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Dichiarazione di Massimiliano MICHELI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Camaiore (LU) (Gruppo: Misto) 


 

Il Comune come “una casa di vetro”? Secondo il Tar non è proprio così.

  • (12 gennaio 2013) - fonte: Il Tirreno - inserita il 29 maggio 2013 da 27833
    Il Comune come “una casa di vetro”? Secondo il Tar non è proprio così, visto che il tribunale ha “bacchettato” gli uffici comunali per non aver subito mostrato alcuni documenti su un progetto di ristrutturazione di un albergo dopo la richiesta di un cittadino. Adesso l’amministrazione dovrà pagare 2000 euro. La storia. Alla richiesta di un cittadino - che riteneva di poter subire danni al proprio appartamento dai lavori all’albergo Principe del viale Pistelli (chiuso da tempo e per il quale è stato chiesto uno svincolo da parte della società Dierre srl ) - gli uffici in prima istanza avevano replicato con un diniego appellandosi al «segreto industriale» e al fatto che la pratica per la trasformazione dekll’hotel in appartamenti era ancora in itinere. L’avvocato Massimiliano Micheli, il legale che tutela gli interessi del cittadino che temeva di essere danneggiato, si era opposto al rifiuto e aveva fatto ricorso al Tar. Nel frattempo gli uffici hanno però cambiato idea mostrando le carte. La procedura davanti al tribunale è però andata avanti. E il comune non ha rinunciato ( come invece avrebbe potuto) a costituirsi in giudizio. I giudici hanno così preso atto del fatto che i documenti sono stati mostrati al cittadino. Ma hanno dovuto pronunciarsi sulla vicenda per decidere sul pagamento delle spese legali. Alla fine il comune è stato condannato a pagare 2000 euro in base al principio della cosiddetta “soccombenza virtuale”. La sentenza. Interessante leggere le brevo motivazioni presentate dai giudici. «Una pratica edilizia - scrivono i redattori della sentenza - non può sottendere un segreto industriale e finanziario genericamente addotto. L’interesse a visionare i documenti relativi all’istanza di permesso di costruire sussiste» anche se il Comune non si è ancora espresso sull’istanza. Per i giudici anche nella fase istruttoria un vicino può essere interessato a intervenire ad esempio «evidenziando eventuali distanze non rispettate o altri elementi lesivi emergenti dalla lettura degli elaborati grafici». «Il Comune aveva torto - sottolinea l’avvocato Micheli (che in passato ha ricoperto il ruolo di consigliere delegato allEdilizia durante l’amministrazione Bertola - ma ha insistito sulla correttezza del primo diniego e poi ha voluto andare avanti nel ricorso. Così è stato riconosciuto il diritto dei cittadini a conoscere le pratiche edilizie».
    Fonte: Il Tirreno | vai alla pagina
    Argomenti: tar, giudizio, poveracamaiore, micheli, camaiore | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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