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Dichiarazione di Antonio POLITO


 

Liberateci dal Porcellum

  • (28 luglio 2012) - fonte: Corriere della Sera - Antonio Polito - inserita il 29 luglio 2012 da 31

    C'è una sola cosa peggiore che tenersi il Porcellum: farne un altro. Fare cioè un'altra legge elettorale a furia di colpi di maggioranza, ritagliata sui bisogni del momento di chi la fa, considerata una truffa da chi la subisce, capace dunque di avvelenare per anni la lotta politica spingendo gli schieramenti alla reciproca delegittimazione. Cioè esattamente quanto è avvenuto dal 2006 a oggi col Porcellum.

    Eppure il fantasma di un Porcellum bis ha ripreso a girare nel Palazzo. È bastato ad evocarlo il ritorno sulla scena del delitto di Calderoli, reo confesso della «porcata» e riciclato come esperto della Lega. Raccontano i bene informati che Berlusconi e Maroni stiano considerando di sacrificare anche la riforma elettorale, dopo quella costituzionale, sull'altare di una rinata Alleanza del Nord.

    L'idea sarebbe di sfruttare la maggioranza di cui ancora i due partiti dispongono al Senato per far approvare almeno in quel ramo del Parlamento una legge ad personas, gradita cioè solo a loro.

    Il progetto, a dire il vero, sembra così suicida da far sperare che verrà abbandonato: rompere sulla riforma elettorale vorrebbe dire fornire un alibi formidabile a Bersani per mettere fine alla legislatura e tornare a votare con il Porcellum . Il Pd vuole cambiarlo, ed è sincero; però con la vecchia legge vincerebbe le elezioni in carrozza, e se proprio la destra gliene dà il destro, la tentazione di approfittarne diventerebbe irresistibile. Ma poiché tutti dicono che Berlusconi, fino a ieri accusato di puntare alle elezioni anticipate, ora le veda come il fumo negli occhi perché perderebbe malamente, almeno l'interesse di parte dovrebbe sconsigliare un disastro comune.

    Sarebbe infatti bene ricordare ai partiti che toccare le leggi elettorali è la cosa più delicata che esista, e questa è la ragione per cui nelle democrazie mature lo si fa molto raramente. È infatti il momento in cui i giocatori della partita democratica se ne fanno arbitri, fissandone le regole, disponendo dunque del potere di danneggiare gli outsider . Per esempio: qualsiasi nuovo sistema deve oggi sottrarsi al sospetto di essere costruito contro il movimento di Grillo o quello di Vendola, entrambi non rappresentati in Parlamento. L'ideale sarebbe agire sotto il velo dell'ignoranza, cioè così tanto tempo prima del voto e così indipendentemente dai sondaggi da non potersi cucire la legge addosso come un abito su misura, al contrario di quanto avvenne col Porcellum.

    E invece, paradossalmente, la ragione per cui i partiti oggi stanno facendo melina rinviando il più possibile la legge è proprio il velo dell'ignoranza in cui sono immersi: non sanno con che alleanze, con che proposte, e con quali candidati premier andranno al voto. Vogliono decidere dunque prima quello, e poi vedere quale sistema conviene di più.

    In secondo luogo una legge elettorale deve scegliere il punto di equilibrio tra le esigenze di rappresentatività e quelle di governabilità. Per esempio: la legge tedesca garantisce di più la rappresentatività, quella francese di più la governabilità. La nostra legge attuale, unica in Europa, premia invece le coalizioni. Ma ora che le coalizioni non ci sono più non si può premiarle, se non per indurle a formarsi in modo fittizio e poi sciogliersi dopo il voto.

    Infine, non in ordine di importanza, una nuova legge dovrebbe garantire la più elementare delle esigenze: la scelta degli eletti da parte degli elettori. Si può fare con le preferenze o con i collegi uninominali o con le liste bloccate su piccole circoscrizioni. O con un misto di tutti questi sistemi.

    Voglio dire che è assolutamente impossibile, con il vasto repertorio di modelli che le democrazie di tutto il mondo offrono, non trovare quello giusto per l'Italia, o almeno quello meno sbagliato. E che dunque le titubanze, i giochetti e i ritardi finora messi in scena si spiegano esclusivamente con la ricerca esasperata del vantaggio di parte. Questa purtroppo è una delle cause per cui la nostra democrazia è oggi così debole e fragile. Mentre Monti si occupa dello spread dei Btp, sarebbe ora che i partiti si occupassero dello spread democratico che si sta accumulando.

    Fonte: Corriere della Sera - Antonio Polito | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, riforma elettorale, voto, Parlamento Italiano, porcellum, liste bloccate | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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