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Dichiarazione di Gianluca NICOLINI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Correggio (RE) (Lista di elezione: PdL) 


 

…un’altra storia c’è.

  • (18 maggio 2012) - fonte: Mensile comunale - inserita il 18 ottobre 2012 da 798
    La fine del berlusconismo ha segnato l’inizio di un lungo inverno per il nostro Paese. L’avvento del governo Monti, imposto dai poteri forti europei, invocato da Casini e Fini, benedetto da Napoletano e accolto come liberatore da Bersani, ha gettato l’Italia in un profondo baratro socio-economico dal quale nessuno sa come uscirvi. Il ricatto è da subito apparso chiaro: o l’Italia accettava il governo tecnico, sollevando i partiti dalle responsabilità di governo, oppure le forze finanziarie internazionali erano pronte a ridurre la settima economia mondiale ai livelli della Bulgaria. La perdita della sovranità monetaria ha esposto il nostro Paese al ricatto ed alla dipendenza estera; il debito pubblico, ereditato dalla prima Repubblica e costantemente cresciuto durante questo ventennio, è diventato l’arma di ricatto per bloccare la crescita italiana. Il decreto “salva Italia” ha generato un folle incremento della pressione fiscale, colpendo i cittadini sia sul fronte patrimoniale (abitazione) sia sulla capacità di spesa con un aumento delle accise su benzina ed energia, con conseguenti riflessi negativi sull’intera produzione di beni e servizi. Il fantomatico rigore finanziario di cui Monti si è fatto promotore è diventato il cappio per le nostre imprese, costrette alla chiusura dal calo della richiesta e dalla mancanza di credito finanziario bloccato dalle banche. D’altra parte la riforma del lavoro, cosi come delineata dal ministro Foriero, otterrà di rendere sconveniente investire in Italia. Infatti, a fronte di un calo del mercato cinese, è evidente che l’obbiettivo dell’aggressione politico-finanziaria al nostro Paese è quello di bloccare il rilancio del sistema produttivo nazionale, fra i più competitivi all’interno dell’eurozona. I cittadini si sentono traditi da una classe politica incapace di governare, debole nell’affrontare scelte coraggiose per il bene di tutti, mostrando il fianco ad un crescente sentimento antipolitico, puntualmente cavalcato da chi non ha e non avrà mai le capacità amministrative per governare, poiché privo d’una minima cultura istituzionale. È in atto una gara al massacro reciproco, un “tutti contro tutti”, stupidamente cavalcato dalla stampa e fomentato da soggetti speranzosi di farsi strada nel torbido degli eventi. L’azzeramento delle spinte federaliste attuato dal governo Monti, con la costante umiliazione degli Enti locali, lasciati soli davanti agli effetti sociali della crisi economica, mette oggi a repentaglio la stessa integrità nazionale, contrapponendo esperienze amministrative e territoriali culturalmente distanti, spaccano i partiti al loro interno fra amministratori del nord e del sud, fra politici locali e nazionali. Mai come ora l’Italia è a rischio d’esplodere con tensioni che stanno emergendo con drammatica crudezza, fomentate da una crisi economica durissima e da un sistema bancario sordo alle necessità di chi ancora ha voglia di fare impresa. Non basta riformare il sistema politico, è l’intera società che deve eleggere al proprio interno persone diversamente motivate, dotate di capacità e di un profondo senso del dovere, sostenuto da un etica chiara e coerente che siano in grado di promuovere il Bene comune, arrestando la deriva dell’antipolitica. Solo partendo dal territorio ed occupandosi di “casa propria” sarà possibile riannodare i lacci di una trama rotta, gettando le basi per una nuova storia. È la “voglia di fare” che manca non le capacità.
    Fonte: Mensile comunale | vai alla pagina
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