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Dichiarazione di Gianfranco Polillo

Alla data della dichiarazione:  Sottosegretario  Economia e finanze


 

«In Italia si deve lavorare di più. Aumentando la produttività si crea nuova occupazione» - INTERVISTA

  • (03 settembre 2012) - fonte: La Stampa - inserita il 04 settembre 2012 da 31

    Il presidente di 'Enel stoccaggi', attuale sottosegretario all'Economia, dice che il governo cerca sei miliardi per stoppare l'aumento dell'Iva, più due per iniziative a vantaggio delle fasce più deboli. Intanto Confindustria ha chiesto un miliardo per l'innovazione.

    Gianfranco Polillo, sottosegretario all'Economia, tra questo mercoledì e il prossimo incontrate il mondo produttivo e del lavoro. Cosa offrite?

    «Se lei si aspetta da me una cifra la deluderò. Ancora non sappiamo su quali risorse poter contare per le varie iniziative che abbiamo in campo. È chiaro che dobbiamo fare un intervento sul lavoro e sulla crescita, ma ci servono delle condizioni previe: per esempio un accordo tra le forze sociali: Confindustria e sindacati devono fare prima un patto. Per noi è fondamentale, perché dobbiamo sapere su quale terreno stiamo seminando. Sennò dare soldi qua e là è come gettare acqua nel deserto».

    Pensate ad un accordo alla tedesca, cioè con un coinvolgimento dei lavoratori nella gestione aziendale?

    «Intanto pensiamo ad una Italia in cui si lavori di più, quantitativamente. Non possiamo trascurare che esiste un divario - vogliamo dire uno spread? - tra i giorni lavorati in Italia e quelli negli altri paesi con cui ci confrontiamo. Penso alle ferie, ai permessi retribuiti, eccetera. Questo tema va affrontato, può essere ostico ma va affrontato. E poi, certamente, il modello tedesco è una realtà a cui guardiamo con interesse, anche perché ha dato buoni frutti».

    Alle aziende, sottosegretario.

    «No, anche ai lavoratori, perché più produttività significa più premi, in prospettiva più reddito e anche maggiore crescita che si traduce in occupazione aggiuntiva».

    Anche per i giovani?

    «Guardo, come tutti gli italiani, con particolare apprensione alla disoccupazione giovanile, ma non possiamo raccontare delle favole ai nostri giovani. Il meccanismo di accumulo delle aziende italiane si è bloccato. Il margine operativo lordo è fermo al '95. Se non si aumenta la competitività, con la ricaduta che questa può aver sull'export, è difficile pensare ad un toccasana per il lavoro giovanile. Lei mi dirà "campa cavallo", ma io le rispondo che se mai s'inizia ...Non ci sono scorciatoie».

    Lei non vuole fare cifre, però parliamo lo stesso di soldi per la produttività e l'innovazione. Dove contate di prenderli?

    «Ci sono due fonti di possibili: la lotta all'evasione che, com'è noto, confluisce in un fondo apposito stabilito già dal ministro Tremonti. E poi l'effetto della spending review due. Dopo la metà di settembre si può avere un quadro preciso di quante risorse sono state raccolte con queste due misure. E su quello si ragiona».

    Ci conferma che sarà comunque sul lavoro che dovrà investire?

    «Le confermo che l'obiettivo è la competitività. Ci sono ormai circa il 40% delle imprese italiane che si sono ristrutturate, sono competitive ed esportano perfino in Germania. Dell'altro 60%, la metà è border line e ce la può fare, ma ha certamente bisogno di aiuto. Un altro 30% è, in questo momento, bloccato. E comunque vorrei sottolineare che la bilancia commerciale degli ultimi sei mesi è in equilibrio, per la prima volta nella storia recente. Quindi esiste una competitività adeguata dei nostri prodotti. Serve uno scatto di produttività: solo da questo può nascere anche la nuova occupazione».

    Fonte: La Stampa | vai alla pagina

    Argomenti: economia, lavoro, occupazione, disoccupazione, imprese, innovazione, confindustria, lavoratori, governo Monti, spending review | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 04 settembre 2012 da 31
    Per lavorare di più, intanto bisognerebbe sapere dov'è il lavoro...

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