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Dichiarazione di Stefano STEFANI
Governo tecnico stregato dal voto di fiducia, l'oligarchia non sopporta più le Camere
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(12 giugno 2012) - fonte: La Padania - inserita il 12 giugno 2012 da 21157
Soltanto qualche mese fa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva ben sottolineato come il profluvio di voti di fiducia attuato da questo esecutivo fosse non soltanto ingestibile ma “provocherebbe un’inaccettabile compressione delle prerogative delle Camere”. Eppure, con buona pace dei reiterati appelli del Capo dello Stato ad evitare il facile ricorso alla fiducia, sembrerebbe che questo Governo non riesca a sottrarsi alle sue lusinghiere sirene ma mostri, in realtà, una spiccata sensibilità al canto deciso e risoluto di questo strumento politico adoperato come arma di efficienza ed efficacia della sua azione, nonostante una maggioranza bipartisan dai numeri quasi bulgari.A prescindere dalla decisione che prenderà questa settimana in merito al decreto legge sulla corruzione nella pubblica amministrazione, lo spettro del ricorso all’ennesimo voto di fiducia, al giro di boa dopo il ventesimo per l’esattezza, si fa sempre più concreto e ciò che in questi giorni è balzato immediatamente agli occhi è che non solo la tecnostruttura ha sostituito i corridoi e le Aule del Parlamento ma che a quest’ultimo resti ben poco da fare se non assistere ad un attacco sistematico alla sua istituzione che, oggi, sembra relegata in un ruolo secondario di indirizzo e controllo.
Lungi dal voler dare lezioni a chi è sempre stato abituato a salire in cattedra, è tempo che il Presidente del Consiglio si assuma le sue responsabilità in merito alla capacità di governare e di svolgere la funzione dialettica di armonizzare i diversi punti di vista di una grande maggioranza, ormai assoggettata ad un’oligarchia decisionale. In virtù di queste prerogative, il tentativo del Governo di dribblare le Camere, sottraendosi al confronto parlamentare, e procedere alla graduale esautorazione del Parlamento nel momento più difficile del nostro Paese, può risultare pericoloso per la democrazia rappresentativa e merita, perciò, un’adeguata riflessione a livello politico.
Agitare inopportunamente lo spettro della Grecia, ed ora della Spagna, all’interno di una strategia comunicativa attivata soltanto per tappare la bocca a chi, dentro e fuori il Parlamento, vuole arginare l’azione suicida di questo Esecutivo, è inopportuno e si allontana dall’impegno e dalla passione necessari a disinnescare la frustrazione ed il malcontento. Evidentemente queste virtù sono di difficile reperibilità in questi mesi nella classe politica dirigente lusingata e spesso appagata da ben altre sirene.
Stefano Stefani
Fonte: La Padania | vai alla pagina » Segnala errori / abusi