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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) 


 

Femminicidio, testo del Governo migliorato da emendamenti.

  • (10 ottobre 2013) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 11 ottobre 2013 da 861

    “Un passo importante, un buon provvedimento. C’è ancora da fare ma per combattere la violenza di genere, in Italia, abbiamo uno strumento in più”.

    Lo dichiara Delia Murer, componente della commissione Affari sociali, dopo l’approvazione alla Camera della legge di ratifica del decreto legge sul femminicidio.

    “Il provvedimento passa ora al Senato. Mi auguro che sia approvato in tempi rapidissimi e che non decada. Abbiamo lavorato intensamente, nelle commissioni, per migliorare il testo del Governo che, nella sua versione originaria, era carente. Siamo riuscite ad ottenere, con emendamenti mirati, norme di maggiore tutela per le donne, finanziamenti per la rete di centri antiviolenza e case rifugio con il Piano che sarà costruito in modo partecipato e il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità". “La legge è per noi solo un primo passo. La convenzione di Istanbul, che abbiamo ratificato ad inizio di legislatura, comincia a trovare concreta attuazione. C’è ancora da lavorare e lo faremo a partire dalla legge di Stabilità. Ma il tema è ormai una chiara priorità per l’agenda politica”.

    Violenza di genere: dalla parte delle donne, da questo link è possibile scaricare in formato .pdf un dossier dell’ufficio studi del Gruppo Pd alla Camera che illustra il provvedimento nei dettagli.

    Di seguito, il testo integrale dell’intervento di Delia Murer alla Camera nel dibattito sul provvedimento.

    DELIA MURER. Signora Presidente, prima di svolgere il mio intervento, vorrei denunciare in quest' Aula un fatto grave, un fatto che è avvenuto nei confronti della nostra collega Alessia Morani, che ha parlato prima, e che in seguito al suo intervento ha ricevuto un tweet firmato – anche se io non farò il nome – che dice: «mi fai un piacere, ammazzati, non infangare il Movimento 5 Stelle». Anche questa è violenza. È una cosa inaccettabile. Noi dobbiamo avere il diritto di esprimere le nostre opinioni e le nostre opinioni sono i nostri convincimenti, il frutto della nostra iniziativa, come noi rispettiamo opinioni difformi dalle nostre. Credo che noi davvero dobbiamo condannare questo episodio.

    Io vorrei dire che il Parlamento ha accettato la sfida che il Governo ci ha lanciato adottando questo decreto-legge, anche molto in fretta. La sfida è stata quella di voler adottare il decreto-legge e, rispetto alle carenze che noi avevamo visto nello stesso, di svolgere un lavoro per arrivare a un forte miglioramento del decreto-legge stesso. Io questo mi sento di dirlo, di dirlo anche di fronte a un fenomeno, appunto quello della violenza, che è un fenomeno strutturale che richiede risposte precise.

    Io vorrei soffermarmi solo sugli articoli 5 e 5-bis, che sono articoli che nelle audizioni hanno ricevuto molte critiche, soprattutto dalle associazioni del movimento delle donne, che chiedevano chi di stralciarlo chi di cambiarlo molto. Vorrei dire che la Viceministra Guerra aveva fatto una scelta, con questo decreto – ce lo ha detto nella discussione che c’è stata nelle Commissioni –, che era nato soprattutto per aumentare le pene, per intervenire su quel punto, e poi ha voluto inserire l'articolo 5 e affrontare anche il tema del piano contro la violenza. Credo sia stata una scelta giusta. Lei ci ha detto di un lavoro che è già partito in relazione all'attivazione della task force, un lavoro che è partito con gli enti locali, con l'esperienza sul territorio, con le donne e i centri antiviolenza che esistono in giro per l'Italia. Il grande limite della proposta iniziale del Governo era di partire a risorse invariate. Io vorrei rivendicare con questo mio intervento un lavoro che è stato fatto positivamente, un lavoro che si è intrecciato anche con il dibattito che era aperto non solo in Commissione giustizia e in Commissione affari costituzionali, ma anche in XII Commissione, dove avevamo all'attenzione un provvedimento per istituire un fondo per i centri antiviolenza e per le case rifugio. Su questo avevamo anche previsto tutta una modalità di erogazioni di questo fondo per finanziare una rete tanto precaria e per fare in modo che si arrivasse a un riequilibrio sul territorio nazionale, visto che oggi ci sono realtà che non hanno nessuna risposta. Questo intreccio è stato un intreccio che credo sia stato proficuo. Noi abbiamo scelto di puntare ad avere un risultato che potesse da subito, quindi senza aspettare l’iter di una legge ordinaria, cambiare la vita di molte donne e dare anche la possibilità di fare uscire dalla precarietà i centri esistenti e Pag.76 di aprirne di nuovi. Aprire nuovi centri e aprire nuove case rifugio. Le audizioni ci hanno detto quanto sia variegata l'esperienza e quanto sia anche disomogenea. Con gli emendamenti che sono stati proposti dal Parlamento e che sono stati votati, secondo me si è avviata un'inversione di tendenza.
    Certamente, diciamo, i soldi messi sono pochi, però ci sono e io credo che il Governo dovrà aiutarci in sede di legge di stabilità ad aumentarli. Credo che, però, dobbiamo valutare il fatto che ci sono 20 milioni per il 2013, 10 milioni per il Piano contro la violenza e 10 milioni per i centri e le case rifugio, ce ne sono altri per il 2014, e dal 2015 questo fondo di 10 milioni diventa un fondo strutturale. È questo, vorrei dire, che secondo me è un elemento molto importante, come molto importante è il fatto che questo fondo non venga deciso dal Ministero, ma venga ripartito in Conferenza Stato-regioni e possa vedere un protagonismo dei comuni e degli enti locali e di tutte le associazioni del privato, del sociale e delle associazioni delle donne. Mi pare anche molto importante il fatto che si riservi un terzo di questi fondi per creare nuove esperienze, io credo che con questo noi cominciamo a invertire una tendenza. Ci aspettiamo, come dicevo, che il governo ci aiuti a fare un ulteriore passo con la legge di stabilità, ma in un periodo di così gravi difficoltà economiche io vorrei dire che è stato positivo questo lavoro che ci porta a questo risultato. Di un altro aspetto, poi, vorrei parlare: il Governo ha modificato fortemente, invito i colleghi a leggerlo, il punto 5 anche del decreto. Il Piano non è più straordinario, è un Piano ordinario ed è un Piano che interviene su molti ambiti ma soprattutto è un Piano che viene costruito in relazione e con il coinvolgimento degli enti locali, delle associazioni delle donne e dei centri anti-violenza. Questo è un altro punto che per me è qualificante, perché è un piano che si calerà nella realtà del nostro Paese. Quindi io vorrei dire che il confronto, l'ascolto ma anche l'assunzione di responsabilità da parte del Parlamento ci fa dire che oggi è un altro buon giorno per le donne del nostro Paese e noi abbiamo messo con questo, se riusciremo a andare in porto, se il decreto verrà votato da noi e anche poi dal Senato, un ulteriore importante tassello che viene ad aggiungersi per l'attuazione della Convenzione di Istanbul.

    Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina

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