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Dichiarazione di Giovanni Favia

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Emilia Romagna (Lista di elezione: M5S) 


 

«L'informazione non è libera, continuerò a pagare per andare in tv»

  • (14 agosto 2012) - fonte: Redazione Tiscali - inserita il 14 agosto 2012 da 31

    Non è una rivelazione, perché quelle spese sono documentate sul sito del Movimento 5 Stelle.

    «La solita operazione di disinformazione di Repubblica nei nostri confronti. Noi non paghiamo nessun giornalista né abbiamo quotidiani amici».

    «Abbiamo acquistato degli spazi autogestiti per fare un'ora di informazione in diretta con telefonate aperte alle domande dei cittadini e la terzietà era garantita dal fatto che tutte le forze politiche vi partecipavano in regime di Par Condicio. La cosa su cui Repubblica non si interroga è come mai il Pd fosse l'unico a non pagare pur partecipando».

    Repubblica si è concentrata su questa cosa «proprio in questi giorni in cui si discute del rinvio a giudizio di Errani».

    «La cosa scandalosa è che si debba pagare per poter raccontare, a chi non ha Internet, le nostre denunce e proposte in consiglio regionale. Acquisti di spazi fatti in piena legalità: «Sono previsti dalla legge 150 del 2000 per la comunicazione istituzionale. Attraverso la stessa legge, le presidenze di giunta e consiglio a targa Pd acquistano all'anno spazio radiotelevisivo 500 mila euro per trasmissioni imbavagliate e organizzate come dicono loro».

    Il Movimento 5 Stelle cerca di fare tutta la comunicazione tramite il web «ma purtroppo, in una regione con questo digital divide, internet non basta. Noi rispettiamo le leggi e non facciamo contratti durante il periodo di campagna elettorale delle elezioni comunali. Che acquistiamo spazi, l'abbiamo dichiarato sul nostro sito fin dall'inizio».

    I fatti dopo la polemica di Repubblica sui consiglieri regionali che pagano, con i soldi pubblici, interviste che vanno in onda su tv e radio locali dell'Emilia-Romagna. Domenica l'Aser, il sindacato dei giornalisti, aveva sollecitato l'Ordine ad aprire procedimenti contro quei cronisti che avessero preteso pagamenti per ospitare spazi per la politica.

    Fonte: Redazione Tiscali | vai alla pagina

    Argomenti: internet, digital divide, pd, comunicazione politica, giornali, web, giornalisti, disinformazione, Movimento 5 Stelle | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 14 agosto 2012 da 31
    E l'Aser, il sindacato dei giornalisti, che dice sul fatto che c'è chi paga e chi non paga?

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