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«Farò il dirigente del Pd. Monti sulla Cgil sbaglia. Non è la conservazione» | INTERVISTA
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(26 gennaio 2013) - fonte: Corriere della Sera | Maria Teresa Meli - inserita il 26 gennaio 2013 da 31
Dunque, ministro, dicono che in Europa, anzi, nel mondo ci sia grande preoccupazione per il governo Bersani-Vendola.«Io credo che non ci sia proprio nessun rischio».
Lei dice così, ma è stato un venerdì in cui tutti i futuri governanti, da Nichi Vendola a Pier Luigi Bersani, sono andati a perpetuare il rito del bacio della pantofola alla Cgil.
«In tutto il mondo contano le strutture intermedie della società. Strutture di cui i sindacati rappresentano un pezzo fondamentale perché portano la voce dei lavoratori come cittadini della società. Io sono stato alla Cgil e non ho avuto problemi a dire cose diverse cose dalle loro».
Bè, ministro, il suo presidente del Consiglio sostiene che i sindacati bloccano tutto. Ergo il governo Bersani potrebbe essere il governo della conservazione.
«Non condivido questa vulgata secondo cui all'improvviso arriva un governo amico dei sindacati e che quindi farà quello che dice la Cgil. Non esiste».
Di nuovo: Monti sostiene che i sindacati sono conservatori.
«Non esiste. Il problema dei sindacati è che entrano sulla difensiva, e in questo senso vengono definiti conservatori, quando hanno la sensazione di non essere ascoltati. C'è una bellissima frase della Camusso che dice: "Se di fronte a ottanta crisi aziendali io non vedo una strategia, di fatto, mi arroccherò"».
Ministro non le pare di peccare di eccesso di fiducia nella Cgil?
«Io sto solo dicendo: mettiamo alla prova il sindacato. È ovvio che so che all'interno della Cgil ci sono delle resistenze. Per esempio su un tema decisivo come quello della macchina dello Stato. Sulle politiche per il pubblico impiego, insomma. Ma è chiaro che resiste finché non lo testi e non ti confronti».
Monti ci si è confrontato... e non è che abbia trovato grande disponibilità da parte della Cgil.
«Bè, se fai sempre trovare la Cgil di fronte a fatti compiuti... Diciamo la verità: non esiste la querelle tra innovatori e conservatori. L'innovazione viene quando gli innovativi sfondano: questa è la partita del prossimo governo. E la Cgil è chiamata a giocare anche questa partita. Del resto, quando la Confindustria presenta un suo documento a nessuno viene in testa di fare tutte queste dietrologie».
Magari ci sono testi più innovativi.
«No. Le faccio un esempio: la Cgil pone un tema importante come quello della manutenzione del territorio. Del lavoro morto, dico io, perché così lo chiamava Carl Marx».
Veramente ministro c'è chi dice che i sindacati ripropongono all'infinito solo l'assistenzialismo di sempre.
«Se invece di chiamarlo Welfare state o Stato sociale lo avessimo chiamato social innovation stia sicura che il messaggio del sindacato sarebbe stato definito innovativo».
Lei è uno dei ministri più apprezzati. Si è mai chiesto il perché?
«Va bene, ma è facile. Mi chiamo ministro per la Coesione territoriale, una definizione quasi di sinistra, per questo godo di un certo apprezzamento. Pensi se fossi stato ministro delle tasse...».
Le è piaciuto fare il ministro. Ma dicono dalle parti del Pd che le piacerebbe anche fare politica nel partito.
«Dico la verità: io penso di essere più utilmente spendibile in un partito piuttosto che in un organo istituzionale».
Si candida come il prossimo segretario del Partito democratico?
«Che cosa strana: questo è un Paese dove una persona che manifesta la volontà di impegnarsi in politica viene subito bollato come uno che vuole fare il segretario. Tra l'altro non sono ancora iscritto».
Scusi, ministro Barca, vorrebbe farci credere che si iscriverà al Partito democratico per fare il semplice militante? Si rende conto che non è credibile...
«E ovvio che ío non farò il militante ma avrò un ruolo nel gruppo dirigente, ma non si tratta di fare organigrammi, bensì di immaginare un partito nuovo, che diventa un veicolo di conoscenza e non solo di bisogni».
Dicono anche che potrebbe andare in BankItalia, al posto del direttore generale Fabrizio Saccomanni. O anche al posto dell'attuale governatore Ignazio Visco...
«Ogni giorno se ne inventano una nuova. Questa non l'avevo mai sentita. Si immagini se invece tra qualche mese mi troverà ancora al mio posto, qui al ministero...».
Scusi ministro Barca?
« Bé, se non c'è una maggioranza stabile potrebbe accadere che una volta eletto il nuovo presidente della Repubblica si torni alle elezioni. E in questo caso per il disbrigo degli affari correnti resterebbe il governo attualmente in carica...».
Fonte: Corriere della Sera | Maria Teresa Meli | vai alla pagina » Segnala errori / abusi