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Dichiarazione di Pier Luigi BERSANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

"Pronti a discutere anche di presidenzialismo ma non si fa in due mesi"

  • (25 maggio 2012) - fonte: La Stampa on line - inserita il 04 giugno 2013 da 21827
    Il presidenzialismo? Se ne può parlare, anche se io mi concentrerei più su quello che si può fare con i tempi che abbiamo e cioè su una modifica della legge elettorale col doppio turno. Poi per carità, si può discutere di tutto. L’ho detto ad Alfano e gli chiesto pure di spiegarmi come si possa riuscire in due mesi ad approvare una rivoluzione del genere dell’architettura dello Stato». Dopo un colloquio con il segretario del Pdl in cui i due si sono “annusati” a vicenda sulla madre di tutte le riforme, Pierluigi Bersani è cauto, ma lascia aperto uno spiraglio di trattativa anche su un tema esplosivo capace di dividere trasversalmente il suo partito. Solo per averne un’idea, quando era segretario pro-tempore nel 2008, Franceschini aprì sul presidenzialismo in un’intervista, ma fu coperto da una pioggia di contumelie. E anche se oggi la paura di dare lo scettro in mano a Berlusconi è venuta meno, c’è da scommettere che la questione infiammi lo stesso gli animi. Basterà vedere cosa succederà martedì prossimo quando la Direzione dei Democratici dovrà discutere di alleanze e legge elettorale. Perché, come fa notare un altro dirigente di primo piano del Pd, «quella contro il presidenzialismo è una posizione sedimentata politicamente e culturalmente a sinistra e non è facile ribaltarla in pochi giorni...». Fatto sta che mercoledì, mentre Berlusconi scopriva le carte anzitempo sullo spariglio del Pdl, veniva rilanciata un’intervista all’Espresso in cui D’Alema dice che non avrebbe «nulla in contrario se venisse proposto il modello francese del semi-presidenzialismo con l’elezione diretta del presidente». Ieri mattina il leader del Pd ha dunque cercato di capire come stiano le cose e ne ha parlato riservatamente con il segretario del Pdl in Confindustria, dove entrambi erano seduti l’uno accanto all’altro ad ascoltare Squinzi. E Bersani non ha chiuso la porta in faccia all’offerta che il Pdl si appresta a fare: «Gli ho chiesto: ma voi pensate veramente che entro agosto si possa ridisegnare tutto l’assetto istituzionale? L’impressione che ho avuto è che lui mi volesse sondare e che loro stessi ci stiano pensando su». Ma opporre l’ostacolo della tempistica non è un argomento scivoloso che rischia di far passare voi del Pd come quelli che bloccano ogni accordo sulle riforme? Il volto di Bersani si scurisce, perché il leader Pd non potrebbe accettare di restare col cerino in mano passando per l’affossatore di una modifica della legge elettorale. «Ma la gente mica è scema che pensa che qui dentro non si riesce a fare nulla e che poi in due mesi si rifà tutto da cima a fondo. E su!». Insomma, è evidente che il sospetto che percorre a tutti i livelli il Pd è che un rilancio di questa portata può servire a buttare la palla in tribuna smontando ogni intesa possibile. Ma lo stesso Bersani non dispera, «sto cercando di convincere tutti sul doppio turno, vediamo come va...». E in effetti se anche Casini ha aperto su questa ipotesi, se è vero che Fli e Api sarebbero d’accordo, non è detto che il doppio turno senza altra carne al fuoco non possa vedere la luce. Che interesse avrebbe il Pdl ad accettare un sistema dove chi si misura con i ballottaggi nei collegi rischia di perdere di brutto, senza avere assicurati i 270 deputati garantiti alle minoranze dal Porcellum? «Ci sono vari modi possibili per temperare il doppio turno, magari inserendo una quota di seggi eletti col proporzionale. Ma è presto per parlarne...».
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