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Mario MONTI in data 13 giugno 2012
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Mario BALDASSARRI in data 12 giugno 2012
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Stefano STEFANI in data 12 giugno 2012
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«I 4 miliardi della spending review a chi è rimasto fuori» - INTERVISTA
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(30 maggio 2012) - fonte: l'Unità - Massimo Franchi - inserita il 30 maggio 2012 da 31
La proposta di usare i 4 miliardi che Giarda promette di trovare per risolvere in toto il problema esodati. «I risparmi che vengono dai tagli alla spesa possono essere usati per gli esodati. Ma non basta: le norme sulle pensioni vanno cambiate».«Se perfino il ministro finalmente riconosce che con le sue riforme si è creato un problema sociale a cui si accompagna un problema di risorse da risolvere, allora utilizziamo i risparmi che arriveranno dalla spending review».
Damiano, ieri Inps e Fornero hanno finalmente riconosciuto che il problema esodati andrà risolto, ma non hanno quantificato né il numero delle persone escluse né le risorse necessarie. Lei è in grado di farlo?
«No. È compito di Inps e ministero del Lavoro stabilire quante persone per quante risorse. In ogni caso voglio sottolineare che non si può far discendere un diritto, che lo stesso presidente dell`Inps Mastrapasqua riconosce ai lavoratori esclusi, rispetto ad una quantificazione di risorse, come invece è successo con il decreto interministeriale».
A proposito, il decreto è da una settimana nelle mani di Monti. Lei crede ci potrebbero essere novità?
«Il decreto interministeriale è al vaglio dei ministero delle Finanze. Detto questo, il problema è che il decreto risolve il problema solo per i primi 65mila esodati, lasciando fuori moltissime persone».
Susanna Camusso sostiene che «o si trova una soluzione per il complesso degli esodati o è meglio sospendere la riforma degli ammortizzatori perché le misure proposte non reggono la situazione».
«C`è un nesso evidente tra la riforma delle pensioni, che commettendo l`errore di abolire le quote di anzianità introdotte da noi nel 2007, fa compiere ai lavoratori un balzo in avanti fino a 6 anni (il doppio dello scalone Maroni) e una riforma del lavoro che quando sarà a regime accorcerà i tempi delle coperture da 48-36 a 18-12 i mesi. Il combinato disposto delle due misure porterà, per esempio, una persona che perderà il lavoro a 60 anni ad avere copertura per un solo anno e rimanere senza fino a 67 anni».
Quali le soluzioni?
«Io penso che sul versante delle pensioni si tratta di fare un intervento immediato. L`ottimo sarebbe re-introdurre le quote di anzianità anche oltre la vecchia "quota 97". In ogni caso in commissione Lavoro alla Camera stiamo discutendo con un ampio consenso una proposta di legge per allargare la platea dei lavoratori che possono utilizzare le vecchie norme, aprendo un confronto anche con i sindacati».
E sulla riforma del lavoro? L`Unità ha anticipato che, nonostante le "fiducie" al Senato, alla Camera i tempi si allungheranno...
«Noi vogliamo assolutamente evitare che con le "fiducie" arrivi alla Camera un testo blindato e che il governo con noi si comporti alla stessa maniera. Come al Senato, si possono trovare soluzioni equilibrate e condivise a partire da una modifica dell`Aspi che potrebbe andare a regime in modo più graduale».
Ma come contemperare le esigenze di cambiamento della riforma con quelle di contingentamento dei tempi che il governo richiede?
«Attribuisco ai fattori miglioramento e condivisione un alto valore specifico che subordino al fattore tempo. Nessuno pensa di menare il can per l`aia, ma non si può neanche pensare di considerare chiusa la partita solo perché ce lo chiede il governo».
Fonte: l'Unità - Massimo Franchi | vai alla pagina » Segnala errori / abusi