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Dichiarazione di Pier Ferdinando CASINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) 


 

«Nel 2013 c’è Monti, non è una parentesi. Saremo alleati solo con chi lo sostiene» - INTERVISTA

  • (22 aprile 2012) - fonte: la Repubblica - Carmelo Lopapa - inserita il 22 aprile 2012 da 31

    Monti dovrebbe «continuare a servire il Paese». E le future alleanze elettorali non potranno prescindere «dall’esperienza di questo governo». Pier Ferdinando Casini getta le basi del nuovo partito dei moderati, calamita per i centristi di Pd e Pdl e per quel che si muove fuori dalla politica. Quasi in un capovolgimento dei ruoli adesso è lui a dettare le condizioni ai potenziali alleati. E se Montezemolo critica il progetto e va a trovare Berlusconi, pazienza, «sono amici da vecchia data».

    Ieri lo scioglimento dei vertici Udc. E domani, presidente Casini? Cosa accadrà dopo le amministrative?

    «Il segretario Cesa ha compiuto un atto tutt’altro che scontato, nei confronti dei dirigenti Udc abbiamo un debito morale forte: ci hanno consentito di fare la marcia nel deserto mentre tutti ci ritenevano velleitari. Non ci siamo arruolati da una parte o dall’altra. Ma oggi comprendiamo che non possiamo essere solo noi artefici del nostro destino politico. Dobbiamo costruire con altri, con gli elettori moderati innanzitutto, un progetto senza predellini».

    Chi sono gli “altri”?

    «Si avvicinerà a noi chi ha voglia di condividere la nuova avventura. Sono quel che si definisce un professionista della politica, ma al pari di altri mi sento in dovere di fare ancora la mia parte. Insieme a professionisti, sindacalisti, imprenditori».

    Anche perché il discredito che travolge politici e partiti è senza precedenti.

    «La ragione dell’antipolitica è nella cattiva prova che abbiamo dato in questi anni: tra demagogie, promesse di predicatori e populisimi. Oggi il mosaico va cambiato».

    Non ne farà parte Montezemolo, che va a trovare Berlusconi e sostiene che state vendendo un prodotto che non c’è.

    «Ho grande rispetto per Montezemolo. Che lui e la sua fondazione abbiano delle critiche da muovere al progetto è comprensibile. Mi dispiacerebbe se ne fossero indifferenti. E non mi stupisce che incontri Berlusconi: penso siano amici di vecchia data».

    Quel mosaico di cui parla lo comporrete invece coi ministri tecnici del governo Monti?

    «Non faccio nomi, i ministri lavorino con serenità. Certo, mi piacerebbe averli, ma qualunque nome facessi adesso sarebbe strumentalizzato e offrirebbe lo spunto per creare difficoltà al governo: ed è chiaro che c’è solo chi spera in questo».

    Puntate a diventare il primo partito?

    «Non mettere i limiti alla provvidenza. Spero sia una forza politica di primo piano».

    Stando ad alcuni sondaggi il vostro bacino elettorale sarebbe superiore al 20. Lei ci crede?

    «L’ambizione di crescere è propria della politica».

    Sembra che Fini non ami la formula partito e preferisca il movimento politico.

    «Non comprendo la differenza tra partito e movimento politico, ma con Fini non c’è distonia. E se ancora nulla è deciso è per un problema di sostanza: l’impresa è collettiva e collettiva deve essere la decisione. Se poi qualcuno del Terzo polo la pensa diversamente, ce ne faremo una ragione, andremo avanti lo stesso».

    Intanto perdete un pezzo: il governatore siciliano Raffaele Lombardo e il suo Mpa.

    «Per quanto mi riguarda, la sua decisione mi solleva da una preoccupazione».

    Per via dell’inchiesta in cui è coinvolto?

    «Confido che il presidente possa dimostrare la sua estraneità. Ma il nostro progetto deve essere lontano dal clientelismo assistenziale che per anni ha caratterizzato un certo meridionalismo. Ed anche da un sindacalismo territoriale che cerca di evocare idee leghiste».

    Avete lanciato l’Opa sui moderati di Pdl e Pd, come si dice?

    «Se fossi in Alfano mi arrabbierei molto per le esternazioni nervose di esponenti del Pdl nei nostri confronti. Rivelano una certa sfiducia nel Popolo della libertà, oltre che una comprensibile apprensione per ciò che si muove fuori dal loro recinto. Ma Alfano è un’altra cosa: lo stimo molto e spero riesca a fare un cambio di passo».

    La preoccupa la “grande novità politica” da lui annunciata?

    «Osserverò con attenzione quel che di nuovo avranno da proporre. E se mi convincerà sarò il primo a esserne interessato. Ma una cosa deve essere chiara. Le possibili convergenze ruotano attorno all’esperienza Monti. Non potremo condividere alcuna alleanza con chi cerca di indebolirlo. E se si indugia ancora nella mitologia del berlusconismo è difficile costruire l’unità dei moderati».

    Dunque la condizione per un’intesa sarà la permanenza del Professore a Palazzo Chigi anche dopo il 2013?

    «Io mi auguro che Monti continui a servire il Paese. Perché credo che lo interpreti al meglio. Una forza moderata come la nostra deve operare per il coinvolgimento dei più responsabili per assicurare anche dopo il voto stabilità e crescita a un Paese che solo ora sta imboccando la strada giusta. L’alternativa qual è? Tornare a un post prodismo o a un post berlusconismo fuori tempo massimo?»

    Firmerebbe per la conferma di Monti al governo e Napolitano al Quirinale?

    «I vertici delle istituzioni non possono essere trascinati dai gossip. Fare del toto istituzioni è irrispettoso».

    Esclude le elezioni a ottobre ipotizzate da alcuni ?

    «Chi pensa che siamo fuori dall’emergenza o è un matto o è un irresponsabile. Il governo andrà avanti un anno, fino al termine della legislatura».

    Fonte: la Repubblica - Carmelo Lopapa | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, alleanze, terzo polo, elezioni amministrative, Montezemolo, governo Monti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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