-
» RIFLESSIONI
Maurizio SAIA in data 03 marzo 2013
-
» » Nicolini: “orgogliosi per un riconoscimento all’isola dei Conigli”
Maria Giuseppina Nicolini in data 21 febbraio 2013
-
» Ora basta
Gaetano Cantalini in data 14 febbraio 2013
-
» Cecchini: “La chiusura del servizio RECUP è una grave perdita per i cittadini e i lavoratori”
Claudio CECCHINI in data 12 febbraio 2013
-
» Benedetto XVI: una grande lezione anche per chi fa politica
Claudio CECCHINI in data 12 febbraio 2013
-
» Maurizio Saia attacca i vigili Confesercenti con il Comune
Maurizio SAIA in data 09 febbraio 2013
-
» Fondazione Basaglia, Cecchini: “Con il budget di salute aiuteremo le persone più fragili”
Claudio CECCHINI in data 08 febbraio 2013
-
» Pgt di Pogliano Milanese, Cova (Pd): Parere della Provincia mette a rischio l’Oasi di Vanzago
Paolo Cova in data 07 febbraio 2013
-
» Vogliamo mettere la "giustizia sociale" come presupposto della crescita?
Claudio CECCHINI in data 02 febbraio 2013
-
» L’intervista
Maurizio SAIA in data 25 gennaio 2013
-
» In attesa del voto, a Padova i partiti pianificano già le elezioni per il dopo Zanonato - Pdl-Lega, l'alleanza di centrodestra .anche per le comunali del 2014
Maurizio SAIA in data 23 gennaio 2013
Dichiarazione di Claudio CECCHINI
Benedetto XVI: una grande lezione anche per chi fa politica
-
(12 febbraio 2013) - fonte: www.claudiocecchini.com - inserita il 14 febbraio 2013 da 22726
La decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato, ha prodotto commenti e osservazioni in tutto il mondo. Un evento che ha sorpreso e lasciato stupiti molti che non se lo aspettavano. Anch’io, da credente, sono rimasto sorpreso e ammirato dalla lucidità e dal coraggio di questo grande Papa. E ne traggo almeno due grandi lezioni, utili, secondo me, anche per chi fa politica. La prima: l’autorità si esercita con spirito di servizio e non di potere per interessi personali. Questo ci dice innanzi tutto, la scelta alta di papa Ratzinger. Se quell’autorità, quindi quel servizio, non può essere espresso al meglio (con vigore e forza) si può anche prendere in considerazione l’ipotesi di farsi da parte. Perché nessuno su questa terra può ritenersi indispensabile. Se lo ha pensato papa Benedetto XVI, può ben pensarlo anche un qualsiasi esponente delle istituzioni di questo nostro mondo civile. Seconda riflessione che nasce dalle parole del papa: “lascio per il bene della Chiesa”, ossia della comunità. L’autorità si esplica per il bene di un popolo fino al punto di cedere, se non si riesce più fare al meglio gli interessi di quel popolo. Non si gestisce il potere in nome proprio, ma di una comunità raccolta che riconosce quel leader. E ad essa bisogna rispondere, prima di tutto, su tutto. Quante volte, diciamo la verità, noi che facciamo politica ci dimentichiamo di questo elementare principio? La decisione del papa ce lo richiama con tutta forza. Sarebbe bene scriverselo a caratteri cubitali alle porte dei nostri uffici. Ecco: quel “non ho più la forza”, di papa Ratzinger non è solo un grande segno per i fedeli cattolici, quel riconoscersi debole e non al meglio, e quindi desideroso di fare un passo, non indietro, ma diverso, in un’anzianità fatta di raccoglimento, studio e preghiera, che può dare una persona di grande valore come la sua. Ora tante cose potrebbero cambiare nella Chiesa. Molto se ne parlerà nei prossimi giorni. Una, forse non tra le più rilevanti ma in cui personalmente credo molto, è lo spirito con cui si trattano le persone che – appunto – riconoscono di “non farcela più”. La stanchezza, gli imprevisti, gli infortuni della vita, anche le cattiverie di alcuni, incidono spesso sulle nostre giornate e sulle condizioni del nostro esistenza. Bisogna che tutta la Chiesa riprenda ad essere maestra di umanità e di accoglienza, come è stata negli anni che ha prodotto santità a tutti note. Quell’irrigidirsi in una precettistica che (seppure coerente ai principi) è apparsa in molti casi solo durezza e severità, non ha fatto il bene del messaggio finale. Che è pur sempre quello dell’annuncio di un Dio misericordioso, che riconosce nelle fragilità umane, non il punto di arrivo, ma il punto di partenza, per un percorso che arrivi alla faticosa conquista del valore pieno della dignità umana.
Fonte: www.claudiocecchini.com | vai alla pagina » Segnala errori / abusi