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Dichiarazione di Mario Catania

Alla data della dichiarazione:  Ministro  Politiche agricole e forestali


 

«Dopo Monti niente avventurismi. Serve un classe politica che continui il lavoro avviato» - INTERVISTA

  • (07 agosto 2012) - fonte: Il Messaggero - Carlo Fusi - inserita il 08 agosto 2012 da 31

    Il ministro dell'Agricoltura, avverte: se la classe politica non coglie le opportunità offerte dall'azione del governo Monti, radicandole anche nella prossima legislatura, il rischio è che si lasci spazio «all'avventura e agli avventurieri».

    Ministro, a cosa si riferisce esattamente?

    «Il quadro che io vedo è questo. L'emergenza che l'Italia attraversa sin dalla primavera del 2011 ha due fondamentali matrici. La prima è di carattere interno: un altissimo debito pubblico coniugato ad un sistema economico che da anni mostra segni di affaticamento. Non dimentichiamoci che nell'ultimo decennio abbiamo avuto un tasso di crescita sensibilmente inferiore alla media europea. A questo si è aggiunta negli ultimi due anni la percezione da parte dei mercati internazionali che l'euro fosse meno irreversibile di quanto percepito negli anni precedenti. Questi sono i due fatti che Monti si è trovato a dover fronteggiare, intervenendo su entrambe le direttrici. Cominciando un lavoro che però ha bisogno in tutta evidenza di un respiro temporale più ampio perché la difficoltà del nostro sistema economico non è risolta. Occorre un'operazione di riforma profonda del Paese a partire dal sistema delle istituzioni e della Pubblica amministrazione: siamo solo all'inizio. Come pure va largamente riqualificata la spesa pubblica».

    Ma arco temporale più lungo cosa significa: Monti fino al 2013 e anche dopo, nella prossima legislatura?

    «Le rispondo così. Il nostro Paese ha bisogno, dopo l'appuntamento elettorale, di un quadro politico che sappia proseguire e radicare il percorso avviato da Monti. Il che non vuol dire necessariamente prosecuzione con questo o quell'altro premier. Piuttosto vuol dire che la scommessa italiana è intestarsi una operazione di riforma profonda del sistema che impegnerà sicuramente molti anni. Se non ci sarà un quadro politico e una classe dirigente in grado di farsi carico di questo intervento si creerà un problema molto serio».

    Allora diciamo così: quando lei parla di quadro politico intende le larghe intese Pdl, Pd, Terzo polo anche nel 2013?

    «Non è il mio ruolo fare la somma delle sigle partitiche. Insisto: credo che occorra un quadro politico composto da tutti coloro che hanno adeguata volontà e lucidità d'analisi per proseguire un'operazione che è stata avviata ma è lungi dall'essersi conclusa. C'è un lavoro enorme ancora da fare, sarebbe una sconfitta storica se non venisse fatto. Non mi importa da chi, non sta a me dirlo. Da cittadino, mi auguro che ci sia una classe dirigente capace di raccogliere la sfida di proseguire ciò che Monti ha cominciato. Siamo di fronte a una opportunità storica, simile a quella del passaggio dalla prima alla seconda repubblica che poi andò malauguratamente persa».

    Ministro, lei sa bene che agosto prima e l'autunno poi minacciano svolte traumatiche. Gli auguri non bastano, serve molto di più.

    «Non faccio di mestiere il profeta, ma penso che ci sarà a breve il momento della verità. Avvicinandosi le elezioni, le forze politiche tendono a sottolineare le rispettive peculiarità. Però ci sarà un momento non lontano nel quale le posizioni di ciascuno dovranno emergere con chiarezza. Sapendo che non ci sono alternative: o si prosegue sulla linea intrapresa da Monti o il Paese andrà allo sbando e resterà spazio solo per avventure. E per avventurieri».

    Lei ha toccato un tasto dolente: la crescita. Il mondo rurale che contributo può dare?

    «Il tema vero è qual è il modello di crescita da cui vogliamo ripartire. Abbiamo un'occasione storica per costruire un'Italia diversa. L'agroalimentare, che pur rappresenta il 12-14 per cento del Pil e invece è stato trattato come una Cenerentola, assume un rilievo come non ha avuto negli scorsi cinquant'anni. Puntando sulla qualità, sulla creatività, sull'innovazione tecnologica in un rapporto corretto con il territorio. Dobbiamo tutelare quelli che difendono il made in Italy. Ai produttori diciamo che continueremo a batterci per tutelarli sempre di più e sempre meglio. Le usurpazioni e contraffazioni rappresentano un inaccettabile esproprio nei loro confronti».

    Fonte: Il Messaggero - Carlo Fusi | vai alla pagina

    Argomenti: pubblica amministrazione, spesa pubblica, europa, territorio, debito pubblico, agricoltura, elezioni politiche, Pil, classe dirigente, mercati, governo Monti, spending review | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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