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Dichiarazione di Giuseppe BORTOLUSSI

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Altro) 


 

Boom delle tasse locali: + 114,4% negli ultimi 15 anni

  • (21 agosto 2012) - fonte: CGIA Mestre - inserita il 21 agosto 2012 da 31

    In termini assoluti hanno superato i 102 miliardi di euro. Su ogni italiano le tasse locali pesano per 1.684 euro. Nel 2012 la situazione è destinata a peggiorare. Bortolussi: “Bisogna riprendere la strada del federalismo fiscale”.

    Tra il 1996 e il 2011, il gettito riferito alla tassazione locale è più che raddoppiato: +114,4%. Sempre in questo lasso di tempo, le entrate fiscali di Regioni, Province e Comuni sono passate da 47,6 a 102 miliardi di euro.

    L’Amministrazione centrale, invece, ha aumentato le entrate “solo” del 9%. Se nel 1996 il gettito era di 320,9 miliardi, nel 2011 l’Erario ha incassato 349,9 miliardi di euro, mentre il Pil nazionale, sempre in questi ultimi 15 anni, è cresciuto del 15,4%.

    Nel 2011 ogni italiano ha ipoteticamente versato nelle casse delle Autonomie locali ben 1.684 euro.

    Sono questi i principali risultati di un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre: dati riferiti al 2011 e a prezzi costanti, ovvero al netto dell’inflazione.

    “Purtroppo – afferma Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – la situazione è destinata a peggiorare. Con l’introduzione dell’imposta municipale sulla prima casa e l’aumento registrato dalle addizionali Irpef regionali e comunali, nel 2012 le entrate in capo alle Autonomie locali sono destinate a subire un’ ulteriore impennata”.

    Dalla CGIA ricordano che le principali imposte locali regionali che gravano su cittadini ed imprese sono:

    IRAP (imposta regionale sulle attività produttive); Addizionale regionale IRPEF;

    Tassa automobilistica (bollo auto);

    Addizionale regionale all’accisa sul gas naturale;

    Tassa sulle concessioni regionali;

    Tassa diritto studio universitario.

    Quelle più significative applicate dalle Province sono:

    Imposta sulle assicurazioni RC auto;

    Imposta provinciale di trascrizione (autoveicoli, camion e rimorchi);

    Addizionale provinciale sul consumo di energia elettrica (diverso da abitazioni);

    Tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell’ambiente.

    Infine, le più importanti in capo ai Comuni sono:

    ICI (imposta comunale sugli immobili). Si ricorda che l’Imu è stata introdotta nel 2012;

    TARSU/TIA (tassa sui rifiuti);

    Addizionale comunale IRPEF;

    Tassa occupazione spazi e aree pubbliche;

    Imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni;

    Addizionale sul consumo di energia elettrica (abitazioni).

    “Per invertire la rotta – prosegue Bortolussi – bisogna attuare il federalismo fiscale. Solo così saremo in grado di abbassare il carico fiscale sia al centro sia in periferia, grazie ad una maggiore responsabilizzazione dei Governatori e dei Sindaci. Per il suo definitivo compimento, purtroppo, mancano ancora da definire due tasselli importanti: i costi standard nella sanità e quelli degli Enti locali. Due misure di cui il Governo dovrebbe accelerare la realizzazione per dare il via definitivo ad una vera rivoluzione che riscriverebbe i rapporti tra il fisco ed i contribuenti.

    Ricordo, tra le altre cose, che in Europa i Paesi federali presentano un costo complessivo della Pubblica amministrazione pari alla metà di quello registrato dai Paesi unitari”.

    Come si è giunti a questa esplosione della tassazione locale ?

    “L’aumento delle tasse locali – sottolinea Bortolussi – è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni ’90 del secolo scorso. L’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali. Non dobbiamo dimenticare che, negli ultimi 20 anni, Regioni e Comuni – conclude Bortolussi – sono diventate responsabili della gestione di settori importanti come la sanità, il sociale e il trasporto pubblico locale senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi. La situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente, creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realtà amministrative locali che si sono ‘difese’ aumentando le tasse locali.”

    Fonte: CGIA Mestre | vai alla pagina

    Argomenti: pubblica amministrazione, enti locali, tasse, europa, federalismo fiscale, irpef, Pil, IMU, CGIA Mestre | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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