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Dichiarazione di Severino DAMIOLINI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega)  - Consigliere  Consiglio Comunale Sellero (BS) (Gruppo: Lega) 


 

Comune unico di Valsaviore - La proposta di Mottinelli e le perplessità di Damiolini

  • (18 giugno 2012) - fonte: www.damiolini.it - inserita il 18 giugno 2012 da 6113
    Vi invito a leggere la lettera inviata dal Presidente dell'Assemblea dell'Unione dei Comuni della Valsaviore Mottinelli (allegata). La mia posizione in merito all'adesione del Comune di Sellero ad un ipotetico comune di Valsaviore è ormai nota. Ho più volte espresso forti dubbi in merito alla permanenza del Comune di Sellero nell'attuale Unione della Valsaviore e non posso che esprimerne altre in merito sia all'opportunità che Sellero entri a far parte del "Comune Unico di Valsaviore" che alla possibilità, paventata da Mottinelli, di una nuova Unione tra l'ipotetico Nuovo Comune (formato da Berzo Demo, Cedegolo, Cevo, Saviore) ed il comune di Sellero. Già oggi Sellero risulta essere un corpo estraneo e ha un peso molto marginale all'interno di una Unione composta da 5 comuni che hanno più o meno la stessa dimensione demografica (emarginazione in parte imputabile alla cattiva politica fatta di personalismi e scarsa lungimiranza attuata in questi anni dal Sindaco Bressanelli e dalla sua Amministrazione) e verrebbe ulteriormente ridimensionato sia all'interno di un ipotetico comune unico sia all’interno di una Unione con un "colosso" che avrebbe quasi tre volte e mezzo il numero dei suoi abitanti. Del resto il Comune di Sellero con i comuni della Valsaviore ha ben pochi legami se non il retaggio del "comune unico" ereditato dal periodo fascista (mi auguro che non sia questa la “storia” a cui si riferisce Mottinelli) e si trova avviluppato in questo legame forzoso più per mero tornaconto da parte dei suoi amministratori, che si accontentano di piluccare le briciole che cadono dal tavolo dei più ricchi e potenti commensali, che a fronte di benefici concreti e tangibili per i propri cittadini. Pertanto credo sia sì il caso affrontare il tema del futuro dell'Unione (anche dal sottoscritto più volte sollevato), ma senza ipocrisie e mettendo avanti a tutto l'interesse dei nostri concittadini. Per il Comune di Sellero penso sia quindi più che mai opportuno valutare (come hanno già fatto Paisco e Malonno che potrebbero essere imitati anche da Berzo Demo) l'opportunità di lasciare l'Unione della Valsaviore per una nuova aggregazione, magari quella della Media Valle - Civiltà delle Pietre, della quale fanno parte gli altri comuni posti sul versante occidentale della Valle Camonica (Capo di Ponte, Ono S. Pietro, Cerveno, Losine) e con i quali sarebbe possibile mettere in atto importanti progetti sia dal punto di vista culturale (Il Comune di Sellero è ricchissimo di incisioni rupestri) che di sviluppo del tessuto economico-produttivo, cosa che ad oggi appare impossibile da realizzare stando all'interno dell'Unione della Valsaviore. E' inutile continuare a parlare di "comune unico" ma nel frattempo nascondere quelli che sono i problemi e le divisioni, negando che già ora i 5 comuni dell'Unione faticano non poco a stare insieme. La crisi scoppiata in Giunta relativamente all'accordo La.Cam./Brembo (che ricordo per l'ennesima volta ha portato alle dimissioni del Presidente Scolari che con una lettera di fuoco ha attaccato duramente gli altri Comuni rei, a detta del sindaco di Berzo Demo, di tendere "ad affermare solo gli interessi del proprio comune anche a danno degli altri comuni" e alla sua promessa - che risuonava più come una minaccia - di "valutare nelle sedi più opportune la permanenza del Comune di Berzo Demo all'interno dell'Unione" ) oramai ne è il paradigma, ma è stata solo la scintilla che ha dato fuoco ad una situazione già incandescente. In quel caso i 5 Sindaci avrebbero potuto e dovuto cercare di collaborare per massimizzare il risultato con il minimo sacrificio ed invece ancora una volta, i personalismi e le divisioni politiche l'hanno fatta da padroni. Alla luce dei recenti avvenimenti, delle continue lotte intestine più o meno sottaciute e dei protagonismi politici sempre più evidenti, la proposta di un comune Unico mi sa tanto di ultimo disperato assalto alla diligenza. I soldi sono diventati pochi e accontentare cinque campanili, cinque anime e soprattutto cinque corpi affamati costringe a rinunciare a distribuire prebende e privilegi per gli amici degli amici e questo per i "vecchi politici" (vecchi non necessariamente dal punto di vista anagrafico), oltre che essere inconcepibile è diventato un grosso problema. Meglio allora giocarsi il tutto per tutto e cercare di accaparrarsi l'intera posta (sicuramente il Presidente Mottinelli, forte della sua ultraventennale esperienza politica, non aspetta altro che di potersi candidare a Sindaco del nuovo Comune) in modo da non dover più soggiacere alla logica del "do ut des" e ridurre drasticamente il numero dei commensali con cui spartire un pasto non più così abbondante come qualche anno fa, ma sempre e comunque appetitoso e questo, come sempre, in barba all'interesse dei cittadini e delle singole comunità. Sentire poi il Presidente Mottinelli parlare di "cessione di sovranità" mi ricorda Mario Monti e Angela Merkel quando, parlando dell'Unione Europea, individuano nella "cessione di sovranità" da parte dei singoli stati, l'unica strada percorribile. Se, fatte ovviamente le debite proporzioni, l'esempio da seguire per il futuro dell'Unione della Valsaviore è l'Unione Europea... beh.. credo che visti i risultati che abbiamo davanti tutti i giorni i cittadini non potranno che rispondere: "NO! Grazie…" Del resto non è cedendo sovranità che si costruisce il futuro delle nostre piccole comunità (non ci servono podestà o piccoli dittatori), ma cercando di coniugare le diversità nell'unità. Riducendo i costi, garantendo i servizi, ottimizzando la spesa ma mantenendo e tutelando le peculiarità delle singole realtà locali che devono avere tutte pari dignità. Un concetto espresso chiaramente da Carlo Cattaneo che, nel 1860 alla vigilia dell’unificazione italiana, contrapponendo il modello federale svizzero al modello francese prototipo dello Stato accentratore, nella prefazione al volume IX de “Politecnico” affermava: "I molteplici consigli legislativi, e i loro consensi e dissensi, e i poteri amministrativi di molte e varie origini, sono condizioni necessarie di libertà. La libertà è una pianta di molte radici. (...) Quando ingenti forze e ingenti ricchezze e onoranze stanno raccolte in pugno d'un'autorità centrale, è troppo facile costruire o acquistare la maggioranza d'un unico parlamento. La libertà non è più che un nome: tutto si fa come tra padroni e servi.".
    Fonte: www.damiolini.it | vai alla pagina
    Argomenti: Sellero, unione valsaviore, comune unico | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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