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Dichiarazione di Arturo Mario Luigi PARISI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Bersani ha ucciso le primarie - INTERVISTA

  • (17 luglio 2012) - fonte: Italia Oggi - Franco Adriano - inserita il 17 luglio 2012 da 4110

    Tutto il Pd dovrà appiattirsi sul segretario. E se perde?.

    Quella di sabato per lui è stata «un'assemblea a margine di un'assemblea che si era già conclusa» su ciò che più contava nel Pd, ossia le primarie «mettendoci una bella pietra tombale sopra». Il riferimento di Arturo Parisi, ex ministro delle Difesa e braccio destro di Romano Prodi, non è per nulla velato: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, con il suo mentore Massimo D'Alema, hanno deciso che le primarie saranno il primo atto della campagna elettorale del segretario del Pd e non un atto preliminare per la scelta del candidato premier.

    Crisi economica, primarie e diritti gay. Perché nel dibattito sull'assemblea del Pd è prevalso quest'ultimo argomento?

    La capisco. Con tutti i guai che abbiamo davanti, proprio su questo dovevate dividervi? Sarà pure un granello di sabbia finito nell'occhio del pilota, ma una volta accaduto è difficile continuare a guidare senza grattarsi in continuazione. Anche se il rischio è di andare fuoristrada. Così in politica. Senza un'identità condivisa, riconoscibile e riconosciuta, e un metodo sicuro, può diventare difficile applicarsi alla guida. Può capitare che le chiedano dell'euro. E lei risponda, sono per le primarie aperte ed i matrimoni chiusi.

    Mi sembra di capire che secondo lei chi guida il Pd in questo momento non risponda a queste caratteristiche. È così?

    L'assemblea di cui ho letto sui giornali si è svolta quando l'assemblea si era già conclusa. Come sempre. Guidata da una dinamica unanimistica. Incapace di decidere se non con la formula della acclamazione della relazione del segretario. Un voto contrario e cinque astenuti. Come sempre.

    Si riferisce ancora alla vicenda gay e alla rivendicazione dei numeri di Beppe Fioroni e Rosy Bindi?

    Quello è stato il secondo tempo, che ha coperto una assemblea senza storia. Se ha fatto notizia è solo perché alcuni si sono sottratti all'unanimismo. Secondo la Bindi, nientedimeno che il 5%. Secondo Fioroni solo il 3%. Anche se nessuno saprà mai quanto grande fosse il 100. Quella che un tempo avremmo detto una maggioranza bulgara! Vergognandoci. Come chiamarci democrazia se per decidere ci fosse bisogno del 95- 97%? Lo chiedo anche ai commentatori che raccontano come una patologia la sola presenza di una minoranza. Allora è meglio fare come negli altri partiti che risolvono il problema senza neppure aprire il dibattito.

    Mi scusi, ma cosa avrebbe dovuto fare nel merito il Pd sulle unioni civili?

    Dare una risposta nuova ad una coscienza mutata. Ma come misurare quanto è mutata la coscienza, almeno all'interno del partito, senza consentire un confronto ampio e approfondito e un voto autentico?

    A questo proposito lei ha parlato di un'assemblea a margine che si era già conclusa. A che cosa si riferiva?

    Pensavo alle primarie. Alla bella pietra tombale che ci hanno messo sopra. Capisco che, con tutti i guai che abbiamo, parlare di primarie è l'ultima cosa che ad uno può venire in mente. Ma è ormai chiaro che le primarie vere non ci saranno. Le faccio notare che mentre Bersani rinviava all'autunno le decisioni sul se e sul come parlando in terza persona («il segretario del Pd partecipa in ossequio alle regole statutarie»), giungevano le nitide parole di Massimo a dire che in gara siamo «noi il Partito in quanto tale» e che essendo il Partito in quanto tale a vincerle o perderle è l'organizzazione del Pd e tutti noi non potremo non metterci pancia a terra al servizio di questo obiettivo.

    Tutti gli iscritti del Pd, dunque, alle primarie dovranno naturalmente correre per il segretario. È così?

    Comunque. Ancor più se si pensa che la data del loro svolgimento dovrebbe essere, a dire di Bersani a ragionevole distanza dalle elezioni e cioè entro la fine dell'anno, come a dire a poco più di un mese dall'inizio della campagna elettorale. Se, come ha detto Napolitano, le elezioni saranno in Aprile, il via ai comizi elettorali, sarà all'inizio di febbraio. Potrebbe mai il Pd aprire la campagna elettorale perdendo le primarie un mese prima?

    Poniamo che il risultato atteso dal segretario non sia quello. Che accadrà?

    Si immagini la scena. Se non producessero il risultato atteso, anche solo nella misura della vittoria, potremmo finire per assistere, questa volta sì, al più spettacolare big bang della breve storia della seconda repubblica. Come già è accaduto per le primarie a sindaco nei principali comuni, sarebbe il segretario del Pd ad entrare, infatti, nella campagna elettorale con una sconfitta alle primarie che lui stesso ha voluto. Forse sarebbe meglio dirsi la verità.

    Fonte: Italia Oggi - Franco Adriano | vai alla pagina

    Argomenti: unioni civili, diritti civili, pd, campagna elettorale, congresso pd, Bindi Rosy, dissenso, primarie, elezioni politiche 2013, Bersani | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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