. Il contrario di quello forte, stabile, investito dalla legittimazione della fiducia popolare. Sarebbe impossibile fare una politica seria e rigorosa. Voglio ricordare a questi signori che negli Anni 80, l'ultimo periodo della Prima Repubblica il debito pubblico raddoppiò. E allora i partiti era forti mentre oggi sono inesistenti con un indice di gradimento ridotto a zero. Questa proposta ridà a questi partiti il potere di fare e disfare i governi».

    Nello stesso giorno si votò, e passò a grande maggioranza anche il referendum radicale sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

    «Lo votai anche io. E i due temi sono legati. Lo strapotere dei partiti porta ad un finanziamento pubblico abnorme. Non sono contrario del tutto a forme di finanziamento, ma quello che accade oggi è vergognoso. Ed è scandaloso che i tre partiti maggiori non dicano nulla sul livello del finanziamento. Ma la cosa peggiore è pensare l'Italia governata da governi di coalizione che saranno liberi da ogni decisione del cittadino e farebbero e distruggerebbero i governi a loro piacimento».

    Quali correttivi vede?

    «Oggi noi abbiamo, di fatto, un sistema presidenziale: la vita politica è diretta, in maniera chiara e netta, dal presidente della Repubblica. Questo ci dice che c'è bisogno di una guida e di una regia che sia staccata dal gioco dei partiti. Impariamo da questo, la strada da seguire è questa, non il ritorno alla Prima Repubblica».

    La vedremo ancora in campo con un referendum contro la legge elettorale di Abc?

    «Lasciamo spazio ai giovani, l'Italia non ha bisogno di me. Ma da semplice cittadino farò tutto il possibile per impedire questa scellerata marcia indietro».

    Fonte: la Repubblica - Silvio Buzzanca | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, referendum elettorale, casini, partiti, presidente Napolitano, debito, Parlamento Italiano, alfano, finanziamenti pubblici, finanziamento ai partiti, Bersani | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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