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Dichiarazione di Claudio CECCHINI


 

Musicoterapia. Cecchini: “Presto un regolamento per le nuove figure professionali. Riconoscere dignità, qualifiche e mansioni dei nuovi lavoratori”

  • (02 febbraio 2013) - fonte: Sito di Claudio Cecchini - inserita il 07 febbraio 2013 da 22726
    “La figura dei musicoterapeuta richiede, come tutte le nuove professioni, un gancio legislativo che ne valorizzi la professionalità, ne regoli il percorso formativo e ne riconosca le competenze. Passaggi fondamentali e propedeutici ad una funzionale erogazione del servizio”. Inaugurando i corsi di formazione per musicoterapeuti della Cooperativa OLTRE, Claudio Cecchini, ex Assessore alle politiche sociale e della famiglia della Provincia di Roma e candidato al consiglio regionale nella lista civica per Nicola Zingaretti, accende i fari sul mondo delle nuove professioni, in particolare nell’ambito del welfare. “Il riconoscimento delle nuove figure professionali, l’individuazione delle loro competenze – spiega Cecchini – sono demandati alle regioni che in questo ambito sono chiamate a svolgere un ruolo decisivo e oggi non più rinviabile. I cambiamenti nel mondo del lavoro stanno richiedendo, anche nel settore delle politiche sociali, nuove e specifiche competenze professionali che devono essere al più presto definite e regolamentate, come nel caso della musicoterapia e dei musicoteraeuti. Da un lato – prosegue Cecchini – bisogna riconoscere al lavoratore un ruolo professionale adeguato con le relative mansioni, i percorsi formativi e le retribuzioni, dall’altro è urgente preparare professionalmente operatori in grado di intervenire in modo professionale su temi specifici, dando risposte valide agli utenti e ai pazienti in termini di qualità e professionalità del servizio”. La musicoterapia si è affermata sempre di più negli ultimi anni quale strumento d’eccellenza per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni patologiche nel capo della neurologia e della psichiatria. Può essere applicata all’autismo infantile, al ritardo mentale, alle disabilità motorie, ai disturbi dell’umore, del comportamento alimentare, alle sindromi da dolore cronico, all’Alzheimer e ad altre demenze. Si tratta di quella meravigliosa e, per certi aspetti, sorprendente modalità di approccio alla persona che utilizza la musica e il suono come strumento di comunicazione non-verbale e che, attraverso la figura del musicoterapeuta qualificato, aiuta l’individuo a realizzare l’integrazione intra- e interpersonale, migliorandone la qualità della vita. Il musicoterapeuta diventa il mezzo attraverso il quale un paziente si apre, percepisce se stesso, la realtà esterna e “tira fuori” le proprie emozioni, i propri sentimenti o stati d’animo attraverso il linguaggio non-verbale. Per sviluppare, dunque, al meglio le potenzialità della terapia serve un’uniformità di parametri, adeguando il livello regionale a quello nazionale e internazionale, ma soprattutto occorre un riconoscimento certo sul territorio e una regola univoca: “Il 19 Dicembre 2012 – spiega Roberto Diana, musicoterapeuta e Presidente della Cooperativa OLTRE – la X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati ha approvato la Legge che regolamenta le Associazioni delle Professioni non organizzate in Ordini o Collegi. La Legge affida alle Associazioni Professionali, organizzazioni a carattere privatistico ad adesione volontaria, il compito di valorizzare le competenze dei professionisti ad esse iscritte, attraverso il rilascio di una attestazione di qualificazione professionale e individua nell’UNI, Ente privato Riconosciuto dallo Stato, il compito di stabilire e normare i criteri professionali degli Arte Terapeuti come Musicoterapeuti, Danzaterapeuti, Arteterapeuti e Teatroterapeuti. Tutto questo – dichiara Diana – può essere un ottimo passo in avanti, ma nel Lazio la situazione è ancora a zero. Bisogna al più presto calare queste realtà sul territorio, dare criteri certi per la formazione dei musicoterapeuti, per la valorizzazione della professione e per l’erogazione delle terapie. Un appiglio legislativo regionale – conclude Diana – sarebbe auspicabile affinché tutto fosse fatto come sempre secondo logiche di casualità”.
    Fonte: Sito di Claudio Cecchini | vai alla pagina
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