Ti trovi in Home  » Politici  » Stefano Boeri  » Disoccupazione. Le cifre reali sono più alte (E la mia proposta)

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Stefano Boeri

Alla data della dichiarazione: Assessore  Comune Milano (MI) (Partito: PD) 


 

Disoccupazione. Le cifre reali sono più alte (E la mia proposta)

  • (03 maggio 2012) - fonte: cadoinpiedi.it - inserita il 03 maggio 2012 da 31

    Nelle statistiche non viene contata la cassa integrazione a zero ore che ha toccato di nuovo il picco massimo. Serve una riforma del mercato del lavoro e quella proposta da questo governo non va bene. Serve stabilità per i giovani.

    Sicuramente i dati sulla disoccupazione sono sottostimati perché abbiamo il fenomeno della cassa integrazione a 0 ore che è ancora molto esteso. Ce lo dimostrano i dati pubblici dell'Inps delle ultime settimane che sottolineano come la Cassa integrazione sia tornata ai massimi e se dovessimo tenere conto di queste persone, che di fatto non lavorano (anche se formalmente non sono disoccupate), la disoccupazione sarebbe più alta - come abbiamo dimostrato anche sul sito de La Voce - di circa due punti percentuali. Questo per quanto riguarda la disoccupazione in generale, se poi parliamo più semplicemente della disoccupazione giovanile si vede che la distanza, rispetto alla disoccupazione generale, è aumentata. Ci sono circa 26 punti di differenza, 2600 punti base di spread, se vogliamo usare questo termine, rispetto agli altri lavoratori. Senza dimenticare che ci sono molte forme di lavoro e di sott'occupazione tra i giovani, che risiedono nei contratti precari.

    Il dibattito sull'articolo 18 è stato molto forte in questi giorni. Ma è un problema reale? Se le aziende chiudono, le tutele dell'articolo 18 forse non hanno ragion d'essere. Che ne pensa?

    A mio avviso il problema oggi è un problema di bassa domanda che pesa tantissimo, pesa come un macigno sul mercato del lavoro. A questa si aggiunge la situazione specifica dei giovani, perché sale la disoccupazione complessiva, ma sale ancora di più quella dei giovani. Penso che sarebbe stato utile creare un canale di ingresso nel mercato del lavoro con delle tutele progressive per i giovani, per chi non ha ancora un contratto a tempo indeterminato. Questo avrebbe permesso di dare più prospettive ai giovani. La riforma del mercato del lavoro era una riforma importante da fare, anche se siamo tutti consapevoli del fatto che i problemi della nostra economia in questo momento sono problemi legati al fatto che c'è bassa domanda, che le condizioni dell'economia in generale sono difficili, e che tutto ciò ha poi degli effetti sul mercato del lavoro. Però ritengo sia importante comunque fare una riforma del mercato del lavoro, e mi sarei augurato una riforma diversa da quella che è adesso in discussione al Senato.

    Le aziende hanno difficoltà sotto 2 profili: quello della produzione, perché non producono tanto da riuscire a sopravvivere, e quello finanziario dell'accesso, limitato, al credito. Come se ne esce?

    Per quanto riguarda l'accesso al credito delle imprese credo sia un problema molto complicato. Una prima cosa da fare sarebbe davvero affrontare questa questione dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Lo Stato dovrebbe riconoscere il fatto. La pubblica amministrazione dovrebbe riconoscere di avere questi debiti contratti con le imprese così da dare la possibilità alle imprese stesse di accedere al sistema bancario e poter, in qualche modo, far anticipare queste somme. Poi bisogna un po' stimolare le piccole imprese che sono la statura portante della nostra economia, a creare dei consorzi e nell'ambito di questi concorsi cercare di trovare finanziamenti anche al di fuori del sistema bancario, mettendo delle obbligazioni. Ma ritengo anche che vadano fatte delle riforme nel sistema bancario perché abbiamo un sistema bancario strabico, che guarda più alla grande che alla piccola impresa e su questo bisogna sicuramente cercare di agire.

    La mia proposta?
    Semplice: eliminare tutti i contratti precari, inclusi gli stage (da riconoscere al più con stretto rigore numerico e temporale), e riconoscere la subordinazione alle partite iva con attività prevalente per un solo committente, sia anche un professionista (quanti studi professionali si avvalgono di collaboratori che di fatto sono dipendenti su cui vengono scaricati gli oneri contributivi?), il tutto senza escamotage. al contempo portare la tassazione sul lavoro ai minimi europei. solo così credo possano ripartire le assunzioni, i salari, e l'economia.

    Il grafico tra disoccupazione totale e giovanile a confronto su lavoce.info

    Fonte: cadoinpiedi.it | vai alla pagina

    Argomenti: giovani, economia, lavoro, disoccupazione, precari, banche, cassa integrazione, Inps, articolo 18, Accesso al Credito | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato