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Maurizio SAIA in data 26 novembre 2012
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Maurizio SAIA in data 26 novembre 2012
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Province, il decreto avanza «Ma non la Padova-Venezia»
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(22 novembre 2012) - fonte: www.ilgiornaledivicenza.it - inserita il 06 dicembre 2012 da 18670
«Il Governo vuole dialogare ma andare fino in fondo. In aula il 6 dicembre» «Dovranno rifare l'iter anche i tre Comuni veneti pronti al trasloco» Tutto rinviato a lunedì, in Senato, ma la novità è un'altra: si va di ora in ora, ma se fino a pochi giorni fa pareva che il decreto sul riordino delle Province fosse destinato a impantanarsi, ora sul calendario le date sono fissate e si prevede di arrivare in aula il 6 dicembre. Il ministro Filippo Patroni Griffi segue passo passo in commissione “Affari costituzionali” la trattativa, e il Governo ha fatto capire chiaramente che non intende mollare sul decreto, anche se è disponibile «a venire incontro a varie richieste: ad esempio è ufficiale che nel 2013 saranno salvate almeno in parte le giunte provinciali attuali, con 3 o 5 assessori», spiega il senatore Maurizio Saia, area Pdl, padovano, che ieri ha incontrato anche la presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, a Roma a sua volta per seguire l'iter del provvedimento. In realtà tra l'altra sera e ieri al vicenda del decreto ha visto sminare due “ordigni” confezionati proprio in casa Pdl, dove ormai «su questi temi non si va certo per partiti, ma ognuno per conto suo: vedo coi miei occhi - spiega Saia - senatori dello stesso partito e di province vicine, eletti uno a pochi chilometri dall'altro, che non si parlano più: uno attacca il decreto perché la sua provincia sparirà, mentre l'altro lo appoggia perché la sua raddoppia “mangiandosi” la prima». Gli ordigni spacca-tutto erano appunto nati in casa Pdl. Primo, una pregiudiziale di incostituzionalità sul decreto: la richiesta è stata ritirata, con mugugni nelle file. Secondo, un tentativo di ostruzionismo in commissione da parte di senatori Pdl, bloccato perché le regole stesse di commissione non lo permettono. Morale: si è deciso di riprendere il dibattito lunedì pomeriggio, e giovedì 29 saranno ascoltate l'Unione delle Province d'Italia (Upi), l'Associazione nazionale dei Comuni (Anci) e la Conferenza delle Regioni. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato al 3 dicembre e in aula si andrà il giovedì 6. «La linea del Governo - spiega Saia - è chiara: dialogare, ma spingere perché il decreto arrivi fino in fondo, altrimenti il messaggio ai cittadini sarà che loro hanno provato a riordinare le Province, mentre i partiti hanno affossato tutto». E su queste basi il lavoro procede. Con alcuni punti chiari, però, che lo stesso Saia riporta. «Leggo affermazioni infondate sui quotidiani veneti: è stato confermato ufficialmente - spiega il senatore padovano - che non c'è alcuno spazio perché la delibera del Comune di Padova che vuole entrare nella città metropolitana di Venezia possa trovare accoglimento in questo decreto. Dovrà seguire il suo iter a parte. Anzi, il Governo ha detto chiaro che avranno maggior peso le richieste dei Comuni che sono supportate dal pronunciamento, via referendum, della popolazione: un messaggio chiaro per il sindaco patavino Zanonato che crede di decidere tutto da solo o quasi». A questo proposito però, avverte Saia, ci sono brutte notizie anche per i Comuni veneti che avevano chiesto, con iter regolare, di cambiare Provincia: S. Pietro in Gu (vuole Vicenza), Vigononovo e Scorzè. «Valgono solo le delibere fatte prima del 20 luglio. E poi non si può chiedere di aderire alla Provincia di Padova o Treviso, visto che col decreto-legge non esistono più e c'è solo la Padova-Treviso. Quindi mi spiace molto perché quei Comuni si erano mossi bene, ma dovranno rifare l'iter». Intanto l'on. Antonio De Poli (Udc) boccia a sua volta la Padova-Venezia: «L'unica strada è la Pa-Tre-Ve, con l'intera provincia di Padova coinvolta». Da Il Giornaledivicenza.it 22/11/2012 Piero Erle
Fonte: www.ilgiornaledivicenza.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi