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Legge 40. «Sentenza europea di straordinario valore»
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(06 settembre 2012) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 06 settembre 2012 da 31
La Corte europea ha stabilito che la Legge 40 sulla procreazione assistita viola la Convenzione europea sui diritti dell’uomo. In particolare l’articolo 8. La Corte europea si è attivata su ricorso di una coppia fertile, portatrice sana di fibrosi cistica, che voleva procedere a fecondazione assistita per evitare il rischio di trasferire la malattia. La legge esclude questa possibilità. Essa prevede, infatti, che le coppie fertili, sebbene portatrici di malattie genetiche gravi, non possano accedere alla Pma e quindi non possano tentare di avere un figlio sano attraverso un esame diagnostico sull’embrione.La Corte europea, accogliendo il ricorso della coppia italiana, ha bocciato, in particolare, gli articoli 4 e 13 della Legge 40. La condanna non è però immediata perché non ancora definitiva: il governo italiano ha 3 mesi di tempo per chiedere il riesame da parte della Grande Chambre della Corte europea. Dopo la richiesta, 5 magistrati europei esamineranno il caso e decideranno se portarlo davanti ai giudici di appello.
Fra tre mesi la sentenza passerà in giudicato e lo Stato italiano dovrà modificare la legge.«Questa sentenza ha uno straordinario valore; adesso, però, bisogna che essa sia calata sulla vita reale delle persone e produca effetti. Perché questo avvenga appare indispensabile un intervento normativo nel segno auspicato dall’Europa. Nell’aprile 2008, del resto, la ministra Livia Turco emanò in un decreto le nuove linee guida alla Legge 40 eliminando il divieto di diagnosi preimpianto sull’embrione; purtroppo il governo Berlusconi lo ha reintrodotto. Il no alla diagnosi pre-impianto è previsto solo in Italia, Austria e Svizzera mentre in ben quindici Paesi europei (tra cui Belgio, Francia, Russia, Spagna, Regno Unito) essa è consentita».
Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi