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Dichiarazione di Luigi Li Gotti

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: IdV) 


 

«Brutta pagina per il Quirinale» - INTERVISTA

  • (25 luglio 2012) - fonte: il Fatto Quotidiano - inserita il 25 luglio 2012 da 31

    «Di certo non hanno parlato del tempo. E francamente è una cosa piuttosto sgradevole». La richiesta di rinvio a giudizio dell'ex ministro Mancino da parte della Procura di Palermo nell'ambito dell'inchiesta sulla Trattativa Stato-mafia ripropone ancora una volta il tema del comportamento di Giorgio Napolitano. E dopo Di Pietro, dall'Idv torna a parlarne l'avvocato e senatore Luigi Li Gotti: "Non è stata una bella pagina per il Quirinale".

    Senatore, siete rimasti soli a censurare il comportamento di Napolitano. E il rispetto delle istituzioni?

    Quello è mancato all'ex ministro Mancino. Chiedere al Quirinale di intervenire in una questione privata, ossia intercedere per evitare un confronto con l'ex collega di governo Martelli, significa mettere in imbarazzo il presidente della Repubblica. Il quale, purtroppo, non sembra essersi sottratto. Se avesse risposto "queste cose non si fanno", ne sarebbe uscito bene. Invece il contenuto della conversazioni è stato evidentemente un altro.

    Che effetti avrà il conflitto di attribuzione?

    Il problema sta nella parola "conflitto".
    È solo una questione tecnico-giuridica su cui deciderà la Corte costituzionale, ma nel senso comune significa contrapposizione, scontro. Il risultato è una delegittimazione della Procura di Palermo, impegnata in un'inchiesta a dir poco delicata. Il problema delle intercettazioni del capo dello Stato nasce da un vuoto normativa sollevato fin dal 1997. Bastava sollecitare il legislatore a intervenire. Si è scelta una strada diversa.

    La convince la ricostruzione della Procura?

    Che una qualche trattativa ci sia stata è ormai un dato di fatto. Alla Commissione antimafia risulta che quando nel 1993 fu arrestato Riina, i ministri Conso e Mancino sapevano che chi avrebbe preso il suo posto avrebbe cambiato strategia. Ma questo lo si venne a sapere ufficialmente solo un anno dopo, quando si pentì Salvatore Cangemi. Eppure quell'informazione era in qualche modo già arrivata.

    Fonte: il Fatto Quotidiano | vai alla pagina

    Argomenti: intercettazioni, corte costituzionale, presidente Napolitano, Corruzione dei politici della II repubblica, Presidente della Repubblica, Mafia e Politica, procura di Palermo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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