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Dichiarazione di Antonio TAJANI
Tav. «Il progetto deve andare avanti. Ma l'Ue ha già dato» - INTERVISTA
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(14 luglio 2012) - fonte: La Stampa - Paolo Baroni - inserita il 14 luglio 2012 da 31
Bisogna andare avanti, la Torino-Lione non si può fermare», dice il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani. Che questo progetto lo conosce bene, visto che sino a due anni la delega ai trasporti era sua.Andare avanti? Ma i francesi dicono di non aver abbastanza soldi ed ora battono cassa con voi?
«L’Unione europea ha già fatto la sua parte».
Ieri il suo collega, il commissario europeo ai Trasporti Kallas, ha dichiarato che se c’è un problema finanziario se la devono vedere Italia e Francia. La Ue ha già dato.
«Sono stato io, a fine 2008, a firmare il primo stanziamento da 670 milioni di euro. Come Commissione abbiamo sempre sostenuto questo progetto, ed io personalmente ho seguito tutta la trattativa italiana, incontrando anche i sindaci della Val Susa. Così come abbiamo sempre sostenuto l’importanza di una rete transeuropea: l’investimento nelle infrastrutture, non solo nel campo dei trasporti ma anche con progetti come la rete Galileo, è fondamentale per la crescita».
L’Europa ha appena trovato l’accordo per un piano per la crescita, ma annunci come quello dei francesi sono un vero paradosso, ci fanno innestare la retromarcia.
«Assolutamente no, non si deve. Bisogna andare avanti. Solo per restare alle prospettive finanziarie 2014-2020 ci sono 50 miliardi stanziati proprio per le infrastrutture, 40 di fondi comunitari e 10 di project bond. Puntiamo molto sulle infrastrutture, sono utilissime: servono a sviluppare la politica industriale, fanno crescere e consolidano il mercato interno, aiutano il turismo, creano nuovi posti di lavoro e contribuiscono alla lotta all’inquinamento».
Un rallentamento dei lavori sulla tratta francese, come sembra minacciare il governo di Parigi, può mettere a rischio i fondi Ue per la tratta internazionale?
«Certo. Dopo aver stanziato i primi fondi monitoriamo continuamente l’avanzamento di tutto il progetto. Ma visto che un’opera del genere non si fa in due settimane, c’è tutto il tempo per vedere come procedere».
Ma quel piano dei francesi da 260 miliardi non era forse troppo ambizioso?
«E’ nato in un momento in cui l’economia cresceva e progetti del genere, basta vedere cosa è successo nella stessa Francia, in Spagna e poi anche in Italia, hanno dato un contributo molto importante. Certo oggi la crisi qualche problema in più lo crea».
Ma nel caso mancassero risorse per i piani nazionali della Torino-Lione non si potrebbe utilizzare i project bond?
«I project bond sono uno degli esperimenti che stiamo portando avanti. E i piani finanziari si possono sempre modificare, però intanto bisogna andare avanti coi lavori».
Speriamo che i francesi ci ripensino, allora?
«Io stamattina ho parlato a lungo col ministro Passera, che a sua volta ha sentito il collega francese, e lui mi ha assicurato che non ci sono problemi, che si andrà avanti».
Fonte: La Stampa - Paolo Baroni | vai alla pagina » Segnala errori / abusi