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Dichiarazione di Stefano STEFANI
Una terribile occasione per dimostrare che la soluzione non è l'assistenzialismo
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(24 maggio 2012) - fonte: La Padania - inserita il 24 maggio 2012 da 21157
Ci abituiamo talmente presto ai luoghi comuni che finiamo per credere che in fondo nascondono delle autentiche verità. Basta in realtà leggerli meglio per accorgersi che le romantiche suggestioni a cui ci ha abituato il salvifico Governo Monti non fossero altro che convenienze di corto respiro scarsamente corroborate dai fatti.Con tutto il rispetto e la riverenza necessari ad evitare accuse di lesa maestà, credo che in un momento come questo non basti “valutare tutte le richieste degli enti locali coinvolti nel sisma e fare il possibile”, sarebbe stato sufficiente che il sottosegretario Antonio Catricalà, nella sua liturgia educativa, rendesse chiari i dettagli del decreto legge sulla protezione civile recentemente approvato.
Quando leggendo il testo viene fuori che l’impegno dello Stato nel processo di ricostruzione e di recupero paesaggistico delle città colpite dal sisma in Emilia si esaurirà nell’arco temporale di solo 100 giorni per poi “lavarsi le mani” da qualunque responsabilità futura, allora sarebbe stato almeno necessario chiarire cosa succederà una volta scaduti i termini di intervento e quali strumenti la Regione avrà a quel punto a disposizione per fronteggiare la situazione.
A prescindere dalla quadra che si riuscirà a trovare, credo piuttosto che sia il passato ad indicarci la strada, che non è quella dell’assistenzialismo statale sempre e comunque, come insegna il terremoto dell’Irpinia la cui ricostruzione fu uno dei peggiori esempi di speculazione su una tragedia. Piuttosto è dall’ attenta ed efficiente gestione delle risorse da parte delle amministrazioni locali che è possibile ricostruire interi paesi.
È dal ricordo del Friuli che bisogna partire per cercare di trovare un piano di recupero. Certo, la storia è diversa. Quella che viviamo oggi è caldeggiata e sponsorizzata dal partito degli eletti, quelli che bypassando la scelta sovrana del popolo, si ritrovano a guidarlo invitandolo continuamente ad arrangiarsi senza alcuna forma di chiarezza nelle strategie di intervento, quando sembra chiaro l’intento di spostare il costo della ricostruzione dalle casse pubbliche al settore privato, come dimostra la nota- non ancora confermata- di polizze anticalamità obbligatorie sulle case.
È attorno a questa atroce coincidenza che si sta consumando l’ultimo atto di una pantomima a cui siamo chiamati ad assistere nel momento in cui le responsabilità vengono scaricate sulle Regioni, sulle imprese e sui sindacati di categoria. Su tutti, tranne su chi è deputato a governare. Ma forse, in questo caso, è meglio così.
Stefano Stefani
Fonte: La Padania | vai alla pagina » Segnala errori / abusi