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Dichiarazione di Roberta ANGELILLI

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: PPE) 


 

«Fu Prodi a volere un'Europa larga e dominata da altri...» - INTERVISTA

  • (17 luglio 2012) - fonte: Il Secolo d'Italia - Antonella Ambrosioni - inserita il 17 luglio 2012 da 861

    Un euro a due velocità. Ogni tanto fa capolino la tentazione di una fuga in avanti verso un super euro dei paesi "forti", a traino tedesco, comprendente i "virtuosi" paesi del nord Europa. Con la conseguente divaricazione rispetto a un euro di "serie B" di un'area mediterranea "periferica", con Italia e Spagna sempre in affanno. Chiediamo a Roberta Angelilli, vice-presidente del Parlamento europeo, di ricostruire i passaggi di questa progressiva perdita di centralità dell'area mediterranea dell'Europa.

    Lei stessa ha parlato di scelte "anti-italiane" all'epoca in cui Romano Prodi era Commissario europeo. Dobbiamo a lui la marginalizzazione dell'area mediterranea?

    Certamente era uno dei decisori in Italia, in qualità di premier, e in Europa in veste di commissario, quando si giocarono partite decisive dal punto di vista economico e commerciale. Non si battè abbastanza sul tasso di cambio lira/euro, sfavorevole per noi, che fece sì che l'Italia sopportasse più sacrifici del necessario, determinando l'inizio di una progressiva diminuzione delle nostre esportazioni. Per apparire "super partes", in tanti passaggi giocò come se fosse un "nemico" dell'Italia.

    Come dire, fu più realista del Re: in quali occasioni?

    In momenti in cui si stavano giocando partite con molti interessi in gioco sul fronte agroalimentare sulla difesa delle eccellenze italiane, sul fronte dell'industria siderurgica. Per dirne una: quando l'Italia candidò Parma come sede dell'Agenzia per la sicurezza alimentare europea, dovette addirittura giocarsela in maniera a dir poco surreale con la città di Lussemburgo... Se troviamo al supermercato l'Amarone della Valpolicella prodotto in Cina e il Morellino cileno lo dobbiamo a Prodi.

    Prodi fu uno dei maggiori sponsor nell'allargamento dell'Europa, che si è rivelato un disastro economico...

    Tra il 2004 e il 2008 ben 12 Paesi sono entrati a far parte dell'Ue, molti dei quali ascrivibili all'area dell'ex Urss e quindi molto bisognosi di essere assistiti. È stato uno sforzo troppo grande. Si trattò di un "euroentusiasmo" superficiale e poco lungimirante da parte di Prodi. Non c'è dubbio.

    Ora ne paghiamo le conseguenze: l'errore fatale?

    Quello di non avere contrastato il rafforzarsi del "direttorio" franco-tedesco. I due Paesi hanno goduto di mille eccezioni rispetto alle regole del Patto di Stabilità, cioè l'accordo per far rispettare i criteri di Maastricht. Una fase che lui non gestì bene, al punto da definire questo patto "stupido", con una grande gaffe internazionale, tra l'altro. Questa "cornice" ha fatto sì che l'Italia fosse considerato un Paese "non pervenuto", per così dire...

    Un bilando catastrofico...

    Gli anni della presidenza Prodi coincidono con le trattative per l'ingresso della Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio e con l'inizio del boom commerciale cinese in Europa. Dal 2000 al 2004 l'importazione di merci della Cina è aumentata del 700%. Senza contare le merci illegali e contraffatte. Molto si sarebbe potuto fare per chiedere maggiori garanzie per le imprese europee. Ma non fu fatto.

    Fonte: Il Secolo d'Italia - Antonella Ambrosioni | vai alla pagina

    Argomenti: parlamento europeo, economia, UE, europa, unione europea, globalizzazione, Prodi Romano, Spagna, patto di stabilità, euro | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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