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» «Non faccio più affidamento su questo Governo. Va contro tutto ciò che fanno i Comuni» - INTERVISTA
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» Il governo non riesce a distinguere tra sprechi e tagli.
Pier Paolo BARETTA in data 12 ottobre 2012
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» intervento di apertura del presidente del consiglio al consiglio comunale aperto sul lavoro (11/10/2012)
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» Colpo di grazia alla Sanità con taglio di 1 miliardo l’anno.
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» “Altro che prima il Veneto: è il Veneto di prima"
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» La Lega presenta il “Piano regionale Giovani”, proposte in rete da 153.000.000 di euro
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» Città metropolitana, sfida al futuro
Delia MURER in data 27 settembre 2012
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» Crisi Bella Zoilo. Con i 60 lavoratori porterò a Roma il caso.
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» Legale in Veneto l’uso della cannabis nelle terapie per lenire il dolore
Maurizio SAIA in data 19 settembre 2012
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» “No a manovra bis o all’aumento di tasse o Iva”
Pier Paolo BARETTA in data 18 settembre 2012
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» Il Consiglio del Veneto approva la gratuità dei farmaci derivati da cannabis
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» Nel secondo semestre di quest’anno rischiamo di perdere 202.000 posti di lavoro. 172.000 nelle PMI.
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» Baretta: sull'art.18 il referendum arma a doppio taglio
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» Dare attuazione al Patto dei Sindaci per l’energia sostenibile
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Città metropolitana, sfida al futuro
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(27 settembre 2012) - fonte: deliamurer.it - inserita il 29 settembre 2012 da 31
Sta crescendo il dibattito sulla città metropolitana, che riguarda direttamente anche Venezia. Le scelte, annunciate dalla normativa anni fa, fin dalla legge 142, e mai concretizzate, stanno diventando realtà. La Legge 135, di conversione del decreto legge sulla Spending review, ha messo nero su bianco la necessità che si passi alla istituzione effettiva delle Città metropolitane, e pone le basi per una riforma straordinaria, che, se vista non solo nell’ottica del taglio alle spese, può dare nuova energia alle autonomie locali, negli ultimi anni così strette tra l’invocazione del federalismo e una realtà fatta di tagli e di svuotamento del loro ruolo e delle loro funzioni. Ci sono due modi per approcciare questo tema: uno è muoversi nel vecchio solco, e considerare la Città metropolitana come una sterile sommatoria di condizioni esistenti; un altro è quello di comprendere totalmente la potenzialità innovatrice del nuovo soggetto e calarsi dentro questa modalità trasformativa di intendere il territorio. Noi stiamo lavorando affinchè prevalga il secondo approccio, perché siamo consapevoli che la Città metropolitana può essere l’occasione storica per ripensare l’assetto del Paese, per spostare l’asse decisionale su alcuni temi fondamentali, per determinare, infine, cambiamenti reali, dal basso.In questa direzione mi sembra molto utile rileggere i dati contenuti nel rapporto Ocse su “Venezia metropoli”, presentato lo scorso anno. La città indagata dall’Ocse non è quella classica e storica e non è neppure la somma della città con la sua vasta provincia, cosa che avviene in genere. E’ il disegno di un perimetro nuovo, di collegamento anche con altre province (Padova, Treviso); è l’immagine di uno spazio mobile, economico, sociale. Un’area vasta, nuova, di diversi milioni di abitanti, che possono diventare sistema sociale, sistema economico, come altre grandi aree del mondo.
I numeri della ricerca Ocse evidenziano punti di forza e punti di debolezza dell’area individuata, e sono i cardini su cui costruire il nuovo assetto in una chiave progettuale. Le criticità sono il basso numero di laureati (nell’area vasta di Venezia metropoli ci sono un terzo dei laureati di Madrid, di Tokio o di Parigi), l’età media troppo alta, la scarsa inclusione delle donne nel mercato del lavoro, che altrove si dimostrato volano di crescita economica, elemento indispensabile dello sviluppo. Critica anche la situazione infrastrutturale, soprattutto sul fronte della mobilità, e rispetto ai mezzi alternativi all’automobile.
I confini della Città metropolitana che uscirà dalla riforma saranno, probabilmente, diversi, da quelli immaginati dall’Ocse in “Venezia metropoli”: si parla di 44 comuni, e di circa 900mila residenti. Ma la visione ampia sul territorio di altre province ci consente di avviare un ragionamento di sistema, di progetto, di distretto economico, che parta dai numeri esistenti (33 milioni di turisti l’anno, 26 milioni di merci nel porto, 90mila imprese), ma che lanci una sfida al futuro forte di un marchio, come quello di Venezia, conosciuto in tutto il mondo. Su questa base, coordinando meglio tutte le risorse, si può davvero voltare pagina.
E’ una sfida ambiziosa. Può essere vinta solo se la Città Metropolitana viene considerata come una innovazione profonda, un nuovo livello di progettazione e governo del territorio. Non un ente che sostituisce i precedenti, sommandoli, ma un nuovo ventaglio di ruoli, soprattutto politici, ma anche esecutivi, di competenze nella guida del territorio. Se costruiamo una città metropolitana forte, che sia al tempo stesso inclusiva e operativa, con nuovi poteri e capacità di visione, possiamo attenderci una svolta vera.
Fonte: deliamurer.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi